Rogoredo
Merezzate
Santa Giulia
Taliedo
Morsenchio
Descrizione
La Rete italiana di cultura popolare operai in tre zone della città di Milano con il contributo di Fondazione Cariplo.
Uno dei territori interessati nel lavoro di attivazione di comunità riguarda i quartieri del Municipio 4 di Milano: Rogoredo, Merezzate, Santa Giulia, Viale Ungheria, Taliedo e Morsenchio dove l'indagine del Portale ha sviluppato un dialogo tra gli abitanti dell'Housing sociale Merezzate, in collaborazione con Fondazione Housing sociale, e il territorio. Coinvolgendo commercianti, enti pubblici, soggetti del terzo settore, tessuto produttivo, scuole si riattivano le comunità e si mettono in luce le specificità dei luoghi.
Le storie
Achille - Partigiano A.N.P.I.
Achille - Partigiano A.N.P.I.
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Rogoredo, 39, 20138 Milano MI, Italia
- 01-2024
Achille è nato in Via Rogoredo il 24 dicembre del 1928. Ha seguito la scuola qui in quartiere e poi ha frequentato la scuola dei lavori in Via Daverio, da cui è stato espulso assieme a due suoi compagni perché, in occasione della visita alla scuola del Ministro del Lavoro del Terzo Reich, erano stati indisciplinati … non è un caso se ancora oggi lo chiamano monello!
Una volta espulso dalla scuola, Achille ha costituito assieme ad altri amici, tutti giovanissimi, un piccolo nucleo partigiano qui a Rogoredo: si ritrovavano in una officina qui in quartiere e leggevano L’Osservatore Romano, che all’epoca era un giornale di orientamento politico differente rispetto al governo. Si erano infatti riproposti di voler informare le persone, per cui distribuivano i giornali nelle strade e organizzavano dei comizi nelle fabbriche, stando attenti a non essere scoperti dalle brigate fasciste (in quartiere ce n’erano un paio). Si procuravano anche i medicinali per soccorrere i compagni feriti, come ricorda nel caso di un compagno che si era ferito alla mano e che avevano medicato a casa di un pittore di Rogoredo. Organizzavano poi dei disarmi, in cui portavano via le armi ai fascisti per darle ai partigiani ma, durante uno di questi disarmi avvenuto in Piazza Medaglie d’Oro, ci fu uno scontro a fuoco ed alcuni partigiani furono catturati. Sotto tortura, i prigionieri hanno “cantato”, facendo i nomi dei compagni che avevano partecipato all’operazione e così, il 24 dicembre del 1944, i fascisti hanno circondato il posto dove Achille ed altri si erano nascosti e sono stati catturati. In quella occasione gli hanno rotto il naso con il caricatore di un mitra, da cui l’appellativo di “il nason” con cui lo chiamano. Portati a Como Borghi, sono stati presi a bastonate ed è stato indetto un processo, a seguito di cui cinque suoi compagni sono stati condannati a morte e sono stati fucilati, uno dei quali era giovanissimo, aveva ventuno anni. Achille invece è stato condannato a sedici anni di prigione ed è stato portato nel carcere di Como, poi a San Vittore a Milano e infine nel carcere di Alessandria.
Il 24 Aprile del 1945 i partigiani assaltarono il carcere di Alessandria e Achille riuscì a scappare. Non sapendo dove andare ed essendo la zona pattugliata dalle SS, fu ricatturato dai nazisti e portato in carcere, dove riuscì nuovamente a scappare quando la città venne liberata il 25 Aprile. Finita la guerra, Achille ha fatto parte per qualche tempo della Militar Police americana: gli Americani avevano infatti bisogno di persone che conoscessero il territorio per controllare la situazione.
Poi Achille è tornato a Rogoredo ed ha trovato lavoro in una piccola officina, poi alla Caproni e infine alla Redaelli, dove è rimasto per venticinque anni. Quando la fabbrica è stata chiusa, è stato Achille, in quanto rappresentante del sindacato, a gestire la vertenza di chiusura e ci dice con orgoglio che tutti gli operai della Readelli sono stati ricollocati in altre fabbriche e nessuno è rimasto senza lavoro. Si sono poi costituiti in cooperativa ed hanno acquistato dalla fabbrica le case dove abitavano gli operai e le hanno rivendute ai lavoratori che hanno quindi potuto rimanere a vivere nel quartiere.
Quando c’era la fabbrica, “c’era un certo non so che” - ci dice Achille: quasi tutti gli abitanti di Rogoredo erano infatti lavoratori delle fabbriche (oltre alla Readelli e la Caproni ve ne erano alcune altre nel quartiere) e si ritrovavano dopo il lavoro al Mondini, al Cral o alla Rogoredo84. Con la chiusura delle fabbriche è stato come se si fosse sfasciata una casa e il quartiere è cambiato: un nucleo di lavoratori è rimasto grazie all’acquisto delle case con la cooperativa ma sono arrivate nuove persone. E’ stato costruito il quartiere di Santa Giulia sul terreno della fabbrica dismessa, è arrivato Sky, il quartiere si è popolato di famiglie ed è in qualche modo migliorato, diventando un bel quartiere per il ceto medio. Oramai il terreno è stato tutto edificato, ricoperto da case … mentre Achille vorrebbe vedere più spazi verdi, curati. Anche di luoghi di ritrovo non ce ne sono più, a parte i bar e le pizzerie.
Quando gli chiediamo un suo auspicio per il futuro, Achille ci dice che il suo unico desiderio è quello di passare gli ultimi anni della sua vita qui, a Rogoredo.
Centri di ascolto Caritas Morsenchio, Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate
Centri di ascolto Caritas Morsenchio, Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Viale Ungheria, 32, 20138 Milano MI, Italia
- 01-2024
- Sito web
Barbara e Andrea lavorano rispettivamente per il Centro di ascolto Caritas a Morsenchio – presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata- e Rogoredo – presso la parrocchia della Sacra Famiglia. Si tratta di luoghi fisici situati all’interno dei locali delle rispettive parrocchie, che si rivolgono alle persone che attraversano momenti di difficoltà. I Centri di ascolto svolgono in primis un ruolo di ascolto rispetto ai bisogni immediati, come richieste di aiuto alimentare o urgenze economiche, e di reindirizzamento ai servizi del territorio … ascolto che gli operatori trasformano poi in progetti individuali integrati volti a far uscire le famiglie dalla condizione di fragilità. A seconda delle situazioni, il sostegno dei Centri può variare da un accompagnamento per la regolarizzazione dei documenti e per la ricerca di un lavoro o di una soluzione abitativa, ad un indirizzamento per l’apprendimento della lingua italiana … Lavoro che richiede agli operatori anche di saper essere creativi nel trovare le soluzioni ai problemi. In questi ultimi anni si è rilevata una diminuzione del numero delle persone che si rivolgono ai centri d'ascolto ma l’accompagnamento per la soluzione delle situazioni è diventato più duraturo e continuativo nel tempo.
Certamente si tratta di un lavoro difficile, ma le situazioni a lieto fine sono quelle che spingono gli operatori a continuare il loro lavoro. Ad esempio, un ragazzo che ha trovato lavoro ha scritto una bellissima lettera di ringraziamento ed il papà di una famiglia che hanno aiutato per tempo con i pacchi alimentari si è poi presentato da loro carico di borse della spesa dicendo: “Mi avete aiutato per tanto tempo, ora aiuto io voi!”.
Oltre ai pacchi alimentari, che i Centri distribuiscono grazie alle donazioni parrocchiali ed alla collaborazione con il Banco Alimentare, le rispettive parrocchie ospitano servizi di doposcuola e corsi di Italiano per stranieri.
Il problema abitativo è uno dei più urgenti. Nei rispettivi quartieri di Rogoredo e Morsenchio, la rivalutazione immobiliare ha fatto schizzare i prezzi degli affitti, mettendo molte famiglie in difficoltà, in alcuni casi lasciandole per strada … Barbara e Andrea ricordano ancora le difficoltà legate agli sfratti durante il periodo della pandemia, dove le persone non sapevano dove andare, ma la collaborazione con i servizi del Comune e la generosità di tanti parrocchiani hanno permesso di aiutare queste persone anche in questa situazione.
Rispetto a chi si rivolge a loro, affermano che si tratta per la maggior parte di stranieri ma che in questi anni sono aumentati anche gli italiani in situazione di difficoltà: da chi non ha né un lavoro né una pensione, a chi ha problemi di debiti. Per poter dare una risposta efficace, oltre a fare rete con le altre realtà della Caritas Ambrosiana, fanno rete con le scuole e le associazioni del territorio: in particolare con l'aggravarsi della situazione economica e occupazionale, è diventato urgente che tutta la società civile si occupi maggiormente delle povertà, supportando gli sforzi delle diverse realtà del terzo settore che operano nel territorio.
In quanto parrocchia, si definiscono una comunità accogliente e, dalla loro esperienza, le persone hanno ancora sete di relazioni vere e comunità che accolgono. Motivo per cui la parrocchia è frequentata da molte famiglie che arrivano per la catechesi dei bambini e poi si affezionano alle persone ed ai luoghi e continuano a frequentarli. Allargando alla comunità del quartiere, Rogoredo è una realtà ricca di associazioni che organizzano diverse iniziative culturali e sportive e lavorano in rete. Per chi vuole, ci sono diverse possibilità di rendersi attivo partecipando alla vita del quartiere, anche se nel tempo si è rilevato che la partecipazione alle iniziative è un po’ calata: questo probabilmente perché nella società di oggi, frenetica e disgregata, è difficile trovare del tempo oltre alla vita lavorativa e familiare.
Rogoredo è rimasta una realtà a misura di persona, un paese, e l’auspicio è che rimanga un luogo dove è possibile mantenere dei rapporti umani, dove resti in vita lo spirito di comunità, dove questo spazio di relazioni che esiste ancora oggi non venga soffocato dall’efficientismo milanese, dove il tutto viene ridotto alla sua utilità e funzionalità.
Trottola Urbana
Trottola Urbana
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via S. Venerio, 5, 20138 Milano MI, Italia
- 01-2024
- Sito web
Rouben si occupa di progettazione sociale e comunicazione orientata al fundraising: ovvero, sviluppo di progetti in ambito sociale e ricerca di finanziamenti. In passato si è interessato di inclusione di persone con disabilità e progetti artistico - culturali: nello specifico, Rouben è appassionato di community music, movimento ancora poco conosciuto in Italia che valorizza la musica in quanto ‘strumento’ per far incontrare le persone e fare comunità. Ora Rouben è il legale rappresentante dell’associazione Trottola Urbana, che ha come obiettivo quello di promuovere il gioco, da intendersi come pratica umana universale diffusa in tutto il globo e quindi adatta a tutte le fasce d’età. E’ infatti riconosciuto come il gioco possa avere benefici a livello fisico come anche contrastare lo sviluppo di malattie neurodegenerative negli anziani. Tuttavia, per l’associazione il gioco è innanzitutto uno strumento di coesione sociale e di dialogo intergenerazionale e interculturale.
Il gioco può svolgere un ruolo importante in una comunità in quanto veicola valori che stanno alla base di qualsiasi convivenza: nel gioco infatti ci si affronta nel rispetto delle regole, in quanto si riconosce il valore del proprio avversario, senza il quale il gioco non potrebbe esistere. Il gioco è inoltre uno strumento di coesione sociale, in quanto fa incontrare le persone: nel progetto Itinerari unici, l’associazione ha infatti creato una ludoteca mobile in cui si può sedere a giocare con persone che non si conoscono.
Pur rivolgendosi a tutto il Municipio 4 ed alla città nel suo insieme, l’associazione nasce a Rogoredo per ragioni sentimentali, in quanto la compagna di Rouben e socia fondatrice dell’associazione è cresciuta qui, da cui il desiderio di restituire qualcosa al quartiere. Oltretutto, il quartiere è un terreno vivace, con molte possibilità: un luogo ricco nonostante abbia subito uno stigma da parte della città di Milano. Negli anni il quartiere si è allargato con la costruzione di Santa Giulia e Merezzate e Rouben auspica che ci sia una maggiore continuità tra i quartieri: continuità non solo urbanistica ma anche di persone, che vivano il territorio come un unico grande quartiere. Il conservatorio in costruzione, che sorgerà tra la Rogoredo vecchia e Santa Giulia, svolgerà a tal proposito un ruolo importante. Il desiderio è anche che i luoghi vengano vissuti maggiormente, con più eventi all’aperto: se infatti da un lato l’isolamento di Rogoredo è da sempre stato una sua caratteristica, questo potrebbe diventare una potenzialità. Si potrebbe infatti immaginare di chiudere il quartiere per un paio di giorni, giocare nelle strade e poi riaprirlo.
Per il futuro, l’augurio è che l’associazione possa essere costruttrice di legami e di tempo di qualità, di esperienze e di possibilità per il territorio, anche lavorative. Quindi, che Trottola Urbana possa crescere con Rogoredo, diventando un punto di riferimento e di orgoglio per il quartiere perché si dica che a Rogoredo si fanno cose belle.
LABorà Negozio di prodotti sfusi
LABorà Negozio di prodotti sfusi
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Fausto Melotti, 9, 20138 Milano MI, Italia
- 01-2024
- Sito web
LABorà è una bottega di prodotti sfusi situata in Via Melotti a Santa Giulia: prodotti locali, etici e … sostenibili! Il nome si rifà alle parole “Lab” e “Agorà”: la prima sta ad indicare la vocazione della bottega ad ospitare nei suoi spazi laboratori di recupero e di sensibilizzazione sul tema ambientale, la seconda invece fa riferimento alle agorà greche, piazze che nell’antichità erano luoghi di incontro e socializzazione. In bottega si possono trovare alimenti sfusi - come cereali, legumi, farine, pasta … e tante spezie, tisane ed infusi - e poi detersivi alla spina, detergenti per il corpo, shampoo e bagnoschiuma tutto zero waste, oltre ad un ottimo caffè macinato che ci viene calorosamente offerto.
In negozio ci accoglie Sabina, architetto di interni e designer, che ha ristrutturato ed arredato il negozio con un tocco unico ed un’attenzione alla sostenibilità. Diventata mamma ha visto come, con l’allargarsi della famiglia, sia aumentata anche la produzione di rifiuti, ed essendo da sempre sensibile ai temi ambientali, ha iniziato a frequentare i negozi di prodotti sfusi fino alla decisione di aprirne uno nel suo quartiere, a Santa Giulia. Sabina è infatti un’abitante storica: si è trasferita qui quando il quartiere era ancora un cantiere, per cui il suo primo ricordo sono le strade sterrate e senza nome. Quando poi sono comparse le targhe delle vie, la sua gioia è stata grande, in quanto Melotti è uno scultore che lei apprezza molto, come anche il movimento artistico del Futurismo a cui è dedicata un’altra via. Quello che la lega a Santa Giulia è quindi un legame molto forte con il territorio: il desiderio di fare qualcosa per il suo quartiere ed un substrato fertile, con molte famiglie giovani e sensibili ai temi ambientali. Della Santa Giulia odierna apprezza particolarmente la promenade dove fare gli aperitivi, mentre di Rogoredo il suo posto preferito è la piazzetta centrale antistante alla chiesa.
Da sempre Sabina è attiva nel quartiere: appena arrivata, si è attivata subito per creare delle reti social tra abitanti, volte ad aiutarsi l’un l’altro, ed ora partecipa all’organizzazione di ronde di pulizia al Parco Trapezio. Ha fatto anche parte del GAS di quartiere per diverso tempo, da appassionata di cibo sano: suo papà produce infatti dell’ottimo olio extravergine d’oliva! Il suo contributo alla comunità potrebbe quindi essere quello di prendersi cura del quartiere con delle iniziative di pulizia, oltre a promuovere attivamente la riduzione di rifiuti con i suoi prodotti zero waste.
Per Sabina una comunità dovrebbe essere innanzitutto coesa e attenta al bene comune: in questo vede che a Santa Giulia ci sono molti cittadini che hanno a cuore il decoro urbano del proprio quartiere. Tuttavia ci vorrebbe una maggiore consapevolezza rispetto all’impatto ambientale di alcuni nostri gesti, come buttare i mozziconi di sigarette a terra, oppure le cartacce.
L’augurio per il futuro è che le persone vengano numerose a visitarla, anche solo per scambiare due chiacchiere. Quello che apprezza maggiormente del suo lavoro è infatti la relazione personale instaurata con i clienti, che lei consiglia e che poi passano in negozio a ringraziarla perché, ad esempio, “questa tisana che mi hai dato mi ha proprio sgonfiato!”. L’invito è quindi quello di venire a scoprire i suoi prodotti: sani e scelti da una filiera corta ed etica, da persone che all’ambiente ci tengono come lei.
Palestra Anima e Corpo Fitness
Palestra Anima e Corpo Fitness
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 5, 20138 Milano MI, Italia
- 12-2023
- Sito web
Il nome “anima e corpo” evoca la filosofia degli antichi Greci, per i quali entrambe queste dimensioni erano fondamentali per l’essere umano ed intrinsecamente connesse: allenare il corpo ha benefici sull’anima, così come allenare l’anima ha benefici sul corpo. Il nome riprende inoltre quello di un’associazione storica del territorio e poi chiusa, riprendendone in qualche modo la tradizione ed il legame con il quartiere.
Caterina, tra le fondatrici dell’associazione sportiva dilettantistica “anima e corpo”, si è occupata per diversi anni di marketing e vendite ed ora insegna economia e commercio. Si è avvicinata allo sport dopo un incidente che le ha procurato un trauma alla caviglia e per il quale, dopo l’operazione, si è reso necessario un percorso di recupero. L’allenamento ha cambiato la sua vita, facendole realizzare che allenarsi non fa solo bene al fisico ma rende anche le persone più felici.
La possibilità di aprire una palestra a Merezzate si è presentata quando, uscendo dalla Lidl, ha visto l’apertura di una nuova pasticceria. Caterina si è quindi informata se ci fosse la possibilità di spazi commerciali, ha poi presentato un progetto ed oggi ci troviamo a pochi giorni dall’apertura della palestra. La palestra si ripropone di colmare un vuoto nei quartieri di Rogoredo – Santa Giulia – Merezzate - Ungheria, ovvero la mancanza di un posto dove potersi allenare in sicurezza.
La palestra offrirà una sala pesi con macchinari di ultima generazione attenti all’ambiente, in quanto l’energia sarà prodotta dalle persone stesse senza necessità di fonti di energia altre, una sala campus dedicata a corsi musicali, cardio, gag, pilates, yoga ed approfondimenti legati ad una corretta alimentazione ed una sala cross per allenamenti di impatto maggiore volti a sviluppare forza e resistenza. Ci saranno anche dei gruppi di mutuo aiuto in quanto la comunità è innanzitutto aiuto reciproco.
Ci saranno abbonamenti diversi dedicati a donne, over sessantacinque e teenager, con attività e fasce orarie mirate. L’auspicio è quello di poter attrarre i giovani ed offrire un’alternativa sana, di allenamento e di sfogo, al fine di prevenire devianze e dipendenze che talvolta interessano i giovani.
Il desiderio è quindi che l’attività prenda piede nel quartiere e diventi più di una palestra, un luogo dove condividere esperienze di vita sana e momenti di felicità. A tal proposito l’associazione ha partecipato alla giornata sportiva del quartiere, animando gli attrezzi con lezioni di trazione, gag e allenamento funzionale ed ha avuto una buona risposta dagli abitanti. Il quartiere offre molti spazi verdi pedonali per cui nel periodo primaverile ed estivo l’idea è di poter organizzare degli allenamento all’aria aperta.
Per Caterina una qualità del quartiere è sicuramente quella di essere multietnico e, siccome la passione per il cibo accomuna tutti, vorrebbe ci fossero occasioni di scambi culinari tra cucine dei diversi paesi, oltre a degli approfondimenti di cucina salutare e naturale e, perché no, magari una gelateria.
Ass. Comitato Sicurezza e Vivibilità Quartiere Forlanini
Ass. Comitato Sicurezza e Vivibilità Quartiere Forlanini
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Zante, 30, 20138 Milano MI, Italia
- 09-2023
- Sito web
Giuseppe, originario di Bitonto, vicino a Bari, arriva a Milano tanti anni fa. Un giorno, dopo essere entrato in pensione, è vittima di un furto nella sua abitazione dove perde beni e ricordi dal grande valore affettivo. Cerca giustizia – racconta – una qualche forme di attenzione e rispetto per il danno ricevuto. Quello che ottiene però è scetticismo, << è normale che si venga derubati>> gli viene risposto, ma lui non lo accetta <<possibile che bisogna accettare queste condizioni senza poter fare niente?>>. È a partire da questo evento che decide di fondare un comitato di cittadini insieme ad alcuni amici.
Il “Comitato Sicurezza e Vivibilità Quartiere Forlanini” nasce come forma di impegno sociale e di attenzione verso quanto accade nel quartiere <<Essere volontario nel quartiere per la sicurezza personale, patrimoniale e per la vivibilità del territorio, intervenendo su effetti che deturpano le aree circostanti, come gli atti di delinquenza>>.
Il Comitato diventa Associazione nel 2019 e vede crescere notevolmente il numero degli aderenti, tutti volontari. Tramite l’ALER aprono una sede in comitato d’uso in Via Zante 30. Oggi sono una realtà di riferimento per anziani, adulti e ragazzi per quanto riguarda la sicurezza e la vivibilità del territorio: <<Noi non risolviamo automaticamente i problemi, ma ci poniamo come interpreti nei confronti delle istituzioni e delle forze dell’ordine>>.
Giuseppe abita nel vicino quartiere Monluè, primo esperimento dell’ALER di case a riscatto: qui vennero edificati grandi assembramenti abitativi adibiti per inquilini con una buona stabilità economica. Questo stimolò l’arrivo, a Monluè e a Forlanini, di una folta popolazione medio-borghese. L’identità del quartiere affonda le radici, secondo Giuseppe, in queste caratteristiche demografiche.
<< Non siamo un quartiere malfamato. Il motto è “fermiamo il degrado” impegnandoci verso i problemi>>.
Tra i temi più urgenti c’è quello della riqualificazione del quartiere: molte realtà risentono del passare degli anni, afferma Giuseppe. Il parco giochi di Piazza Ovidio è un esempio dell’impegno civile che, insieme a Fondazione Milano, ha portato al rinnovamento dello spazio e ad un suo ripensamento per i cittadini diversamente abili. Anche Piazza Artigianato ha attraversato una fase di trasformazione: in un passato lontano si configurava come un piccolo luogo di aggregazione, traboccante di servizi e commerci immersi in un’atmosfera da piccolo paese. È stata poi abbandonata, trascurata e usata come parcheggio per molti anni. Dopo svariate segnalazioni e pressioni il comune ha dato il via alla sua riqualificazione. L’obiettivo che ancora si cerca di perseguire è la sua evoluzione da piazza del commercio a piazza del benessere. L’auspicio è che vengano valorizzate le sue aree verdi e i cittadini partecipino sinergicamente alla sua cura <<Se i cittadini partecipano e sono coinvolti nel mantenimento della bellezza, essi stessi diventano più responsabili>>.
L’associazione si impegna anche nella promozione di attività culturali volte alla sensibilizzazione e alla riscoperta dei luoghi storici a rischio di abbandono.
Il tema della sicurezza è tra le fragilità da sempre più a cuore del Comitato: per questo motivo hanno privatamente attivato alcuni gruppi di controllo del vicinato (attualmente sono 4). In diversi raggruppamenti condominiali questi gruppi raccolgono persone che si occupano di monitorare, condividere e attivare eventuali allerte. C’è sì l’attenzione alle anomalie ma, racconta Giuseppe, anche una tendenza, una crescente propensione alla socializzazione.
Nel contesto della sanità, la forte mancanza di medici di base ha spinto l’Associazione ha richiedere formalmente l’apertura di una Casa di comunità nel complesso scolastico abbandonato di via Zama, affinché i cittadini ricevano un adeguato supporto di prossimità. È questa una questione calda, che accende gli animi degli abitanti e del comitato stesso: << Sì al dialogo e alle discussioni ma anche alle manifestazioni, se necessario. Per i progetti volti alla realizzazione dei cittadini siamo disposti a lottare e invitiamo gli abitanti stessi a manifestare perché il sistema sanitario del nostro quartiere è molto deficitario e la casa di comunità rappresenta una possibile risorsa>>.
Per il futuro gli auspici di Giuseppe si delineano in maniera chiara e concreta: il “Nodo tre ponti” (al fondo di Viale Forlanini, arrivando a est dall’aeroporto per entrare in città) è un luogo geograficamente e simbolicamente significativo: le tre arcate del ponte separano nettamente il centro della città dalla periferia. Questa conformazione genera o favorisce un trattamento di semi-abbandono da parte delle istituzioni. L’associazione ha come obiettivo la riqualificazione dell’area attraverso l’aumento delle aree verdi e il miglioramento della circolazione.
L’Associazione “Comitato Sicurezza e Vivibilità Forlanini” si rivolge a tutti i membri del territorio. Raccoglie le istanze, si impegna nel dialogo con le istituzioni e persevera nella cura della comunità, ponendo attenzione alla dimensione educativa. L’auspicio di Giuseppe è che rimanga un punto di riferimento dei cittadini e venga riconosciuta maggiormente dalle istituzioni politiche. A questo proposito aggiunge << Non ci interessa l’appartenenza partitica, ma l'unità concreta e solida tra le persone>>.
Caffè Promenade
Caffè Promenade
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Bruno Cassinari, 11, 20138 Milano MI, Italia
- 09-2023
Il Caffè Promenade è una presenza consolidata nel boulevard di Santa Giulia da ormai dodici anni. Quattro anni fa è passato in mano ad alcuni conoscenti di Michele che hanno poi deciso di affidargli la nuova gestione qualche mese fa. Una ripartenza fresca in un territorio giovane, un progetto che sta carburando e affinando la sua identità commerciale.
Il bar si propone principalmente come locale per le famiglie ma rimane attento e in dialogo con tutta la popolazione del quartiere. Affinché si rafforzi la visibilità e la forza commerciale, Michele ha deciso di concentrarsi sulla qualità dei servizi e dei prodotti che offre: l’accettazione dei ticket, ricchi pranzi e colazioni, centrifughe e materie prime selezionate, eventi a cadenza settimanale come occasioni di aggregazione per il quartiere: l’English club aperitivo del giovedì che sta riscuotendo un ottimo successo, le serate karaoke e di musica live con apericena il venerdì, l’animazione per i bambini della domenica.
Nel boulevard di Santa Giulia, dice Michele, mancano ancora molti servizi e un’offerta commerciale eterogenea. Un aspetto che svantaggia allo stesso modo abitanti e commercianti: <<Un ambiente così dovrebbe essere pieno di gente e di negozi>>. Palestre, spazi verdi attrezzati per lo sport, il veterinario e un'edicola sono esempi di cosa si potrebbe implementare lungo la più grande arteria commerciale del quartiere. In termini più generali, sostiene Michele, occorrerebbe valorizzare e sponsorizzare meglio il territorio, migliorare l’accessibilità al quartiere e la sua viabilità, coordinare meglio l’offerta commerciale e favorire la vicinanza tra le persone. Per i giovani in particolare mancano luoghi e opportunità, al di là dei bar e dei locali in cui bere.
Michele però è ottimista. Ritiene che con le Olimpiadi del 2026 si raggiungerà una crescita significativa di affluenza e di risorse, con un miglioramento complessivo del quartiere.
Non rivela quali progetti ha in mente per il locale ma per sé stesso, ammette, desidera ritagliarsi maggiore spazio e tempo per riposarsi e coltivare meglio le sue passioni che, oltre al chiringuito, comprendono le macchine, le moto e il ciclismo.
Parrocchia della Sacra Famiglia in Rogoredo
Parrocchia della Sacra Famiglia in Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 09-2023
- Sito web
Don Marco festeggia quest’anno 30 anni di vita sacerdotale, spesi soprattutto nelle periferie della città. Bicocca, Vigentino e Rogoredo dal 2009. Del quartiere lo colpisce subito la propensione a fare rete, la vitalità associativa e la capacità solidale espresse tra le persone. Storicamente questa comunità si è sempre distinta per il cooperativismo, il monitoraggio del disagio sociale e fenomeni di migrazione complessa. Anche oggi queste caratteristiche rimangono. Tessere Legami è un esempio di lavoro di rete appassionato, nella gestione e nella promozione delle iniziative.
La Parrocchia della Sacra Famiglia mette radici in un tessuto sociale di forte estrazione operaia e di “reduci combattenti”, un paese nella città. Viene costruita nei primi decenni del ‘900, in seguito alla richiesta degli abitanti di un avere un luogo di culto, ed è da subito vicina alle necessità della gente. Viene infatti allestito l’oratorio per i giovani <<essere attenti alla realtà giovanile perché se c’è del positivo nella giovinezza poi rimane, come buon sapere, anche nell’età adulta>>. Negli anni 60/70 vive una fase complessa per la riorganizzazione della comunità intorno alle novità culturali.
Il grosso cambio di marcia, per il quartiere e la Parrocchia, inizia con gli sviluppi urbanistici di cui Santa Giulia (2009-2014) è stata testimonianza. L’aumento della popolazione, l’insediamento di grandi aziende, la rete di trasporti e servizi, i progetti futuri in via di sviluppo, afferma Don Marco, stanno contribuendo all’evoluzione del territorio. L’aumento demografico di giovani e famiglie è un dato positivo che invita a ripensare le offerte del territorio. Sono in crescita le opportunità lavorative per i giovani ma anche il costo della vita. Di fronte all’intenso processo di crescita e rinnovamento del territorio, la speranza di Don Marco è che l’identità storica del quartiere riesca in qualche modo a preservarsi e a integrarsi nel processo di modernizzazione in atto. Attualmente la Parrocchia della Sacra Famiglia accoglie uno degli afflussi più grandi della città, per questo in futuro aumenterà la sinergia con la Parrocchia di Morsenchio.
Le attività della Parrocchia, oltre al culto e ai sacramenti, si concentrano in particolare intorno alla dimensione educativa verso la realtà giovanile
- Per gli adolescenti un percorso di aiuto-compiti portato avanti dall’associazione Passo Dopo Passo Insieme
- La proposta oratoriale durante l’anno e nel periodo estivo
- In sinergia con la società sportiva Primavera 2005, corsi di ginnastica per i piccoli e per le mamme
La realtà parrocchiale è molto attenta anche verso il disagio, con la Caritas che in loco si occupa di un centro di ascolto e con il lavoro di un gruppo di giovani volontari che segue la raccolta alimentare da distribuire ai più fragili.
Una forte tradizione teatrale e cinematografica, soprattutto in passato, ha animato e coinvolto la comunità. Di grade rilevanza anche la sinergia con le associazioni nate all’esterno della Parrocchia, tra cui la scuola di italiano per stranieri, e le molteplici attività culturali che propongono, come ad esempio incontri e conferenze di carattere teologico o rivolte a tematiche salienti. Con un gruppo della terza età vengono svolti percorsi di formazione tecnologica, in risposta alla solitudine e all’isolamento emersi soprattutto durante il periodo del Covid. In collaborazione con l’Associazione Rogoredo Musica sono promossi diversi concerti (specialmente di musica classica) a cadenza mensile in altri spazi del quartiere, come occasione per fare rete.
In generale le attività quotidiane della Parrocchia si rivolgono alle fragilità e ai bisogni dei singoli e delle famiglie << sempre con accoglienza e mai con giudizio. Un sapore, una tendenza>> dice <<che ci caratterizza: andare oltre le barriere e gli steccati e carcare sempre una strada. Accogliere anche chi fa un più fatica per regalargli uno spazio in cui senta di contare e di essere importante>>. Un punto di forza della Parrocchia è infatti il suo essere una realtà non uniforme ma una frontiera, <<una membrana osmotica attraverso cui le sostanze entrano in una dimensione di interscambio>>. Le dimensioni di contatto, dialogo e “contaminazione” sono per Don Marco presenti anche nella relazione con la questione culturale: tenere insieme le differenze e lavorare con la complessità di storie e appartenenze diverse passa necessariamente dal conoscersi, dal capire chi è l’altro e quali valori porta. La Serata Etnica della Festa Patronale celebra il riconoscimento dell’altro nei suoi usi e costumi e valorizza la sua identità. <<Tutte le storie sono diverse, le culture sono diverse, la domanda è come poter preservare la bellezza che ne deriva: solo se la diversità non è paura e pregiudizio diventa opportunità>>. E aggiunge << Quando San Paolo dice "Non esiste più ne’ greco ne’ schiavo ne’ libero’" non intende che sono tutti omologati; ma che l’identità custodita da ciascuno non è determinante per generare differenze così marcate e radicali da diventare contrapposizioni>>.
Don Marco sostiene che nel quartiere non sono presenti particolari tensioni o conflitti perché è diffusa tra le persone la propensione a lavorare insieme e a collaborare. I ragazzi che frequentano la Parrocchia sono spronati a pensare, a interrogarsi verso gli altri, il proprio vissuto interiore, il vangelo e i temi del nostro tempo.
Tra i bisogni e le fragilità più significativi, identifica la necessità di essere ascoltati e riconosciuti nel proprio essere ed esistere come singoli e realtà aggregate; l’aumento della solitudine e dell’incertezza economica; la ricerca di nuovi orientamenti di senso; la mancanza di ambienti alternativi che offrano opportunità e stimoli diversi da quelli quotidiani, che favoriscano in sostanza incontri generativi. I giovani, ad esempio, svantaggiati sul piano numerico sono portatori di idee, qualità, valori e competenze tecnologiche in continua espansione: è importante garantire loro luoghi di espressione e propriocezione, dove al posto dell’omologazione possano ritrovare sé stessi, la loro individualità, affinché possano poi nutrire la collettività. Di fronte a potenzialità, bisogni e desideri dei ragazzi – sostiene Don Marco – gli adulti dovrebbero ascoltare di più: <<Una rete è buona se crea cose positive, importante è capire cosa possiamo fare insieme>>.
Per il futuro si auspica che quanto raggiunto finora continui a crescere e che la Parrocchia prosegua ad accompagnare la comunità, preservando la sua identità e le sue caratteristiche ma sapendo anche dialogare con le esperienze umane e spirituali che, anche se differenti, la fanno vivere. Il rischio del nostro tempo dice è <<in rete con tutti, in relazione con nessuno>>. Si augura che chi lo succederà sia contento di ciò che troverà, si impegni ad arricchirlo, mantenga le buone relazioni e il desiderio di fare comunione: che, in sostanza, continui a prendersi cura della comunità.
Marco
Marco
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 09-2023
Marco vive a Rogoredo da tutta la vita.
Dopo il diploma ha fatto esperienza in tanti settori diversi costruendosi un ricco bagaglio di competenze: muratore, montatore elettromeccanico in una fabbrica, elettricista, vicedirettore di un supermercato, cameriere, autista privato di famiglie facoltose dell’hinterland milanese, specializzato in connettività e rete wi-fi, si è occupato recentemente di eventi in ambito moda. Ed è proprio in quest’ambito che conosce il suo attuale partner lavorativo presso la Cartoleria Livebridge a Rogoredo. Grazie a un poliedrico ventaglio professionale e al forte spirito di adattamento ha guadagnato il soprannome di “camaleonte” perché <<dovunque mi metti faccio>>. Una persona flessibile e propensa a raggiungere sempre qualcosa in più. Si reputa soddisfatto e fiero di sé stesso per gli obiettivi finora conquistati. Aggiunge che sente di appartenere ad una generazione diversa, per la quale il peso e il valore di una laurea erano diversi, quasi ad esclusività dei più facoltosi. Alla sua comunità di riferimento sente di poter offrire soprattutto uno spirito empatico e orientato al problem solving. Le sue più grandi passioni sono le macchine e i motori.
Il quartiere, racconta, è cambiato molto. Prima esisteva un’unica via mentre oggi è connesso con molteplici altre realtà del territorio, come Santa Giulia e Merezzate. È consapevole della narrazione stigmatizzante legata al fenomeno di tossicodipendenza che ha interessato la zona ma aggiunge <<Sappiamo che il boschetto c’è ma la situazione è molto cambiata. A Rogoredo ci sono nato e la difenderò sempre>>.
Cita il Tondo Cafè come unico bar storico rimasto nella zona. Il quartiere si sta evolvendo e con lui l’offerta di servizi per i cittadini. Forti sono i legami comunitari tra le persone, lui conosce tutti. L’età media però è sempre più alta e la maggior parte della popolazione giovane tende a frequentare soprattutto la zona di Santa Giulia.
Rogoredo nasce sul canale Redefossi, con le prime abitazioni - le case bianche - per gli immigrati del sud costruite in amianto. Un’ombra di tristezza attraverso lo sguardo di Marco, <<per l’amianto abbiamo perso molti amici purtroppo>>.
Un tema saliente nel processo di trasformazione del quartiere è, per Marco, quello della multietnicità e della riconfigurazione del tessuto sociale e culturale. Lui si descrive come un conservatore, uno che conosce ed è legato a tutti nel quartiere. Per lui la mescolanza etnica può rappresentare un problema quando esigenze diverse generano un conflitto reciproco. Ma Rogoredo non è nuova agli intrecci culturali: verso la fine del ‘900 il flusso migratorio dal meridione ha infoltito e ridisegnato l’identità del quartiere, il quale è arrivato poi ad una integrazione complessiva che supera le differenti appartenenze. Ora, dice, <<siamo tante etnie, c’è chi va d’accordo c’è chi no>>. Fa fatica a vedere orizzonti di integrazione interculturale ma per facilitare l’incontro e il dialogo tra culture diverse indica come possibile risorsa disporre di un circolo, un luogo di aggregazione aperto a tutti. Un’alternativa anche a realtà già esistenti (es. Circolo Mondini) che sono perlopiù frequentate da gente grande o anziana, e che tendono ad avere un carattere un po’ esclusivo verso i fruitori. Marco propone l’organizzazione di eventi freschi e dinamici, come il Carnevale che si teneva in passato quando il Parroco andava a coinvolgere direttamente i ragazzi che giocavano ai giardini e li invitava a partecipare. Iniziative, insomma, che siano stimolanti, proattive e si muovano in direzione delle persone senza limitarsi ad attenderle.
Tra le risorse di cui dispone il quartiere, oltre alla calorosa genuinità dei suoi abitanti, ci sono sicuramente i progetti legati alle Olimpiadi del 2006, che potrebbero potenziare il territorio nella sua totalità anche se attualmente sembra avvenire maggiormente nel quartiere di Santa Giulia.
Tra gli elementi di fragilità su cui lavorare, di primaria importanza è l’aumento di connessioni e relazioni tra quartieri affinché si indeboliscano le discriminazioni reciproche: <<Rogoredo è bella>> ripete più volte Marco <<piena di gente genuina, di signore che parlano milanese, pugliese… di qua invece>> in riferimento a Santa Giulia, in un cui bar stiamo svolgendo l’intervista <<si è trasferita anche molta gente che stava a Rogoredo, forse per avere più tranquillità. E tra di loro ho sentito che molti tendono a discriminare la vecchia Rogoredo>>. Anche arricchire e migliorare la gamma di servizi proposti (garantendo sportelli bancari) è un elemento di necessità.
Per Marco l’idea di comunità si esprime nell’immagine di una grande famiglia in cui tutti si conoscono.
Per il futuro si auspica una maggiore sicurezza nel quartiere e che si mantenga vivo un senso di fratellanza e coesione tra la gente, indipendentemente dalle singole differenze <<Siamo qui ormai, ci siamo e dobbiamo viverci>>. Per sé stesso desidera continuare a migliorarsi, proseguire l’attività della Cartoleria e magari espanderla, potenziarla, non per i soldi – spiega – ma per dare un buon servizio alle persone.
Tessere Legami
Tessere Legami
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Piana, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 09-2023
Tessere Legami è una rete territoriale che unisce i quartieri di Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate. Nasce dal desiderio di costruire un calendario condiviso tra associazioni al fine di coordinarsi nell’organizzazione di eventi e far nascere possibili collaborazioni. La rete si riunisce regolarmente online, lo strumento informatico rendendo la partecipazione più semplice. Inizialmente si trattava di uno scambio di informazioni sulle attività proposte, poi la rete ha iniziato ad invitare associazioni esterne con progetti attivi sul territorio così come personalità di rilievo, quali l’assessore alla cultura del Municipio quattro. La rete è quindi a tutti gli effetti un luogo virtuale per coordinarsi e favorire la nascita di progettualità condivise.
Rispetto alla vivacità del tessuto associativo, in particolar modo a Rogoredo, Alberto spiega che la componente sociale ed associativa è stata storicamente sempre molto attiva. I lavoratori della Redaelli si erano infatti già costituiti all’epoca in un gruppo d’acquisto, così come gli abitanti di Rogoredo. Dall’unione negli anni sessanta di queste due cooperative assieme ad altre nasce l’embrione di COOP Lombardia. Gli stessi lavoratori della Redaelli si mettono assieme e negli anni trenta nasce la Cooperativa Edificatrice di Rogoredo, che ha costruito molti degli alloggi degli abitanti del quartiere, oggi divenuta Delta Ecopolis. Da un movimento cooperativo nasce anche il Circolo ARCI Mondini e diverse associazioni nazionali sono presenti a Rogoredo, come A.N.P.I., Auser, Caritas. Molte sono anche le associazioni di quartiere, come il Centro Icare, nato da un gruppo di genitori che si sono organizzati per attivare attività di doposcuola per i bambini.
La vivacità del quartiere si spiega in parte con il legame con il quartiere di molte persone nate e cresciute qui, da cui il desiderio di investirsi per migliorare il luogo dove si vive. Molte sono però le persone che sono arrivate in età adulta e qui han messo radici, integrandosi nella comunità. Il quartiere ha quindi saputo accogliere i nuovi arrivati, anche se la partecipazione oggi è minore che negli anni passati, così come minore è la voglia di investirsi in prima persona nell’organizzazione di attività.
La nascita di Merezzate ha collegato urbanisticamente i tre quartieri che rimangono però ancora oggi divisi. Le scuole e la parrocchia hanno anche contribuito allo spostamento delle persone da un quartiere all’altro. Le associazioni potrebbero poi dare un ulteriore contributo con progettualità condivise. Un esempio di attività che unisce i tre quartieri è la Strarogoredo, una manifestazione sportiva curata da quasi tutte le realtà locali, non necessariamente sportive, che per un giorno unisce Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate. L’auspicio per il futuro è che si riesca davvero a costruire un quartiere unico e che il progetto del quartiere Santa Giulia sia realizzato pienamente in una logica includente, con la riqualificazione delle aree ancora dismesse.
Quattro: Associazione e Mensile di informazione e cultura
Quattro: Associazione e Mensile di informazione e cultura
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Tito Livio, 33, 20137 Milano MI, Italia
- 08-2023
- Sito web
Stefania è direttore responsabile del mensile Quattro (dal nome del municipio in cui operano) e presidente dell’omonima associazione che si occupa di promuoverne la pubblicazione. Quattro nasce nel 1997 dal desiderio condiviso di un gruppo di amici di creare un progetto culturale. L’iniziativa prende forma senza un obiettivo da subito definito: <<Andiamo avanti finché abbiamo le risorse e le forze per farlo>> era il motto iniziale. Dopo più di vent’anni l’associazione continua a crescere occupandosi di aree sempre più ampie e articolate.
Quattro si definisce un giornale di informazione e cultura di qualità e propone aggiornamenti mensili di ampio respiro: ricostruzioni storico-urbanistiche del quartiere, mappature e approfondimenti dettagliati dei luoghi significativi e la valorizzazione delle realtà sportive e culturali presenti nel territorio.
Per territorio si intende una zona molto ampia che coinvolge il Municipio 4 nella sua totalità. In questo senso il Dialogo con Stefania genera uno sguardo pluralistico, capace di abbracciare contemporaneamente molteplici storie. Ci avviciniamo così a Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate passando attraverso un sistema capillare di relazioni e interconnessioni identitarie - vive, vicine e dinamiche.
I materiali d’archivio e le indagini sul territorio sono strumenti preziosi per la narrazione del contesto.
La Rubrica sulle fabbriche della zona, ad esempio, è partita dall’esperienza della LESA (Laboratori Elettrotecnici Società Anonima; azienda all’avanguardia anche a livello internazionale nel settore dei giradischi e dei piccoli elettrodomestici) per arrivare ad un così alto numero di testimonianze che sono state in seguito raccolte nel libro “Storie Industriali”. Il libro sulla città dell’annonaria, centrato sulla realtà dei mercati (di Marinai d’Italia, dei polli, dell’Ex Macello, etc) accosta alla ricerca storica d’archivio anche le interviste di chi ci ha lavorato. Anche la zona a sud dello Scalo Romana, per molto tempo abbandonata e ora di nuovo in trasformazione, è oggetto di un’attenta ricostruzione storica.
Il Municipio 4 è un territorio ampio e popoloso, ricco di associazionismo e proposte culturali. Se nei primi anni 2000 la città mostrava un generale appiattimento, con EXPO si è attivato un processo di rinnovamento importante grazie anche ai progetti delle Fondazioni presenti sul territorio. Iniziative di cittadinanza attiva e cura dell’ambiente sono diventate sempre più centrali nel lavoro delle associazioni.
Del Municipio 4 Stefania identifica le seguenti peculiarità identitarie:
- Un forte attaccamento al territorio che alimenta il senso di appartenenza tra le persone
- Un sempre maggiore spirito di apertura verso il contesto più ampio
- Un recente aumento di attivismo e associazionismo, a cui Quattro stesso ha partecipato promuovendo numerosi eventi culturali
- La vivibilità e la ricchezza dei servizi
- Un legame generazionale e fidelizzato tra le persone, i luoghi e le proposte del territorio (particolarmente attivo e appassionato è il quartiere di Corvetto)
- La presenza di eccellenze architettoniche e/o culturalmente significative, come la Palazzina Liberty del parco Marinai d’Italia, il Teatro Franco Parenti in Via Pier Lombardo e il Museo del Fumetto in Viale Campania.
Dal punto di vista di Stefania, il quartiere di Rogoredo, la vecchia Rogoredo soprattutto, si configura come una realtà coesa che tende però a chiudersi al proprio interno. Nata accanto alle fabbriche Redaelli e Montecatini ha una popolazione – specialmente la più anziana – che continua a percepirsi appartenente ad una dimensione di piccolo paese. Con la dismissione delle vecchie fabbriche si sono liberate enormi aree attualmente in fase di rinnovamento. Queste trasformazioni urbanistiche hanno determinato un consistente cambio di utenza che, soprattutto oggi, tematizza e mette l’accento su tematiche di integrazione e settorializzazione tra quartieri.
La zona di Santa Giulia, moderna e di recente costruzione, presenta molte aree verdi, un grande boulevard e i buoni presupposti per diventare un polo di scambi e socialità.
Merezzate è un quartiere nuovissimo destinato a raddoppiarsi con il futuro insediamento residenziale nelle aree circostanti.
<< Se ora questi tre luoghi appaiono geograficamente come blocchi separati >> profetizza Stefania << con l’aumentare dell’espansione e dei collegamenti ci sarà sempre maggiore continuità e diventeranno insieme una grande città>>
Tra i bisogni emergenti del territorio vi sono il desiderio di mantenere vive la collaborazione e la partecipazione nella cura dei territori, così come l’urgenza di seguire e comprendere i futuri sviluppi trasformativi della città.
Per Stefania il senso di comunità è un sentimento di appartenenza che alimenta l’attenzione, la disponibilità, la solidarietà, la collaborazione e il prendersi cura tra persone.
Per il futuro l’auspicio dell’associazione è di proseguire nella stessa direzione. Desiderano aprire un nuovo sito web rinnovato e che la produzione editoriale continui la pubblicazione di temi specifici sul territorio e la sua storia locale.
Randy e il Carpe Diem
Randy e il Carpe Diem
- Merezzate/Santa Giulia
- JM
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 08-2023
Randy è il caposala del lounge bar Carpe Diem, uno dei locali più famosi e commercialmente affermati della Promenade di Santa Giulia.
Vive in Italia da sedici anni ma arriva da lontano. È originario della Jamaica, << un paradiso>> dice <<tanto verde, aria fresca, gente sorridente. Le persone non sono molto ricche, ma sono solidali, sorridenti. C’è sempre la musica>>. Per lui l’Italia offre senz’altro molte opportunità lavorative ma non sempre una qualità della vita altrettanto soddisfacente. Randy è nato in un piccolo paese di una zona turistica a ovest del paese <<13 km di spiaggia bianca, acqua sempre tiepida>>. Insieme ad una grande bellezza, però, nel suo paese ha osservato anche una fragilità economica che lo ha spinto a cercare strade alternative, più promettenti. La sua compagna è italiana e insieme hanno due figli, di sedici e tredici anni.
La strada che lo conduce al Carpe Diem è ricca di esperienze e sperimentazioni. Quando era più giovane, in Jamaica, ha iniziato a studiare giurisprudenza all’università. Ha lasciato gli studi per aiutare economicamente la famiglia, composta da dieci figli. Negli anni ’80 il padre di Randy, falegname di professione, portava ancora addosso i segni e gli effetti della schiavitù. Conduceva una vita faticosa, racconta, e affiancarlo nelle sue mansioni lo ha spinto a cercare un’emancipazione dalla precarietà che aveva conosciuto. Frequenta una scuola alberghiera perché la cucina è sempre stata una sua grande passione. Quando poi in Jamaica ha avuto l’opportunità di lavorare in un bar, ha capito – con entusiasmo - che avrebbe voluto trasformarla in un’attività redditizia.
A ventisei anni parte e si trasferisce in Italia. Lavora come cuoco, svolge per tre anni un apprendistato all’interno di una gelateria-caffetteria e inizia come barman nei turni serali presso il Carpe Diem. Adesso è il direttore di sala del locale.
I precedenti proprietari del bar hanno aperto l’attività nel 2009 quando <<qui intorno non c’era niente, era tutto un grande cantiere>>, racconta Randy.
Consolida un’esperienze e relazioni positive. Il lounge bar è specializzato in aperitivi e la maggior parte dell’attività si svolge nelle ore serali. È un’ambiente sicura, spiega Randy, << dove le famiglie possono venire, lasciare i bambini mentre fanno un giro o organizzare le feste di compleanno per i ragazzi>>.
Da quando è arrivato il quartiere si è trasformato molto e rapidamente, grazie soprattutto all’insediamento delle grandi aziende. Non tutti gli interventi però, secondo lui, sono stati dei miglioramenti. Come ad esempio l’eccessiva cementificazione del territorio che, da amante del verde, considera limitante per una gradevole fruizione degli spazi, << preferisco vedere alberi che palazzi>>.
Per Randy il senso di comunità è accoglienza, ospitalità, apertura e disponibilità verso gli altri. <<In Jamaica è tutto un ‘buongiorno’, un salutarsi. La gente è più povera ma anche più inclusiva, qua se non conosci una persona non ci parli. Sai cos’è… le persone qui tendono a mettere tanti scudi davanti, forse per proteggersi. A casa mia non è così. Quando sono in Jamaica mi sento più libero, di esprimermi e tutto>>. Ipotizza che ciò derivi e sia legato alla predisposizione delle persone verso uno stile di vita più semplice, genuino, orientato alla condivisione dei piccoli momenti di felicità.
Per Randy un modo di sollecitare la socialità può passare dai momenti di festa. Utile sarebbe predisporre maggiori luoghi di aggregazione affinché svago e leggerezza vengano vissuti anche al di fuori della dimensione famigliare <<bambini che giocano insieme, le mamme che si conoscono>>.
Oltre al tempo speso con la sua famiglia, la sua vita è primariamente incentrata sul lavoro e lo studio. Per questo in futuro vorrebbe ritagliarsi maggiore spazio di libertà e spensieratezza. Vorrebbe tornare in Jamaica un giorno, comprare una barca per andare a pescare. Restituire alla comunità di origine un aiuto concreto, costruendo opportunità lavorative per le persone meno fortunate <<così che non debbano cercare per mangiare e per pagare>>.
Per Randy è estremamente importante coltivare uno sguardo multiculturale aperto al mondo e alle sue differenze: <<Vedere cosa c’è altrove per capire cosa sia davvero importante. Molte persone invece, vivono e basta, senza sapere perché>>.
Ass. Rogoredo siamo noi! ALPOSTOGIUSTO
Ass. Rogoredo siamo noi! ALPOSTOGIUSTO
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Rogoredo, 45, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Monica, Lauretta e Maurizio sono tra i primi abitanti della Rogoredo “vecchia” che ho il piacere di conoscere. Ci mettiamo in contatto tramite la pagina FB “Rogoredo siamo noi!” che raccoglie quotidianamente e in maniera informale, notizie, annunci e materiali d’archivio del quartiere. Presso i giardini di via Rogoredo (sede simbolica scelta dall’associazione, attiva soprattutto nelle strade e tra la gente), in un freddo pomeriggio di marzo, avviene così un incontro prezioso e illuminante da cui si svilupperanno tanti altri scambi, contatti e racconti.
"Rogoredo siamo noi! ALPOSTOGIUSTO" è un’associazione informale che nasce da un gruppo di volontari e abitanti del quartiere intorno al 2016, in seguito all’emergenza sociale sanitaria di tossicodipendenza in via Sant’Arianna (alias, il boschetto della droga), con l’obiettivo di sensibilizzare gli abitanti e la città circa la situazione in atto. Per richiamare l’attenzione delle istituzioni i volontari si impegnano in manifestazioni e iniziative locali, con il sostegno poi anche del Municipio. Musica, mercatini, streetfood, momenti di festa come “La primavera dei giardini” e “La sera delle lanterne”, iniziano così ad animare i luoghi del quartiere, invitando le persone a ritrovarsi in strada e nei giardini. Queste ultime, raccontano, furono due giornate di grande successo, un momento di luce durante un periodo buio: <<Qui la festa e di là la morte>> sospira Monica indicando lo spazio oltre il cavalcavia. Contrastare il dolore con uno spirito gioioso, affamato di vita. È stata questa una delle prime risposte della comunità.
Passato il picco emergenziale della tossicodipendenza i volontari dell’associazione si dicono “più rilassati” ma comunque attivi nel mantenere un presidio sensibile e continuo. Il problema della droga aveva destato grande preoccupazione, affermano, e ieri come oggi è sull’informazione e la prevenzione che è importante lavorare, soprattutto attraverso i canali scolastici educativi. Non solo verso le dipendenze ma per tutte le fragilità che possono interessare i giovani, come il bullismo, che i volontari evidenziano come una questione sempre più presente ed incisiva.
Rogoredo è molto più della narrazione circoscritta e stigmatizzante spesso perpetrata dai media. È un luogo vivo e pulsante che non ha bisogno di condizioni problematiche affinché si mantengano vive la partecipazione e la vicinanza tra i suoi abitanti.
Il quartiere, racconta Lauretta, nasce sulle vecchie fabbriche-acciaierie Montecatini e Redaelli e si fonda su una rete di famiglie operaie e di impiegati. Lei fino a 9 anni ha vissuto in una casa di ringhiera, il Rebuscin. In estate, ricorda nostalgicamente, si radunavano tutti insieme in cortile, le mamme ai lavatoi con i panni e i bambini poco più in là a giocare. Per Maurizio Rogoredo è un quartiere-paese e citando Iannacci spiega che è una realtà fatta di persone che vivono in maniera simbiotica ogni situazione. Aggiunge che in passato erano molti di più gli spazi adibiti all’aggregazione e allo svago, come le sale da ballo del Sud Est e il cinema Atlantico (prima ancora conosciuto come il Socula, dal rumore degli zoccoli a contatto con il pavimento) preso d’assalto nei fine settimana. Questo spirito associativo, dicono, è rimasto impregnato nell’aria: pur non disponendo di molte risorse o luoghi di aggregazione, i giovani riescono a portare avanti quella socialità semplice e spontanea tra le panchine dei parchi.
Orgoglio e commozione trapelano anche dalle parole di Monica. Lei arriva a Rogoredo dopo aver vissuto nelle vicine zone del Corvetto. Per lei il quartiere, la vecchia Rogoredo specialmente, è unica nel suo genere. È una piccola realtà, tutti si conoscono <<la gente mormora. Tutti sanno tutto di tutti>>. La disponibilità delle persone, le chiacchere sull’uscio dei negozi, gli anziani che si ritrovano ogni giorno al bar per il caffè o il bianchino in compagnia. Per loro, custodi di un sapere straordinario, in occasione di un Natale hanno allestito un albero con le vecchie fotografie d’archivio fornite dalla Società Sportiva Rogoredo84: emozionante, raccontano, è stato vedere gli abitanti più longevi avvicinarsi e riconoscersi in quelle immagini del passato. Ritengono che sarebbe bello dare spazio nelle scuole ad alcuni cittadini affinché tramandino la memoria storica e le tradizioni del quartiere, per preservarle e fornire modelli positivi di riferimento.
L’aspetto più significativo della comunità su cui ALPOSTOGIUSTO desidera porre l’accento è il carattere solidaristico e inclusivo dei suoi membri: durante la pandemia, ad esempio, tutti si sono uniti in supporto di chi si trovava in maggiore in difficoltà. Ciascuno, con le proprie possibilità, ha offerto quanto poteva in termini di tempo, risorse alimentari, aiuti economici e calore umano: <<Rogoredo si è sentita in dovere di aiutare chi in quel momento non aveva niente, nemmeno un tetto>>.
Per il futuro, sono tanti gli auspici: un potenziamento dei luoghi di aggregazione e delle possibilità di espressione per i giovani. Fornire un maggiore sostegno agli anziani. Costruire una reale integrazione del Palazzetto dello Sport e della nuova sede del Conservatorio (specializzata in musica jazz, elettronica e popolare) nel tessuto urbano, affinché si rafforzi un dialogo per e nel territorio. Il superamento delle settorializzazioni intra-territoriali (Rogoredo, Santa Giulia, Merezzate) riconoscendo e valorizzando la comune appartenenza storica e identitaria. Preservare il senso di comunità e uno stile di vita a misura d’uomo. L’educazione delle nuove generazioni alla cura delle tradizioni e dell’ambiente. Un maggiore supporto ai commercianti della zona.
Servizi come la Stazione ferroviaria, i centri sportivi e la presenza attiva della Parrocchia sono altri elementi di forza importanti per la comunità.
Ikram & Arianna
Ikram & Arianna
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 14, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Arianna e Ikram stanno passeggiando tra le strade di Merezzate quando entrano incuriosite dentro lo spazio living dove condivideranno la loro storia. Sono due carissime amiche, conosciutesi qualche anno prima in università. Due anime affini e al contempo complementari, traboccanti di allegra simpatia.
Ikram, nata e vissuta in Marocco fino ai 3 anni, attualmente vive in zona Affori. È qui a Merezzate perché, con l’aiuto di Arianna, sta cercando di individuare dei bambini che possano entrare a far parte di un campione sperimentale con cui testare un App che sta sviluppando. Hanno studiato entrambe Informatica o, come ci tengono a precisare, Computer Science. Il progetto di tesi è centrato sullo sviluppo un applicazione web che aiuti le persone a mettersi in contatto tra di loro, avendo come target specifico gli anziani e i bambini. La recente esperienza del Covid ha infatti avuto un impatto drammaticamente disgregante sulle relazioni affettive familiari, impedendo per lunghi periodi a nonni e nipoti di trascorrere del tempo insieme. Questo progetto si prefigge, attraverso il potenziamento di scambi e contatti virtuali, di rafforzare dimensioni psicologiche quali l’umore e le reti sociali nei soggetti più sensibili, aumentando la percezione di vicinanza con gli altri significativi e contrastando al contempo gli effetti negativi della solitudine, che possono sfociare anche in forme depressive più o meno gravi.
Arianna vive invece vicino a San Martino, a Rogoredo, dove trascorre gran parte della sua quotidianità sin dall’infanzia. Fa parte della realtà oratoriale del quartiere, svolgendo attività di educatrice con i ragazzi delle medie e delle superiori. Frequenta la magistrale di Informatica con specializzazione in Intelligenza Artificiale e Machine Learning e, racconta, si avvicina a questo campo perché è da sempre attratta dalle materie scientifiche.
Ikram e Arianna condividono diversi interessi ma primo fra tutti c’è forse l’amore per il cibo e la cucina. Un cibo buono, di qualità, senza limiti geografici di provenienza. Insieme hanno anche frequentato alcuni Corsi gratuiti offerti dal Comune di Milano (presenti in tutti i Municipi) che considerano una bellissima opportunità sul territorio perché consentono a tutti di sperimentare liberamente e in maniera accessibile una gamma vasta di servizi.
Ikram si descrive come una persona timida e discreta, oggi più per scelta e propensione caratteriale, ma che in passato -soprattutto da bambina – ha dovuto affrontare esperienze dolorose legato al bullismo. Pone l’accento, con risoluto trasporto, sulla necessità - spesso disattesa da alcuni decenti e adulti – di proteggere i più piccoli in situazioni di fragilità e ingiustizia. Anche Arianna si descrive, soprattutto da bambina, come una persona timida e riservata. Frequentare l’oratorio l’ha aiutata a diventare più espansiva, allargare la sua rete relazionale e conoscere persone preziose. In oratorio, dove è animatrice, le piacerebbe trasmettere ai più giovani quel senso di attenzione, cura e dolcezza che faccia sentire meno soli. Entrambe sono animate da grande passione verso il contrasto all’isolamento, la tutela dell’infanzia e la responsabilizzazione in età adulta verso se stessi e il contesto.
Tra gli elementi di ricchezza del quartiere, Arianna identifica l’oratorio come punto di aggregazione per la comunità, anche se un cambio generazionale di mentalità e il post-Covid ne hanno diminuito la partecipazione. Anche la Strarogoredo e le feste di quartiere sono occasioni positive a cui partecipare. È importante, secondo lei, mantenere un approccio aperto e disponibile verso le iniziative del territorio e tra i suoi auspici c’è la rinascita dell’oratorio e della sua centralità per le persone.
Ikram è portatrice di una duplice appartenenza, quella marocchina e quella italiana, ed entrambe occupano uno spazio profondo e speciale da un punto di vista identitario. Il mantenimento delle tradizioni di origine viene portato avanti attraverso le festività significative, così come mediante il cibo e la cucina; strumenti però anche di integrazione e vicinanza con la cultura italiana: <<non so chi sia più italiano, se un italiano o mia mamma>> la quale, racconta Ikram ridendo, a volte dichiara intensamente <<voglio proprio preparare una buona pasta fresca con i pomodorini>>. Come spesso accade ai ragazzi di seconda generazione, elaborare la doppia appartenenza è un processo complesso e in continuo sviluppo: Ikram si definisce fortunata :<<ci sono due persone in me, quella italiana e quella marocchina. Tante persone hanno questa esperienza, chi invece no non sa cosa significa. Andare a vedere un paese come turista non è come viverlo o avere lì delle origini. (Avere una duplice appartenenza) è bello, perché ti senti unica>>.
Arianna immagina il senso di comunità come tante persone sorridenti insieme, una mano tesa pronta ad aiutare. Per Ikram le mani sono due e si battono il cinque, come nella pubblicità dei biscotti Ringo. Comunità è essenzialmente solidarietà. Per il futuro Arianna si augura che le nuove generazioni abbiano a disposizione ambienti accoglienti e stimolanti come è stato per lei l’oratorio (non un luogo esclusivo per i soli credenti, dice, ma una comunità che aiuti nella crescita e nell’introspezione) e per se stessa, di raggiungere presto l’autonomia economica e professionale che desidera. Anche Ikram spera di veder crescere vivibilità e iniziative di aggregazione. In generale credono nell’importanza di alimentare le occasioni di confronto e di garantire attività gratuite accessibili a tutti.
Nello Spazio Living di via Colorni 14 immaginano una vasta gamma di attività che si potrebbero organizzare o a cui parteciperebbero volentieri, come ad esempio: co-studying, co-working, serate e giochi di società, momenti culinari, ritrovo per gli anziani, tavoli tematici e una base per la radio dei giovani di quartiere.
Lavanderia Stireria H20
Lavanderia Stireria H20
- Merezzate/Santa Giulia
- CZ
- Via Monte Palombino, 8, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
Iryna è una ragazza energica, dalla voce squillante e lo sguardo intenso. Stacanovista, dolce, brillante. Ci siamo incontrate molte volte prima di girare ufficialmente la nostra intervista. Ogni volta, arrivando alla soglia del suo negozio, la trovavo indaffaratissima, sommersa di piumoni, camice e cappotti. <<Questa è la situazione qui>> commentava da dietro il bancone, con un sorriso stanco ma felice. Sembrava difficile concordare un appuntamento, trovare un lasso di tempo in cui parlare senza che entrasse qualche cliente a ritirare o portare qualche ordine. Alle sue spalle, lungo tutto il perimetro e le pareti del piccolo negozio in Via Monte Palombino 8, un’inquantificabile mole di lavoro si rinnovava via via ogni giorno che la incontravo, mantenendo intatta solamente la sua, davvero ingente, quantità. Da subito Iryna mi spiega che sembra tutto un caos questo ammasso di vestiti e coperte, ma in realtà c’è un ordine precisissimo per ogni cosa, un sistema capillare di organizzazione che le consente di muoversi e lavorare con grande efficienza. Ed in effetti, tra le prime sfumature che emergono di Iryna c’è proprio la sua dedizione al lavoro, un’indole organizzata ed efficiente, la capacità e in un certo senso il bisogno di occuparsi di tante cose, di restare sempre in movimento, di dare sfogo alla sua poliedrica creatività.
La Lavanderia Stireria H20 apre in un momento particolare, <<buffo>> dice lei, poco prima del covid e del periodo di chiusure che avrebbero interessato le attività commerciali nel paese. Nonostante le difficoltà, Iryna si dice soddisfatta di come si è evoluta la situazione e di poter seguire un’attività che le piace e la rende felice. Già durante i nostri brevi incontri nei mesi precedenti era affiorato un passato ricchissimo di esperienze. Iryna nasce infatti come pianista e per tredici anni della sua vita si dedica alla musica. In seguito si specializzerà come parrucchiera e aprirà un suo negozio. Lavorerà anche nel mondo dell’interpretariato grazie alle sue competenze linguistiche (nasce in Repubblica Ceca e vive poi in Ucraina fino alla maggiore età). A 19 anni parte per l’Italia e da subito si cimenta professionalmente perché, dice lei, <<stare ferma non mi piace>>. Un giorno, insieme al marito, decide di avviare l’attività della lavanderia e stireria che, in seguito alla chiusura di una sartoria di quartiere, si è poi specializzata anche in riparazioni e ricami.
Rogoredo le piace molto, la definisce “una famiglia gigantesca” nelle accezioni positive che questa immagine può evocare. Lo definisce un ambiente cordiale, sicuro, dove si lavora bene, caratterizzato da una buona sintonia tra le persone. Una peculiarità del quartiere e delle sue trasformazioni, per Iryna, è nel suo continuo ricambio dinamico di persone e attività commerciali. Non rintraccia aspetti di particolare fragilità che necessitino di miglioramenti, anzi si dice soddisfatta dei servizi e delle risorse che offre.
Passa un’abitante, la saluta, lei ricambia, mi guarda <<Qui è così, mi salutano tutti, io conosco tutti>>.
La familiarità costruita negli anni non si riflette sono nelle relazioni informali ma anche nel suo lavoro: ricorda e riconosce perfettamente i volti e i nomi di tutti i suoi clienti. Ma c’è anche un aspetto più profondo e meno performante: le contromarche numerate, mi spiega, servono a distinguere le cose, ma le persone non sono numeri sono persone. Ed è così che la meticolosità di Iryna diventa innanzitutto espressione di cura verso gli altri. È in questo atteggiamento serio e affettuoso che rintraccia l’origine di un’esperienza reciprocamente positiva con il quartiere e i suoi membri.
Per Iryna il senso di comunità corrisponde all’unità tra le persone, allo scambio di idee, all’aiuto reciproco, alla comprensione e alla tolleranza.
<<Senza sogni non si vive. Bisogna essere sognatrici e sognatori>> sospira guardando fuori dalla vetrata del negozio, anche se decide di non condividere quelli che si porta dentro, forse per scaramanzia o semplicemente per discrezione.
Per il futuro, augura a tutti di trascorrere delle buone vacanze, di stare bene, di fare scorta di energia per affrontare la frenesia della quotidianità e, in generale, una buona vita.
Annamaria
Annamaria
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Annamaria, classe '42, nasce a Rogoredo nelle famose case dei ferrovieri oltre il cavalcavia, vicino a quello che oggi è tristemente noto come "bosco" della droga. Ricorda quegli alloggi come case bellissime, avanguardiste per l'epoca perché dotate di servizi igienici. La sera in cui è nata la città era squarciata dai bombardamenti: ottant'anni dopo, aggiunge con tristezza, ancora c'è la guerra e ancora nascono bambini nei rifugi. Ed è dall'immagine di un rifugio che inizia il racconto nostalgico di Annamaria, dei santini appesi ai muri durante la guerra e rinvenuti intatti durante le recenti ristrutturazioni.
Annamaria inizia come stenodattilografa in un'azienda privata e prosegue poi nelle ferrovie dello Stato tramite uno dei primi concorsi come capostazione, dopo che venne rimosso il divieto di accesso alle donne imposto durante il fascismo. Nonostante il cambio formale, le donne non erano comunque accettate all'interno degli impianti e venivano quindi mandate all'Ufficio Informazioni della Stazione Centrale. Tre donne, nessun computer moderno, folle lunghissime e una grande mole di lavoro.
Svolge volontariato in ospedale per molti anni tramite A.V.O. Quando entra in pensione, si occupa dei nipoti e affronta alcuni problemi di salute. Si mantiene in forma con un po' di attività fisica settimanale, frequenta il coro della chiesa ed è membro attivo del Centro di Ascolto della Caritas Parrocchiale.
Si definisce una persona fortunata, autonoma, propensa ad aiutare il prossimo, sempre desiderosa di ascoltare e scambiare due parole con chi incontra. Dopo la pandemia, spiega, c'è molta gente sola che ha paura. Sottolinea le fragilità familiari intorno a lei, specialmente delle mamme, verso le quali mostra una particolare sensibilità.
Essere una comunità, per Annamaria, è cambiato molto negli anni. Ricorda lo stare insieme di una volta, giocare all’aperto, i gelati, la condivisione di un’anguria, le “castagnate”, i festival dell’Unità e dell’Avanti, le commedie in oratorio. Attraverso i concerti in chiesa si cerca di rianimare il quartiere, ma secondo Annamaria con la Pandemia qualcosa si è spezzato.
Tocca il tema della sicurezza <<il periodo in cui andavi avanti e indietro da sola (per le strade) non c’è più>>, prende in considerazione il tema della multiculturalità ed evidenzia i principali mutamenti del quartiere. Tra tutti, è soprattutto la sempre più esigua frequentazione dei luoghi di aggregazione da parte degli italiani a rattristarla, la maggior parte sono stranieri. Secondo Annamaria, possibili problemi di integrazione interculturale si verificano laddove si protraggono limitazioni e svantaggi a carico delle donne, che ostacolano innanzitutto una piena partecipazione alle attività della comunità. In generale osserva una bassa partecipazione delle famiglie straniere agli eventi promossi in quartiere. Allo stesso modo però, riconosce una certa resistenza degli “autoctoni” a ricercare l’integrazione: tipica dei “rogoredesi”, secondo Annamaria, è un po' la difficoltà ad aprirsi alle novità e ai cambiamenti (prima con le migrazioni dal sud Italia, oggi con le migrazioni internazionali).
Una maggiore integrazione, a partire dall’infanzia, attraverso il gioco e tra le famiglie, è il primo desiderio che Annamaria auspica per il futuro. Ma anche un ritorno alla convivialità e all’aggregazione spontanea e gioiosa tra le persone, attraverso la musica e il cibo. Tante sono le iniziative e le risorse del territorio (capitanate ad esempio dalla realtà del Circolo Mondini), poca, talvolta, è però la partecipazione delle persone.
Per descrivere il vivere insieme del quartiere in cui è cresciuta e cosa sia per lei il senso di comunità, Annamaria sceglie un’immagine semplice, i ciliegi in fiore nel vialetto sotto casa sua. Quasi a voler sintetizzare la complessità di trasformazioni e significati di cui è stata ed è testimone, aggiunge:<<io ti dico la verità: tante volte alla sera, ad una certa ora d’estate, mi metto qua seduta da sola. C’è un volo di rondini, di su di giù, che squittiscono, che è uno spettacolo eccezionale. Poi ci sono gli aerei che vanno a Linate che sono il richiamo alla realtà>>.
20138 Open Barre di Minu
20138 Open Barre di Minu
- Merezzate/Santa Giulia
- RO
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Il nome "20138 Open Barre" nasce da uno “svarione”, una divagazione creativa in sostanza. Termine efficacemente evocativo di un’intuizione spontanea, fortemente radicata nell’appartenenza familiare del proprio contesto, e allo stesso tempo semplice, riconoscibile, come il CAP del quartiere, 20138. Un numero che raccoglie dentro un’intera comunità, senza distinzioni, e che vuole diventare simbolo di valorizzazione e di riscatto.
Si tratta di un progetto musicale che vuole provare a dare spazio e voce a chi non ne ha o non può permetterselo. Il progetto nasce da passeggiate in solitaria piene di riflessioni e di idee, si sviluppa attraverso strumenti basici come il telefono, insieme a conoscenze pregresse e a nuovi incontri per strada. I contenuti vengono pubblicati il venerdì e si accompagnano anche di materiale fotografico raccolto tra le strade del quartiere.
La musica è il cuore pulsante, non solo del progetto, ma delle passioni che animano Minu. È una passione, racconta, che lo rende felice e lo lega a chi, come lui, coltiva questo amore. Vi si avvicina dopo l’infanzia, in particolare con I Club Dogo e brani come “Killer Game” di Salmo, Madman e Gemitaiz, catturato dalle immagini del video. Con il tempo cresce in lui la connessione, il legame, con i testi e le parole dei brani che incontra: sentimento questo che continuerà ad aumentare ininterrotto, portandolo ad approfondire quanto più possibile tutto il materiale che incontra. La narrazione criminale insita in alcune sfumature del genere rap non è qualcosa che Minu apprezzi particolarmente; tra i nuovi artisti più popolari fa fatica a individuare qualcuno capace di raccontare storie interessanti e autentiche. L’ambiente musicale giovanile contemporaneo, secondo Minu, è caratterizzato sempre di più da uno spostamento verso il virtuale e le logiche economiche. Resistono tuttavia alcune iniziative di aggregazione e condivisione spontanee, simbolo di un fare musica collettivo e primariamente appassionato (il freestyle al muretto del Duomo, il barrios in Barona, i concerti, etc).
Anche a Rogoredo si possono incontrare situazioni simili: nascono, magari per caso, alle panchine di un parco. Ci si trova, si sta insieme, poi qualcuno tira fuori il telefono e mette su una base. Il potenziale c'è, scorre e accumuna molti ragazzi della zona. Sarebbe utile potenziare alcuni luoghi per favorire questi incontri ma la mancanza di fondi, commenta Minu, può essere un ostacolo. In questo senso "20138 Open Barre" si configura come una risorsa per la comunità: il progetto, infatti, comprende l'idea di un contest che offra sì visibilità, ma anche un punto di riferimento concreto, un luogo di ritrovo per gli artisti, uno studio di registrazione ben equipaggiato a cui accedere indipendentemente dal budget di partenza.
Minu nasce in Romania, vive per alcuni anni in un'altra zona di Milano e arriva a Rogoredo circa 15 anni fa. Con affetto mi dice che sono tante, per lui, le qualità del quartiere: piccolo, accogliente, pieno di zone verdi, dove la maggior parte delle persone è disponibile e socievole. "20138 Open Barre" vorrebbe valorizzare, attraverso la musica e gli artisti, proprio quelle dimensioni positive che nei contesti più periferici subiscono gli effetti delle settorializzazioni e delle stereotipizzazioni superficiali.
Comunità significa fare del bene con e per la gente, mi dice Minu. La musica diventa uno strumento prezioso. Ma anche i campi da Basket e i parchi diventano possibilità di incontro in cui fare festa e stare insieme. << Qui si tende spesso a stare insieme>>.
Non identifica particolari aspetti da migliorare nella zona, si tratta di un contesto piccolo senza troppi problemi, dove si respira sicurezza e vivibilità.
Per il futuro gli orizzonti del progetto hanno un retrogusto internazionale: Parigi potrebbe essere una possibile destinazione, ma anche rimanendo in quartiere l’auspicio è di collaborare con sempre più persone diverse, provenienti da tutte le parti della città e del mondo.
“Tutto il mondo è quartiere” di Ensi è per Minu una canzone molto bella, cruda, capace di raccontare il senso di comunità. Il messaggio, per Minu, è che basta poco, un pretesto qualsiasi, per condividere qualcosa di se stessi, parlare, fare amicizia, socializzare e sentirsi parte di un insieme più grande, al di là delle singole e reciproche differenze
Andrea
Andrea
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Andrea ha 21 anni, è nato in Calabria e nella prima infanzia si trasferisce con la famiglia a Milano, nel quartiere di Città Studi. È andato da poco a vivere da solo in zona Pioltello.
Principalmente si occupa di video e grafica, ma lavora anche nell’attività dei genitori presso la Cartoleria Live Brige in via Monte Cengio 6. Esperienza questa che attraverso il contatto con il pubblico lo sta aiutando molto ad affinare le sue competenze socio-relazionali.
È un appassionato di sport, soprattutto di calcio, motori e di gokart; momenti che rappresentano per lui una piacevole valvola di sfogo. Anche la cucina è un’attività che coltiva con grande interesse: si dice aperto all’esplorazione delle proposte etniche di tutto il mondo, mentre ai fornelli si dedica alla sperimentazione di ricette e sapori principalmente mediterranei.
Rogoredo è per Andrea un punto di riferimento primariamente lavorativo: non lo vive come abitante ma lo conosce attraverso le mura della Cartoleria. Diversamente dall’atmosfera talvolta svuotata e dispersiva di alcune periferie o dalla frenesia e l’impersonalità del centro città – con un ricambio continuo di persone e la difficoltà a creare relazioni - in questo quartiere, dice, si respira un particolarissimo clima di paese in cui tutti si conoscono, dove facilmente si riesce a entrare nell’ambiente perché si viene coinvolti spontaneamente dalla comunità. Ed è proprio lo spirito aggregativo, il forte senso di comunità (che definisce come tranquillità e rispetto tra le persone) una delle caratteristiche che Andrea immagina nel descrivere la sua “città ideale”, insieme ad una ricca prossimità di servizi. Disporre di maggiori risorse sul territorio e migliorare le realtà urbanistiche e umane più “degradate”, sono per Andrea, i due maggiori elementi che richiedono cura e potenziamento all’interno del quartiere.
La vivace vivibilità, il calore, la coesione e la solidarietà tra le persone sono elementi che ha sperimentato sulla propria pelle durante un viaggio in Romania dove, in futuro, gli piacerebbe fare ritorno. Anche se con un bacino di servizi ancora in via di sviluppo, l’atmosfera da piccolo paese e i costi della vita più accessibili la rendono una realtà attraente dove immagina di poter aprire un giorno un suo studio pubblicitario.
Pensando alle nuove generazioni e a quali azioni possano incidere sul loro benessere, Andrea si sofferma sull’impatto positivo delle aree verdi come luoghi di ritrovo: un parco spazioso, tavoli all’aperto, un clima ideale per ritrovarsi, studiare o semplicemente rilassarsi.
Ass. 4Gatti: Compagnia Teatrale
Ass. 4Gatti: Compagnia Teatrale
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Romualdo Bonfadini, 120C, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
“4Gatti” non è un’associazione, ma una compagnia teatrale che nel ‘99 inizia con i primi laboratori nelle scuole di teatro e si costituisce formalmente nel 2001. Un giorno, i quattro membri originari del gruppo seduti ad un tavolo scelgono di chiamarsi così come si sentivano “4Gatti”. In seguito due dei componenti prenderanno altre strade, tra cui Elisabetta che ha poi aperto la scuola di musica “Ottavanota”.
Momò e GB nascono come Clown e infatti si conoscono ad un corso di giocoleria e clownerie. Tra i due partner è stato <<amore a prima vista>> dice Momò, come due gocce in perfetta sintonia. L’essenza di 4Gatti è il lavoro con i bambini, la cura dei dettagli, la passione e l’autenticità che riescono a comunicare ai loro spettatori. Un amore che si esprime anche attraverso la realizzazione manuale dei costumi di scena e delle animazioni.
Nei quartieri Rogoredo e Taliedo avviano diversi laboratori teatrali nelle scuole. Dal 2014 mettono in piedi una rassegna teatrale di quartiere “Areoplanini di carta” dedicata alle famiglie, che si svolge ogni anno da ottobre a febbraio. La chiamano così perché a fine di ogni spettacolo costruiscono dei piccoli areoplanini insieme ai bambini, e, soprattutto perché il quartiere di Rogoredo nasce intorno all’Acciaieria Redaelli e vicino al il primo campo volo italiano della famiglia Caproni. Queste due realtà, racconta Momò, hanno fatto molto per il quartiere potenziandolo di scuole, presidi medici e cooperative. L’ingegnere Caproni, in particolare, si appassionò alla costruzione della Scuola Materna Caproni la cui peculiarità, osservata dall’alto, è la struttura a forma di biplano con corpo centrale, ali e coda. << È bellissimo perché vai in una scuola in cui ti insegnano a volare. Abbiamo voluto omaggiarlo nella rassegna>> spiegano.
Molte le collaborazioni con artisti di fama internazionale, come i Tre Chef legati al Cirque du Soleil, Vico Faggi, i Fratelli Caproni. Cura dell’autenticità e della tradizione, insieme al coinvolgimento appassionato della comunità sono due dei pilastri principali della compagnia. Anche se gli spettacoli didattici sono i più richiesti dagli insegnati, aggiungono, loro preferiscono dare spazio alla rappresentazione di temi quali il sogno, la vita, il gioco, l’amicizia, la condivisione di storie e il sapersi divertire. <<A volte ci dicono quanta poesia nei vostri spettacoli!>>
Moltissime le iniziative e i progetti attivati nel quartiere attraverso un lavoro di rete: animazioni, la partecipazione ad eventi come “Verde Festival” e in reti informali come “Tessere Legami”, l’ideazione di cacce al tesoro come “Prova a prendermi” per legare le associazioni agli spazi del quartiere attraverso l’uso del gioco, incentivare la cura del bene collettivo e l’esplorazione del territorio. Durante le riaperture post covid, grazie al sostegno del Parroco Don Marco Eusebio, hanno pensato di realizzare tre eventi all’aperto. 1) Insieme ad altri colleghi, tra cui una compagnia specializzata nei “Viaggi di Giovannino”, hanno permesso alle persone di assistere, partecipare e interagire lungo un percorso espositivo intorno agli spazi esterni dell’oratorio. 2) Con la compagnia e associazione culturale “La Corte della Carta” hanno poi organizzato dei laboratori centrati sulla produzione della carta con tecniche medievali. 3) Infine la “Biblioteca viventi degli artisti” realizzata in primavera dove le famiglie tramite QR Code potevano visionare alcune opere famose, assistere a diverse esibizioni e dialogare poi con il performer. Dopo il Covid e il clima restrittivo imperante, spiega GB, questo evento è stato un incontro commovente non solo per il pubblico ma anche per gli artisti. Alcuni spettatori <<alla fine sono usciti piangendo>>. Chi si è esibito ha potuto spiegare poi cosa significa prendersi cura di un luogo, cosa lo spinge ad attivare la cultura per quel quartiere e perché ha scelto di intraprendere questo tipo di carriera.
Per rispondere a questi quesiti, GB racconta che il suo percorso inizia nell’oratorio del quartiere Taliedo e, dopo una formazione accademica in Ingegneria, decide di seguire il suo cuore e lavorare con e per i bambini. Per lui la cultura è ricchezza indispensabile per poter andare avanti nella vita. La cura del dettaglio che mettono nel loro lavoro, aggiunge, è metafora della cura che hanno verso l’altro. Momo non trova subito le parole per descrivere la ragione che l’hanno avvicinata a questa professione poi ricorda di quando andò a teatro con la scuola a vedere “l’Arlecchino servitore dei due padroni” e di come rimase toccata dal coinvolgimento provato in quel momento; l’idea di poter portare la gente in mondi altri, la percezione che grazie alla leggerezza e al gioco si riesca davvero a stare bene <<Quando ridiamo siamo tutti uguali […] il sorriso è universale e per questo tutti lo capiscono>>. In occasione di “Milano è viva”, bando e progetto culturale dedicato alle periferie di Milano (a cui hanno partecipato importanti compagnie teatrali come ATIR), hanno riproposto un’altra Biblioteca vivente degli artisti più ampia in 4 luoghi significativi del quartiere (scuola media di Merezzate, scuola primaria di Rogoredo, Circolo Arci Mondini) collegati a loro volta ad altri posti storici della zona. Evento questo che aveva come obiettivo anche quello di favorire l’incontro e l’integrazione tra i quartieri della città.
Il desiderio è, infatti, che il quartiere di Rogoredo venga conosciuto nella sua ricchezza di attività, associazioni e collaborazioni. La risposta degli abitanti locali è sempre molto sentita perché lo spirito aggregativo comunitario è molto forte in questa realtà meneghina. Minore è generalmente la partecipazione degli altri quartieri e delle persone proveniente da fuori.
Rispetto agli auspici per il futuro, il primo pensiero va alla compagnia e alla rassegna teatrale che desiderano far (ri)partire dopo un periodo di assestamento, per restituire alle famiglie la possibilità di divertirsi con leggerezza e a loro stessi, la valorizzazione e la dignità verso il lavoro che svolgono. Poi si rivolgono alle aziende come Sky affinché siano più attive e attente verso il quartiere, senza limitarsi allo sfruttamento delle risorse ma si impegnino concretamente (come fecero la Redaelli e l’ingegner Caproni) per una rinascita e una crescita del territorio, a partire dai servizi. Sperano che l’organizzazione delle Olimpiadi invernali coinvolga innanzitutto la comunità e i suoi membri. Si augurano maggiore visibilità e dialogo intorno al quartiere, ma anche che si mantengano vivi un forte senso di appartenenza e una grande voglia di giocare.
Ass. Passo Dopo Passo Insieme
Ass. Passo Dopo Passo Insieme
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
“Passo dopo passo insieme” è un’associazione di volontariato che si occupa di accompagnamento educativo attraverso lo studio. Nasce formalmente il 12 Aprile del 2003 a Sesto San Giovanni ma affonda le radici già nel 1999, mentre Michele era impegnato nel Servizio Civile di un doposcuola presso la parrocchia. All’inizio del percorso quest’attività viveva molto una situazione di sudditanza verso la scuola. In un primo step, con il nome “Amici del dopo”, l’Associazione configura le sue caratteristiche: 1) esperienza aperta a tutti, 2) rivolta agli studenti della scuola media e 3) propensa ad affidare l’esperienza a qualcuno che vi si dedichi professionalmente, non solo per volontariato. Nel giro di poco tempo il progetto si evolve e grazie all’incontro con uno psicologo psicoterapeuta che operava nelle carceri, viene affinato il metodo “Studiare bene senza avere voglia” che vuole sfidare l’alibi del non fare: l’orientamento del metodo, in sostanza, non è verso la prevenzione della devianza e si distacca dalla concezione medica dell’educazione per rivolgersi alla promozione del benessere. Un altro elemento peculiare dell’approccio è l’apertura verso tutti indistintamente, facendo sì che le origini e le narrazioni familiari, qualunque esse siano, non diventino stigmatizzanti o castranti per l’evoluzione dei ragazzi. Gli elementi cardine su cui si fonda il lavoro dell’associazione sono:
- Organizzazione
- Relazione
- Autonomia
- Autovalutazione
- Lavoro di rete, che si costruisce con proattività e perseveranza in una logica di ordinarietà, mediante incontri costanti. L’educazione non è un’emergenza, dice Michele, è un’esigenza. I minori sono soggetti, non oggetti, e hanno bisogno di essere accompagnati con la libertà anche di sbagliare.
L’Associazione si evolve poi in “Meglio dopo insieme”, e grazie ad uno sviluppo capillare sul territorio nel 2015 arriva anche a Rogoredo. L'obiettivo rimane quello di accompagnare i ragazzi e le famiglie, con qualità e cura, in un processo di crescita educativa. Vengono aperti anche degli Sportelli di supporto per utenti e volontari. L’associazione si impegna infatti a valorizzare il lavoro svolto dal terzo settore e il ruolo degli operatori: per garantire il tempo e le competenze necessarie all’efficacia del progetto, si cerca di sostenere e tutelare soprattutto le persone che vi si dedicano affinché siano motivate e gratificate.
Il quartiere, spiega Michele, si è da subito caratterizzato per l'altissima presenza di stranieri. Elemento questo che – soprattutto all’inizio – trovava espressione in una marcata separatezza inter-etnica nella partecipazione all’associazione. Pregiudizio da un lato e tendenza all’autoghettizzazione dall’altro.
I ragazzi che ha incontrato lungo il suo percorso hanno manifestato primariamente il bisogno di essere ascoltati e accompagnati. Oltre alla gentilezza e al senso civico però, sottolinea Michele, occorre anche contrastare le deriva dell’individualismo e dell’egocentrismo del nostro tempo. <<Insegnare che le cose belle vanno mantenute>>. Combattere la logica del “tutto è concesso” e ravvivare nei ragazzi la consapevolezza che siamo sempre tutti connessi. Lavorare in gruppo e in grandi spazi comuni è in questo senso una strategia mirata a ridurre la conflittualità e a incentivare la collaborazione.
Il territorio ha bisogno di iniziative locali con un respiro mondiale, sostiene Michele. È importante aiutare i ragazzi ad uscire dalla comfort zone con un atteggiamento di ascolto, rendendoli protagonisti, ripartendo dalle piccole esperienze, alimentando la sinergia tra persone e servizi, impegnandosi nell’alfabetizzazione tecnologica delle nuove generazioni e mostrarsi loro coerenti e affidabili.
La comunità è per Michele un’idea tridimensionale che si poggia su: proattività, riflessività e incontro con l’altro.
Per il futuro si auspica di restare vigile e avere il coraggio di ascoltare i punti di vista esterni, senza perdersi nell’autoreferenzialità e mantenendo sempre viva la voglia di migliorarsi.
Omar Barber
Omar Barber
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Cengio, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Omar ha 22 anni e gestisce un’attività di barberie a Rogoredo, in via Monte Cengio 13. Ci arriva attraverso un percorso non immediato e lineare. Studia meccanica al liceo e dopo il diploma inizia a lavorare nel settore elettro-meccanico ma si accorge presto di non sentirsi appagato e appassionato come vorrebbe. Per un periodo torna a lavorare nell’attività di famiglia, una pizzeria del quartiere. Si descrive come una persona flessibile, con spirito di adattamento e la voglia di sperimentare, fare nuove esperienze. È per questa ragione che decide di buttarsi e realizzare un sogno.
Sei mesi fa apre il suo negozio di parrucchiere - barbiere per uomo, un servizio peraltro assente all’interno del quartiere. Questa passione nasce spontaneamente, quando a casa o al parco osservava i suoi amici tagliarsi i capelli e ne rimase affascinato. Si sta specializzando, con l’esperienza e all’accademia a cui si è iscritto, nello stile americano, caratterizzato da tagli grezzi e nello stile barber francese, con tagli lunghi, codini, sfumature dettagliate e punti luce di precisione. La base di riferimento è sempre lo stile italiano perché << il barbiere italiano è sempre stato simbolo in tutto il mondo di classicità e dettagli>>. Vorrebbe integrare nel suo approccio anche lo stile arabo << Mio papà ha origine marocchine>> spiega, amalgamando così non solo tendenze culturali e internazionali variegate ma valorizzando anche quel bagaglio identitario di duplice appartenenza che lo caratterizza. Mamma italiana e papà marocchino: << Ne ho sempre approfittato, ho cercato di prendere le parti più belle da entrambi i miei genitori >> e aggiunge << Mi ha aiutato molto questa diversità famigliare >>.
Omar racconta di essere profondamente legato al quartiere di Rogoredo, ma di aver sempre vissuto e girato anche nel resto della città costruendosi così, con solarità e socievolezza, una grande rete di amicizie e conoscenze. Intorno a lui percepisce e apprezza il processo di sviluppo ed espansione territoriale affermando << non è più un piccolo paese di periferia>>.
Crede nell’importanza di valorizzare il territorio e di condividere il bello che può offrire: <<Rogoredo ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo posto, conosciuto a Milano e famoso a livello regionale. Anche per questo non ho voluto spostarmi >>. Grande, dotato di servizi, trasporti, una rete di commercianti appassionati e aziende importanti come Sky. Secondo Omar occorre migliorare il livello di cura e attenzione verso il quartiere, favorendone uno sviluppo coeso e collettivo: <<Pensavo che Rogoredo vecchia tendesse a nascondersi, invece vedo che man mano si tira su le maniche e ce la sta facendo >> afferma. << Ammiro molto la gente di qui, è davvero forte >>.
Come esempio di dialogo tra tradizione e innovazione, passato e futuro, cita il progetto musicale “20138 Open Barre” di Minu, il quale attraverso l’incontro tra attori diversi del territorio e i loro talenti, si propone di valorizzare l’identità del quartiere e delle periferie in generale.
Per Omar la comunità è un’opportunità di condivisione e di svago; un luogo dove rilassarsi, trovare qualcuno che sappia ascoltare e accogliere la storia degli altri. E sono proprie le storie a riecheggiare ogni giorno tra le mura del suo negozio, soprattutto quelle degli anziani – le memorie storiche del quartiere. Attraverso i loro ricordi può camminare tra le strade del passato, brulicanti di latterie, fruttivendoli e operai delle vecchie acciaierie Redaelli e Montecatini. Le storie tramandano le esperienze di chi vive dietro l’angolo o di chi proviene dall’altra parte del mondo, per migrare o fuggire dalla guerra. << Questa cosa mi affascina molta. È importante il rispetto, comportarsi bene e tutto… ma la vita è anche accumulare. Penso che ciascuno sia portatore di un bagaglio e che sia importante saper attingere dalla ricchezza di ogni persona >>.
Per il futuro della barberia si auspica l’ampliamento del locale o l’apertura anche di altre sedi. Per sé stesso desidera affinare le sue competenze, frequentare nuovi corsi e ritagliarsi maggiore spazio personale per riprendere passioni come l’agonismo sportivo.
Rebecca
Rebecca
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Le sonorità brulicanti di sottofondo, che a tratti sovrastano il parlato, sembrano quasi simboleggiare le vivaci intensità - interiori e generazionali - di cui Rebecca si rende testimone.
Rebecca ha 21 anni e vive a Rogoredo dal periodo della prima adolescenza. Quando è arrivata conosceva del luogo perlopiù gli aspetti negativi che la narrativa comune tendeva ad accentuare. All’epoca era appena uscita da una fase difficile della sua vita e, racconta, ha subito incontrato tanti ragazzi della sua età che l’hanno fatta sentire accolta e accettata << L’anno che mi sono trasferita è stato forse il più bello della mia vita>> dice. A Rogoredo ha scoperto una realtà bellissima, sicura << mi trovavo benissimo a qualsiasi orario del giorno e della notte >>, piena di persone gentili, sincere, disponibili e solidali << che ti stanno vicino soprattutto se sei nuovo, per integrarti>>
Le sue passioni più grandi hanno a che fare con il mondo dell’arte, che è per lei uno spazio quasi terapeutico oltre che di svago.
Pratica il ballo dagli anni dell’infanzia, quando giocava con le amiche ed insegnava loro i passi di danza. Lo definisce <<la forma più bella che uno ha per esprimersi>>, per la sua duplice capacità di creare da un lato un contatto con le emozioni negative e dall’altro un modo con cui liberarsene. << Anche se sono triste>> dice << quando mi metto a ballare, attraverso i movimenti riesco a buttare fuori l’energia negativa e a ricaricarmi di un’energia buona>>. Sin da piccola pratica ogni tipo di genere di danza, dal classico al contemporaneo.
Anche il disegno rappresenta per Rebecca una forma di liberazione catartica attraverso cui tradurre le emozioni in immagini.
Ama scrivere, soprattutto le poesie.
Si definisce una persona selettiva, gelosa verso le sue passioni, motivo per cui farebbe fatica a mettersi in mostra, a condividere ed esibire i suoi talenti, che preferisce vivere in maniera privata.
I luoghi di riferimento per i ragazzi della sua età si concentrano principalmente intorno al Parco Trapezio, le panchine dei giardini e la Promenade di Santa Giulia. Il suo luogo del cuore è però il Parco delle Rose: ci va spesso con un’amica nelle belle giornate di sole, con un telo, le carte e gli incensi. <<È un posto dove rilassarsi, buttare giù i pensieri, entrare in contatto con la natura. È proprio risanante>>. Nel quartiere, secondo Rebecca, mancano però degli spazi pensati per i ragazzi e le attività artistico-culturali. Le nuove generazioni fanno fatica a lasciarsi andare, a vivere il momento presente in maniera autentica: tutto è quasi sempre mediato da un telefono e orientato ad uno scopo. << Servirebbe uno spazio per stimolare il lato creativo nei ragazzi e far sì che possano esprimere le loro passioni >>. In passato si era parlato di aprire uno spazio di questo tipo per favorire << l’incontro e la creazione di legami profondi tra i ragazzi >>.
Attraverso l’arte i giovani intorno a lei, dice Rebecca, esprimono sia il loro mondo interiore sia la consapevolezza di ciò che li circonda. Molti nel quartiere scrivono, cantano e producono musica. E nel farlo esprimono anche un pensiero collettivo, <<tutti vediamo tutto>>.
Per il futuro si auspica che il quartiere possa giovare di una meritata rivalutazione e valorizzazione. Da un punto di vista personale, Rebecca ha come grande sogno quello di andare a vivere in Spagna. Uscire dai confini ha un sapore sconfinato, lei desidera viaggiare. << Prendere un van o una casa mobile e girare il mondo. Andare, fermarmi quattro-cinque mesi in un posto, guidare di nuovo e spostarmi ancora >>.
È grande l’amore verso le culture e le lingue del mondo. Nonostante non abbia frequentato un liceo linguistico, parla svariate lingue straniere.
Per Rebecca relazionarsi con la diversità è un’esperienza che aiuta a crescere, a sviluppare idee e rapporti e, fondamentalmente, a stare bene. È un antidoto alla chiusura e alla rigidità delle abitudini.
Alle giovani generazioni augura di sviluppare una progressiva apertura mentale e di emanciparsi dalle logiche soffocanti del lavoro, <<capire che la vita è anche altro>>.
Per lei comunità è quel senso di fratellanza che unisce tutti in una grande famiglia.
Attilia
Attilia
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Attilia arriva a Rogoredo a 8 anni dalla provincia di Bergamo quando il padre entra a lavorare nell’acciaieria Redaelli.
La sua idea di comunità è, dice, quasi campagnola nella sua semplicità. Del passato ricorda quando teneva fuori dalla porta un merlo indiano che fischiava la cucaracha, in via Monte Cengio, e i bambini passavano a trovarla. Professionalmente si è occupata di mole per la lavorazione del ferro e la lucidazione del marmo: la passione per il settore edile le è stato tramandato dal padre e a sua volta lo ha passato ai suoi figli.
Nei settant’anni vissuti nel quartiere ha assistito a molte trasformazioni, come la costruzione di nuovi complessi abitativi (Merezzate tra i più recenti) e la nascita di Santa Giulia (che ha raddoppiato e modificato la composizione della popolazione), ma anche il perdurare di strutture quali la parrocchia, l’Auser, i campi sportivi e il Circolo Arci Mondini. Tra le esigenze emergenti, Attilia individua la mancanza di un presidio dei vigili urbani e della polizia legati al tema della sicurezza; la riqualificazione di spazi e centri sportivi esistenti, una RSA più grande, un poliambulatorio e soprattutto servizi e luoghi di aggregazione per gli anziani e i giovani.
La parrocchia e le attività culturali che organizza sono un punto di riferimento prezioso per la comunità (soprattutto per le fasce più fragili della popolazione), che si caratterizza per una grande unione e solidarietà tra le persone, così come di un’atmosfera da piccolo paese.
La variabile della multiculturalità è sentita e, secondo Attilia, si esprime in dinamiche di separatezza e incomunicabilità tra stranieri e rogoredesi.
Per il futuro ribadisce l’importanza di aprire un centro civico e di aggregazione, guardando sempre di più ai bisogni della comunità.
BioBene: Centro Estetico e Benessere Bio
BioBene: Centro Estetico e Benessere Bio
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Andrea e Pietro Cascella, 8, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
Francesco è uno dei primi attori del quartiere Santa Giulia ad accoglierci e a condividere con noi la sua storia. Accanto ad una appassionata professionalità mostra da subito un vivacissimo interesse verso la comunità e il suo benessere.
Biobene nasce nel 2011 ed è una delle prime attività commerciali che apre durante l’inziale sviluppo del quartiere. Francesco, con alle spalle una consolidata esperienza nel mondo dell’estetica e della bellezza, decide di investire nella creazione di un progetto innovativo, centrato sul benessere a 360 gradi. BioBene si configura così come un connubio di servizi e vendita di beni per il benessere della persona. La diffusione del biologico su ampia scala ha orientato l’attività verso la vendita di prodotti specifici (per la cosmesi, l’aromaterapia e una vasta scelta di tisane e infusi), e per quanto riguarda la cura della persona la proposta di trattamenti viso-corpo, omeopatici e consulenze nutrizionali. A due anni dalla sua nascita, Biobene ha aperto una seconda sede in Città Studi e una terza in zona Porta Nuova.
Per Francesco aprire questa attività in un quartiere nuovo è stata, da una parte un’opportunità ma anche una sfida per la mancanza di un mercato già consolidato. La proposta commerciale nella zona è cresciuta notevolmente ma spesso in maniera disarticolata, producendo una sovrapposizione di attività molto simili tra loro. In questo senso individua nella mancanza di coordinazione e organizzazione commerciale un elemento cruciale su cui lavorare. Descrive come deboli l’associazionismo tra commercianti e una visione progettuale che vada oltre le feste di quartiere e la convivialità.
Per Francesco è fondamentale alimentare un lavoro di rete e una visione di insieme nella gestione dei problemi e delle situazioni. Migliorare il dialogo e la sinergia tra i servizi. Da sempre si impegna nel coltivare ottime relazioni con i clienti e gli abitanti del quartiere, cercando di fornire servizi alla cittadinanza orientati al benessere (come una fontanella per l’acqua a disposizione di tutti).
Santa Giulia è un quartiere in via di sviluppo e come tale ha un grande margine di potenzialità: l’aumento della popolazione, lo spirito aggregativo tra gli abitanti, la crescente disponibilità di servizi e la progressiva innovazione anche tecnologica sono, secondo Francesco, tutti elementi preziosi per la crescita del territorio.
Per il futuro si auspica innanzitutto una valorizzazione del territorio, una migliore coordinazione commerciale, una maggiore integrazione tra quartieri e lo sviluppo di un dialogo progettuale e collaborativo tra tutti i potenziali stakeholders che hanno interesse verso la vita e lo sviluppo del contesto. Desidera che la relazione di BioBene con la comunità continui a crescere e che la sua attività raggiunga una sempre maggiore visibilità.
Per Francesco il senso di comunità si esprime nell’unione, nel supporto reciproco e nella condivisione di obiettivi e ideali.
Cartoleria Livebridge
Cartoleria Livebridge
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Cengio, 6, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
La Cartoleria Livebridge apre a dicembre del 2023 con l’idea di fornire un servizio importante alla comunità del quartiere che, nonostante le narrazioni spesso svalutanti a cui è sottoposto, è per Laura un contesto caloroso e accogliente, dove stanno vivendo delle positivissime esperienze. Lei e il marito Michele, che abitano in un’altra zona della città, scoprono il quartiere di Rogoredo tramite l’azienda di Sky per cui hanno lavorato. Arrivano entrambi da un settore professionale diverso, centrato sull’organizzazione di eventi e convention. L’idea della cartoleria nasce dal desiderio di proporre un servizio capace di avvicinare e connettere le persone. La risposta degli abitanti, racconta Laura, è stata di grande entusiasmo e gratitudine.
Come cartoleria sono molti sono i servizi che propongono, dal materiale scolastico, alle fotocopie fino alla spedizione pacchi. Ci tengono a seguire le esigenze delle persone, da quelle più anziane che hanno bisogno di inviare un fax fino a quelle più giovani che devono stampare la tesi della laurea.
Per Laura la comunità di Rogoredo è soprattutto affetto e gentilezza: ed è proprio la gentilezza una risorsa peculiare del quartiere. Qui si respira un forte senso di comunità, accoglienza, calore e disponibilità. Ottime sono le relazioni con gli altri commercianti della zona.
Sceglie l’immagine di un girasole per descrivere la sua esperienza all’interno del quartiere: perché è sempre illuminato, dice. E forse perché come il fiore con la luce del sole, anche lei si percepisce in forte connessione e reciprocità con la comunità che la circonda.
Per il futuro del quartiere si augura che possa preservarsi l’autenticità e l’atmosfera presente oggi tra le persone. E, aggiunge, per farlo è necessario continuare a credere nelle persone. Alle nuove generazioni auspica di coltivare lo studio e la cultura come strumenti per crescere e arrivare lontani.
Auser Volontariato Rogoredo
Auser Volontariato Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Rogoredo, 41, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
Claudio è il presidente dell’Auser Volontariato Rogoredo che si è costituito nel 2008. I primi anni la domanda era molto bassa ma con gli anni è cresciuta a dismisura; attualmente conta circa 150 iscritti. Tra le attività che porta avanti, rivolte agli anziani e gli utenti più fragili, ci sono: l’accompagnamento alle visite mediche, eventi all’aperto, corsi di informatica e per la memoria. Le iniziative si svolgono principalmente in spazi esterni come l’oratorio, lo Spazio Coop e in passato anche presso il Circolo Arci Mondini (che però ora ha difficoltà a mettere a disposizione i propri spazi).
Le principali esigenze che emergono dall’esperienza sul campo sono la mancanza di spazi aggregativi e di manodopera, l’aumento di situazioni di invecchiamento e di solitudine, che esacerbano nella popolazione anziana - memoria storica del quartiere - un profondo bisogno di comunicare e raccontarsi. Alcuni utenti del servizio in passato sono stati a loro volta volontari ed è bello assistere all’evolversi di un circolo virtuoso di reciproco sostegno e mutua collaborazione. Se in passato Auser Volontariato si occupava esclusivamente di assistenza, diversamente da Auser Insieme (che promuove attività ricreative come le serate danzanti), oggi è subentrata la necessità di allargare il ventaglio di proposte a iniziative interattive e socializzanti.
Claudio descrive l’esperienza di volontariato come ravvivante e gratificante.
Per lui il senso di comunità è condivisione e supporto. Ricorda l’importanza di prendersi cura anche della fatica dei volontari, mattone prezioso della comunità.
Per il futuro si auspica un aumento significativo del numero di volontari e, per sé stesso, di ritagliarsi maggiore spazio personale pur continuando con amore e passione il suo lavoro all’interno dell’Auser.
Atleticamente
Atleticamente
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Luigi Sordello, 7, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
- Sito web
L’associazione Atleticamente nasce nel 2009 dall’iniziativa del Preside della scuola Madre Teresa di Calcutta e del comitato genitori, al fine di proporre una ricca offerta di corsi sportivi e attività di doposcuola agli studenti della scuola ed alle famiglie. L’associazione però si rivolge non solo ai quartieri di Viale Ungheria e Santa Giulia ma anche ai quartieri limitrofi e chiunque può frequentarne i corsi.
Cristina, presidente di Atleticamente, ha la consapevolezza che l’associazione sia diventata un punto di riferimento per le famiglie del quartiere e per molti ragazzi che continuano a frequentare i loro corsi fino alle scuole superiori. Questo anche in ragione dei prezzi calmierati e della possibilità di pagare in diverse rate, al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie, trattandosi di un quartiere molto variegato. Il ricavato viene devoluto a sostegno delle attività della scuola che ospita l’associazione nei suoi locali, anche se da qualche anno è necessario partecipare ad un bando pubblico annuale per poter usufruire della palestra della scuola.
Ad oggi l’associazione ha molte richieste ma, disponendo di una sola palestra, non è in misura di far fronte alla crescente domanda. L’auspicio quindi è quello di poter trovare una palestra o uno spazio supplementare per poter soddisfare le richieste. Recentemente, l’associazione riceve molte richieste anche per corsi per bambini sotto i tre anni, a cui difficilmente riesce a far fronte in quanto necessiterebbero di personale specializzato. Questo anche in ragione del fatto che il quartiere ha poco da offrire per i bambini della fascia zero – tre anni.
Un’altra problematica che riguarda il quartiere è la mancanza di luoghi di aggregazione per i ragazzi delle superiori. Infatti, finite le scuole medie, i ragazzi smettono di frequentare i corsi sportivi e diventa difficile coinvolgerli in attività extrascolastiche, specialmente i maschi.
Viale Ungheria è un quartiere multietnico e con molti anziani. Mancano dei luoghi di socializzazione, degli spazi come quello di Merezzate, dove nonni e bambini possano passare del tempo in tranquillità e sicurezza. Tuttavia molte cose stanno cambiando, le persone hanno voglia di mettersi in gioco con iniziative ed è un bel momento per il quartiere.
La nascita di Merezzate ha avuto il merito di fare da collante tra i quartieri di Santa Giulia e Viale Ungheria e l’apertura della scuola media ha contribuito ulteriormente ad unire i quartieri, essendo frequentata anche dalle famiglie di Viale Ungheria e Ponte Lambro. L’auspicio tuttavia è che ci sia una migliore connessione tra i quartieri, in particolare tra Viale Ungheria e Ponte Lambro. Rispetto alla comunità invece, l’auspicio è che sia più dialogante e tollerante.
Gaia
Gaia
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Gaia ha studiato economia politica ed è appassionata di fotografia. Dal 2012 lavora per un’associazione in progetti con i bambini, nell’organizzazione di campi estivi residenziali ad indirizzo steineriano e circense.
Negli ultimi anni ha lavorato nei quartieri di Santa Giulia e Rogoredo all’interno dell’esperienza dello Spazio Melotti, offrendo servizi di doposcuola e laboratori per bambini. Spazio Melotti nasce come associazione di associazioni ed individui, in cui ognuno può portare delle proposte. All’interno dell’esperienza di Spazio Melotti, Gaia ha portato dei doposcuola per bambini, basati arte e interazione con gli spazi esterni, come la promenade di Santa Giulia - dove poter giocare con l’acqua e costruire dei percorsi di biglie – oppure gli spazi verdi come il Parco Trapezio. L’iniziativa ha anche saputo coinvolgere i commercianti del quartiere per la preparazione dei pranzi al sacco per i bimbi.
Vi è molta voglia di vivere il quartiere ed i suoi spazi come luoghi di sosta e non di transito. Questa appropriazione degli spazi crea infatti un senso di appartenenza al territorio, importante sia per i bambini che per gli adulti. Per i bambini è importante scoprire gli spazi con maggiore autonomia e libertà, pur sotto la guida di un adulto, ed appropriarsene facendo esperienze motorie e sociali, vivendoli fisicamente. Per gli adulti è anche fondamentale avere luoghi di riferimento dove ritrovare amici, conoscersi e creare relazioni, perché dove c’è un comunità c’è un altro vivere.
Rispetto allo spazio condiviso di Merezzate, l’idea è che possa essere utilizzato da gruppi compositi di diverse fasce d’età, in cui ognuno abbia diversi ruoli e responsabilità a seconda dell’età: un’esperienza comunitaria in cui le generazioni convivono ed interagiscono, coinvolgendo nonni e bambini, ragazzi e adulti. Comunità è infatti innanzitutto legami e la solidarietà che ne deriva.
Per il quartiere l’auspicio è che si torni ad una dimensione di prossimità, con botteghe e negozi di quartiere che riprendono gli spazi occupati dai grandi franchising, e che i diversi quartieri di Merezzate, Santa Giulia e Rogoredo fluiscano maggiormente.
Celio/ "Bonù"
Celio/ "Bonù"
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Il signor Celio, chiamato e conosciuto da tutti come “Bonù” , nasce nel 1927 vicino a Corso Sempione, in quello che una volta era il quartiere cinese della città prima che venisse spostato in Paolo Sarpi. Si trasferisce a Rogoredo a ventun anni quando nel 1948 sua mamma trova un posto di lavoro nell’acciaieria Redaelli e lui decide di accompagnarla. Si trasferiscono nelle ormai storiche e famose case del Rebuscin, dove viveva la maggioranza delle famiglie operaie.
Si adatterà al nuovo contesto non con poca fatica e riluttanza, essendo ancora legato alla sua vecchia zona. Sarà un parroco, dopo svariate insistenze, ad integrarlo nelle attività della parrocchia <<e dal momento che sono entrato, sono rimasto fino ad adesso>> aggiunge, dedicandosi da lì in avanti alla vita della comunità. E lo fa attraverso la sua più grande passione, la ginnastica. Atleta professionista (nonostante minimizzi con modestia la sua bravura) insegna ai ragazzi prima per qualche ora a settimana e poi, con la pensione, a tempo pieno. Prima di dedicarsi all’insegnamento lavora per quarant’anni presso la banca nazionale dell’agricoltura. Rispetto agli effetti scaturiti dalla decisione di dedicarsi ai ragazzi dice: << il primo ad averne avuto un vantaggio sono stato io. Entrato in pensione sono rinato una seconda volta>>. Per lui è essenziale che gli anziani coltivino interessi e attività affinché preservino il loro benessere e la loro salute.
Soffermandosi sulle trasformazioni avvenute nel territorio, il Signor Bonù ricorda come l’acciaieria Redaelli abbia ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo del quartiere richiamando un grande flusso di contadini dalle campagne, incentivati dalla libertà e dalla stabilità offerta, all’epoca, dai contanti <<non si poteva certo andare a fare compere di vestiti con un sacco di frutta>> aggiunge scherzando. Sono nate così le prime case per i lavoratori, fondamenta di un quartiere ormai profondamente mutato.
Lungo le decadi vissute a Rogoredo, tantissime sono le persone che Celio ha conosciuto e molti, racconta, sono coloro che si sono spesi per il prossimo all’interno della parrocchia, con la quale la sua relazione non è sempre stata serena. Nel ’48, spiega, si respiravano gli effetti della guerra e la politica aveva un peso determinante nella vita sociale degli individui. In quegli anni militava nel quartiere una maggioranza “rossa” (come in altre periferie di Milano che assunsero infatti il nome di “Piccole Stalingrado”) e vigeva una netta, spesso conflittuale, separazione tra il “gruppo della parrocchia” e il “gruppo degli altri” e i confini partitici erano più rigidi. Un’immagine alla “Camillo e Peppone” insomma. Poi la situazione si è via via trasformata. Un collante sociale, non solo per gli abitanti di Rogoredo ma in tutta Italia, è stato il periodo del ’68 quando - rievoca sgranando gli occhi - i Gesuiti stessi si sono rivoltati al dogma dell’obbedienza. Per il Signor Bonù quel movimento sociale di rinnovamento è paragonabile al fermento della Rivoluzione Francese. Negli ultimi decenni del 900 le faide tra fazioni politico-religiose si sono affievolite.
Ai suoi tempi il quartiere si presentava diverso, più essenziale nei servizi ma con un bellissimo orto, il Cinema Atlantico e il cinema della Parrocchia (tra i primi della città dotato di moderni impianti audio-visivi).
La passione per le immagini e i materiali d’archivio inizia attraverso la fotografia e la cinepresa, prima della rivoluzione digitale moderna. Con il tempo si specializza nel recupero, nella digitalizzazione e nell’editing di vecchi filmanti. Queste testimonianze, spesso sgranate, in bianco nero, dei terreni agricoli, delle prime case e dei vecchi cittadini rappresentano un’estensione fruibile delle memorie storiche di cui Celio Benù è un prezioso rappresentante.
Per lui il senso di comunità è qualcosa che a Rogoredo, pur con alcune lacune, vive e resiste, sebbene in passato fosse più sentito tra le persone – attivamente impegnate nella realizzazione di manifestazioni ed eventi come il Palio e il Carnevale. Oggi si domanda se vi sia sufficiente manodopera a sostenere le iniziative sul territorio.
Invita i giovani ad avere rispetto verso i propri genitori e suggerisce agli adulti, citando la sua stessa condotta <<non di dare il buon esempio, ma di non dare il brutto esempio>>.
Hilda
Hilda
- Merezzate/Santa Giulia
- PE
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 07-2023
Hilda è arrivata a Milano sei anni fa. È originaria del Perù, della regione La Libertad a nord del paese. Suo papà era un artigiano di mobili. Vive qui a Milano con suo figlio. Il processo migratorio e il successivo stabilimento in Italia all’inizio, dice, sono stati difficili. Lasciare la propria casa e trasferirsi in un paese diverso sono stati una sfida. In un primo periodo vive in affitto in un appartamento nella zona del lodigiano e poi si trasferisce insieme al figlio a San Lorenzo Parabiago.
Lavora come badante presso una famiglia di Rogoredo, conosciuta tramite una cognata stabilitasi a Milano prima dei lei. Grazie al lavoro è riuscita ad ottenere i documenti necessari per la richiesta di cittadinanza e si dice soddisfatta di come procede l’attività, nonostante la grande fatica che richiede <<Man mano che si fa esperienza poi ci si abitua e si impara>>. È una mansione fisicamente impegnativa che la porta a spendere la maggior parte del suo tempo in casa. Per questo motivo, spiega, non ha avuto molte occasioni per esplorare e conoscere il quartiere intorno a lei. Rintraccia però come elemento peculiare la forte socialità della gente:<<Incontri per strada le persone, ti salutano, si fermano a parlare… quasi ti distraggono>> aggiunge ridendo.
Tra le principali differenze con il suo paese di origine, Hilda individua nel contesto italiano una tendenza tuttavia più marcatamente individualista e di separatezza intergenerazionale. Non rintraccia particolari elementi di fragilità nel quartiere ma anzi, per lei il territorio offre molte opportunità lavorative.
Ama molto la cultura europea e della cucina mediterranea apprezza soprattutto il pesto, la pasta con il pesce, le ricette a base di pollo e la pizza. Il cibo e la cucina della sua terra sono le sue più grandi passioni, perché espressione di convivialità e di calore familiare. Preferisce i sapori norteñi ma si diletta anche con preparazione tipiche del sud << Non c’è qualcosa che non posso fare>> dice.
Per Hilda i valori più preziosi si concentrano intorno all’idea di famiglia e di condivisione intorno ad un tavolo. Per lei il senso di comunità è stare insieme, raccontarsi, compartir con amici e famiglia qualcosa che faccia stare bene. È sentire di avere intorno persone che ti sostengono, ti ascoltano e ti fanno sentire che non sei solo ma accumunato agli altri da sfide, problemi e traguardi di successo. << È un valore importante che cerco di insegnare e trasmettere a mio figlio>>. Comunità è nei momenti di festa, quando ci si riunisce insieme davanti ad una torta di compleanno, indipendentemente dalla relazione con il festeggiato. Comunità è gratuità: dare non per ricevere in cambio qualcosa ma per alimentare un clima, un’atmosfera positiva.
Per il futuro sogna un giorno di riuscire ad aprire il proprio ristorante di cucina tipica peruviana.
Tania
Tania
- Merezzate/Santa Giulia
- PE
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
Conosco Tania presso la Pizzeria Santa Giulia, in via Pizzolpasso 1 sull’angolo del grande boulevard del quartiere. Lei e l’ex compagno portano avanti l’attività da ormai molti anni. Con grande disponibilità accetta di condividere la sua storia. Ci accomodiamo a un tavolo in sala, mi offre un caffè e inizia a raccontarsi.
Tania ha 55 anni ed è originaria del Perù. Arriva a Milano nel dicembre del 1991, inizialmente in veste di turista e con il pretesto di passare a trovare alcuni parenti materni. La mamma di Tania è originaria della zona di Cuzco nel sud del paese, <<un luogo bellissimo>> immerso nelle montagne vicino a Machu Picchu.
La scelta migratoria affonda le radici in un momento storico e sociale di grande incertezza per il Perù: terrorismo, recessione economica, carenze nell’assistenza medica, <<Pensavamo non ci fosse più futuro>> dice Tania. Sua mamma, imprenditrice di un piccolo ristorante, sulla scia delle testimonianze di chi si era trasferito all’estero la esorta a intraprendere un viaggio di piacere, per cambiare aria e fare nuove esperienze.
Quella partenza segnerà l’inizio di una nuova vita.
Tania racconta che negli anni ’90 le persone che emigravano comunicavano in patria informazioni inesatte sul tipo di mansioni che svolgevano <<Dicevano di fare gli infermieri, ma non era vero. Potevi lavorare come badante o come colf>> e tra i primi ostacoli c’era sicuramente quello linguistico. Con l’aiuto di un prestito (che ripagherà con grandi sacrifici) riesce a finanziare la partenza e arriva a Milano. Qui incontra il padre dei suoi figli e insieme si sosterranno in uno dei momenti per entrambi più impegnativi. A telecamere spente Tania si commuove e ricorda che nello smarrimento e nella solitudine di quel periodo, ciascuno si è preso cura delle ferite e delle paure dell’altro, con impegno e grande dolcezza. Oggi la loro relazione coniugale si è interrotta ma condividono la gestione del locale in cui lavorano.
Lavorativamente l’Italia le ha dato tantissimo e lo preciserà molte volte durante il nostro dialogo, << Ho incontrato persone eccellenti>> dice. Inizia come badante in una famiglia che ricorda con affettuosa gratitudine per l’onestà e la disponibilità che le hanno sempre dimostrato, << Ho ringraziato questo paese per questo>>. Si lega moltissimo alla famiglia e vi lavora fino al 1997. Mi racconta che non era abituata, nel suo paese, a incontrare molte persone anziane. Dal signore che seguiva ha imparato moltissimo, anche a cucinare. A casa sua, in Perù, era la mamma con il suo locale a occuparsi della cucina. Tania sorride, non pensava sarebbe mai approdata al mondo della ristorazione, dice, seduta al tavolo del suo ristorante.
Nel 1998, con la dipartita dell’anziano signore e l’inizio di una crisi economica anche in Italia, Tania cerca altri impieghi nel settore delle pulizie, nelle zone centrali della città. Ricorda con affetto e gratitudine anche quel periodo, perché ha potuto apprendere molte competenze, stare accanto ai suoi figli e sostenere economicamente i bisogni della sua famiglia. Per Tania è fondamentale imparare ad amare ciò che si fa, qualunque sia il proprio mestiere.
Un giorno l’ex compagno, che aveva sempre lavorato nel mondo della ristorazione, decide di acquistare il negozio in cui ci troviamo. È il 2011 quando entrano dentro la Pizzeria Santa Giulia. A telecamere spente e con un filo di voce, Tania mi confida che si tratta di un periodo delicato, complesso. Ricorda intorno a lei un’atmosfera affaticata, la stessa che aveva vissuto sua mamma anni prima, a causa delle incombenze finanziarie e dello stress per la gestione dell’attività. Da queste sfide, tuttavia, Tania rielabora un bagaglio di significati e consapevolezze preziosi per la sua vita lavorativa e familiare. Riconosce l’importanza di costruire confini equilibrati tra le sfere della propria vita così come relazioni autentiche e di sostanza con i propri figli.
Il quartiere di Santa Giulia era all’epoca un contesto molto diverso. Alcuni locali del boulevard erano già presenti, come il Carpe Diem, ma la maggior parte delle costruzioni presenti oggi erano ancora disabitate. È sempre stato un contesto tranquillo, vivo senza essere troppo caotico. Erano soprattutto gli abitanti a riempire i dehors dei locali; ora la composizione dell’ambiente si sta via via trasformando dopo l’insediamento di alcune grandi aziende. Gli abitanti appartengono per lo più alle classi molto benestanti. Ci sono progetti futuri interessanti, come la costruzione del Palaitalia Santa Giulia, e altri – quali l’apertura di una mensa per i dipendenti delle aziende - che potrebbero minare l’equilibrio attuale di attività come la sua. Ciò nonostante ne riconosce l’utilità e ritiene importante sapersi adattare con flessibilità alle nuove tendenze.
Secondo Tania le principali necessità del quartiere sono la mancanza di palestre, piscine, biblioteche, bancomat, sedi della posta, macchinette per pagare il parcheggio e una maggiore disponibilità di supermercati. Lei non è una frequentatrice assidua dei servizi circostanti, il suo svago principale è andare in gelateria. Ritiene però che vi sia una saturazione di proposte alimentari o legate alla ristorazione.
In passato Tania sente di aver esperito un maggiore senso di comunità intorno a lei: le persone erano più disponibili ad aiutarsi, più fedeli alle promesse fatte, più sincere e più cordiali. Oggi, secondo lei, dilagano tra la gente maggiori fragilità e più pessimismo.
Accanto alla fatica c’è anche grande soddisfazione per i traguardi raggiunti e le gioie vissute durante la sua esperienza a Milano, <<abbiamo vissuto degli anni bellissimi>>.
Per il suo personale futuro Tania desidererebbe fare ritorno un giorno nel suo paese, ma aggiunge << se lasciassi l’Italia, lascerei più dell’ottanta percento del mio cuore>>. Tornare in Perù significherebbe viaggiare, esplorare tutti quei luoghi che non ha ancora avuto la possibilità di conoscere. Le piacerebbe aprire un B&B nella vecchia casa di inizio secolo a Cuzco ereditata dalla mamma, e coltivare finalmente le sementi che le ha lasciato. Vorrebbe recuperare anche quei terreni vicino a Machu Picchu, una ricchezza oggi più che mai insostituibile. Ma tutti questi sogni hanno un sapore altruistico, relazionale: le piacerebbe aprire le porte ai ragazzi, agli studenti, alle persone di tutto il mondo. Accogliere e prendersi cura di chi è da solo, com’è accaduto a lei 30 anni fa quando è arrivata a Milano: <<mi piace aiutare, non eclatantemente però se posso darti un po’ di calore così che tu non ti senta solo...perché no>>. C’è anche un omaggio all’Italia nei suoi sogni: trasmettere l’arte della pasta fatta in casa anche in Perù, insegnare e condividere il piacere per un buon piatto di tortellini e di ravioli.
I semi della mamma, l’apertura di un co-housing solidale, l’esportazione dell’amore per la pasta fatta in casa: forse non sono solo una riconnessione con le origini ma, simbolicamente, anche la restituzione di un dono ricevuto affinché fiorisca per altri. Un gesto gentile e solare, proprio come Tania.
Mohamed
Mohamed
- Merezzate/Santa Giulia
- SN
- Via Fabio Massimo, 19, 20139 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Mi chiamo Mohamed e sono Senegalese. O meglio, “Senegaliano”, siccome vivo da ventidue anni in Italia. Non sono più il giovane che ha lasciato l’Africa, né tantomeno sono Italiano. Mi considero un ponte. Quel ponte è uno strumento da attraversare e prepararsi a quel viaggio significa che ciascuna delle parti vada ad acquisire la consapevolezza di sé.
E’ un momento travagliato, in cui le culture sembrano scomparire, per mettere al centro ciò che ci unisce: il potere d’acquisto. E quando è l’avere che condiziona l’essere, CHI NON HA NON E’, né può pretendere di esistere. Il risultato è che pochi hanno tanto e tanti hanno niente e chi non ha niente crede che la terra promessa sia altrove, oltre il deserto, oltre il mare. Poi, arrivati a Milano, ci si scontra con gli ultimi della catena sociale, gli esodati, i “cassa disintegrati”, quegli ultimi che vedono i propri diritti mortificati. E invece di porvi rimedio, questo conflitto sociale viene alimentato e la diversità etnico culturale diventa fonte di insicurezza.
Io ho scelto di non parlare di me, ma di ciò che mi consente di rivendicare la mia “africanità”, ripescando quei valori condivisi da tutti gli stati negro africani in epoca precoloniale: un invito a cambiare di prospettiva ed allontanarsi dall’etnocentrismo. Fin dal tempo delle esplorazioni, non si è mai dato credito al pensiero delle popolazioni, ma ci si è affidati al pensiero degli africanisti, dei sociologi, degli storici, dei ricercatori, senza mai davvero aprire le menti ed ascoltare il grido del cuore della popolazione negro africana. L’Africa è passata dalla schiavitù, alla schiavitù degli aiuti. Siamo dovuti scendere a patti con la nostra memoria, superare ciò che avrebbe potuto portarci ad avere un giudizio negativo della popolazione occidentale. Non siamo stati noi ad accorciare le distanze tra continenti ed imporre i nostri stili di vita, la nostra lingua, la nostra religione. Abbiamo subito. E nonostante ciò, vedo in voi delle amiche, delle sorelle, perché siamo scesi a patti con la nostra memoria, non abbiamo cercato di riscrivere la storia: la storia è quello che fu. Ma ci è stato detto di fare lo sforzo di analizzare quella storia, capirla, coglierne gli insegnamenti per evitare gli errori del passato. Ecco perché è necessario darci il nostro spazio nel panorama sociale, culturale e religioso.
Non vi è mai una cultura esclusiva: ogni cultura è figlia di micro sottoculture. La maggior parte di quegli usi viene da terre lontane. Oggi abbiamo un dovere nei confronti delle generazioni future. Quando ci sarà chiesto: “cosa avete fatto”? Io potrò dire che ho allestito questa mostra di maschere africane per raccontare ai cittadini italiani l’organizzazione sociale, culturale e religiosa della cultura negro africana prima del congresso di Berlino. L’Africa è un continente molto ricco, con molte materie prime, giovane. Ma dei venti paesi più poveri, diciotto sono africani. Miliardi vengono stanziati all’Africa dall’Europa come forma di aiuto, eppure ogni giorno barconi di migranti africani sbarcano sulle coste. Forse dovremmo chiederci che fine fanno i soldi che versiamo nelle casse di quei governi, se i giovani continuano a migrare.
Non bisogna avere paura del diverso perché, al peggio, nell’incontro con il diverso rimarrò semplicemente me stesso. Il diverso oggi fa paura perché vi è meno la consapevolezza di chi si è. Quello che si è nella vita non è motivo di orgoglio, né di vergogna, perché è legato alla fatalità del caso. Invece quello che si diventa lo è. Io non ho scelto di essere Senegalese: il caso ha fatto di me un Senegalese. Così Mario Rossi non ha scelto i suoi genitori, il suo nome, dove nascere. La stessa fatalità che ha fatto di lui un Italiano, ha fatto di me un Senegalese. Ma allestire la mostra è merito mio. Dobbiamo premiare il merito. Non è una dannazione essere Africano: il valore umano va al di là del passaporto. Non voglio essere giudicato perché Senegalese, ma sulla base di quello che faccio nella mia quotidianità. Se non viene dato a ciascuno lo spazio per raccontarsi e farsi vedere per chi si è, allora si crea il luogo comune, serbatoio di pregiudizi, soprusi, indifferenza. Allora mi conviene costruire una barriera che mi impedisca di vederti. E per abbattere questo muro mentale c’è un solo strumento: la cultura.
Il problema è politico. Quando si è capo casa, tutti quelli che abitano in quella casa sono figli tuoi. L’ideale sarebbe aprire il salotto ed ascoltarli. Perché i retaggi culturali ci hanno portati a pensare in chiave coloniale, il paternalismo dei “poverini”. Ma anche il povero ha un pensiero: se non ci si mette nelle condizioni di portare anche noi quello che siamo e che ci siamo portati dentro, dall’Africa, allora c’è un problema. Il punto è andare al di là, perché non sono ciò che gli altri vedono guardandomi da lontano. Le parole hanno un senso. Ci si è sempre limitati a sentire gli altri: è giunto il momento di ascoltarli. Ne abbiamo di cose da dire.
La diversità non è un reato: dobbiamo passare da società multiculturali a società interculturali, perché gli esseri umani non si integrano, ma interagiscono e trovano un punto di equilibrio. La via dell’interculturalità non è quella che passa da casa mia, né quella che passa da casa tua, ma si trova all’incrocio tra le due strade, dove piantare una tenda, sederci, bere del tè: unirci attorno a ciò che ci accomuna.
Spiegare chi sei è un dovere morale, perché il territorio che ti accoglie ti dà la possibilità, consegnandoti quel documento, di riconoscerti parte di quella società, ti dice che tu esisti come persona … ma a quale condizione. Ognuno di noi è portatore di valori, di culture e tradizioni che non sono necessariamente quelle di chi ti accoglie. Eppure, non possiamo rimanere perennemente imbavagliati nel nome dell’integrazione.
Ripeto, ciò che si è non è motivo di vergogna o orgoglio, ma ciò che si diventa si. Essere Senegalese è un dato di fatto, lo vedi dai tratti somatici. Ma il pensiero è rimasto tale e quale? Sono ancora rimasto incastrato nelle capanne del villaggio, oppure sono diventato parte della metropoli? Come si fa a saperlo? Mettendomi nelle condizioni di condividere chi sono e da dove vengo.
Io sono figlio di mio nonno, perché oltre a mia mamma e mia zia aveva un solo figlio maschio, che è morto in Francia nella seconda guerra mondiale. Io sono nato poco dopo e mi è stato dato il suo stesso nome: Mohamed. Per questo da bambino avevo il dovere di stare seduto un paio d’ore ogni sera a sentire il nonno raccontare delle maschere.
Il tempo passato in un luogo ti trasforma, anche se non se ne ha visione immediata. In Italia, vivendo da solo, ho imparato a fare tutto a casa: cucinare, lavare, stirare … Quando sono tornato a casa per la prima volta, ho voluto fare un gesto d’affetto per mia mamma, che tanto mi aveva dato. Infatti, ho sempre visto mia mamma faticare per inventarsi dei piatti per sfamarci ed il primo desiderio una volta rientrato a casa è stato quindi di cucinare per lei. Ricordo infatti che quando tornavo a casa da scuola trovavo mia mamma sotto un albero, la pentola sul fuoco e l’acqua che bolliva.
Così ho detto: “Mamma, è arrivato il momento di mostrarti la mia gratitudine”
“Mi hai portato una parrucca ? ”
“No, oggi cucino io per te ”
“Ma sei matto, mi fai vergognare! Cosa diranno i vicini?! ”
Ho insistito, così mia mamma mi ha chiuso in cucina per paura mi vedessero. Faceva un caldo tremendo …. Poi si è affacciata alla finestra per chiedermi cosa preparassi ed ho risposto “Spaghetti al cartoccio: un piatto italiano, vedrai mamma …” Mia mamma è scoppiata a ridere ed ha chiamato mia sorella: “Cosa cucini Mohamed?” “Spaghetti al cartoccio, vedrai …” Anche mia sorella è scoppiata a ridere ed è andata a chiamare le sue amiche. Stupito, ho chiesto: “Ma perché ridete?” “Perché non sappiamo che hai nelle mani, perché quando parli fai così” (gesti) …. Lì mi sono accorto di essermi italianizzato, senza che me ne fossi reso conto.
Dobbiamo essere forti e dire con leggerezza le cose drammatiche e drammatizzare le cose leggere, perché nella storia le nefandezze più brutte hanno sempre avuto basi legali. Ma non tutto quello che è legale è giusto, mentre tutto quello che è giusto dovrebbe essere legale. Quando la sera vado a letto mi pongo queste domande: cosa ho fatto oggi che non avrei dovuto fare e cosa avrei dovuto fare che non ho fatto e come lo ho fatto. E’ fondamentale porsi quelle domande che portano a non vivere con la sufficienza di quanto fai, altrimenti ti siedi sul divano ed è molto grave. Dobbiamo bandire la ragione della forza e far prevalere la forza della ragione. Abbiamo dei maestri che ci hanno lasciato in eredità messaggi di pace e amore, ma, ahimè, le cose non sembrano molto migliorate e, nonostante i maestri, la tendenza a compiere il male sembra spesso avere la meglio. Il mio sogno è quello di vedere l’umanità unirsi attorno a ciò che la accomuna: la stessa appartenenza al genere umano. Non so se il mio sogno potrà mai essere realtà, ma, se ci dovessimo riuscire, non assisteremmo più a lacerazioni, nessuno si sentirebbe più al centro del mondo ma parte di un tutto che è la famiglia umana. Non è difficile, in fondo cosa siamo noi se non un vecchio spermatozoo ed un futuro cadavere. Questo siamo, non vale la pena vivere questo dramma umano. Il passaggio è talmente breve in questa vita che è meglio vivere attimo dopo attimo, senza rimpianti.
SG Runners - Santa Giulia Rogoredo Runners
SG Runners - Santa Giulia Rogoredo Runners
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
SG Runners si costituisce nel 2016, quando un gruppo di amici decide di trovarsi alle 5.30 del mattino per andare a correre. Oggi il gruppo conta una quarantina di persone che si ritrovano in diversi orari della giornata, a seconda degli impegni degli uni e degli altri, per andare a correre (vi sono gruppi mattutini, pomeridiani e serali). Nei weekend generalmente ci si ritrova per correre qualche kilometro in più dei cinque- sei kilometri abituali.
Diversi sono i circuiti utilizzati: il Parco Trapezio è ideale per chi inizia a correre, mentre San Donato è anche un luogo adatto alla corsa in ragione del verde e del poco traffico. Nei weekend invece spesso si corre da Rogoredo fino a Piazza Duomo, dove ci si scatta un selfie. L'importante è correre in compagnia, perché in gruppo ci si motiva e si è più sicuri, ognuno secondo le proprie facoltà. L’auspicio sarebbe la creazione di un circuito permanente che consenta di correre in sicurezza e che unisca i diversi quartieri di Merezzate, Santa Giulia e Rogoredo.
Nel vedere lo spazio condiviso di Merezzate, il 'Living', il desiderio è che possa essere un luogo di incontro per le moltissime associazioni di quartiere che spesso hanno difficoltà a trovare degli spazi per incontrarsi.
Rispetto all’idea di comunità, secondo Roberto e Oscar è più facile sentirsi parte di un gruppo quando si condividono gli stessi interessi. La sfida quindi è quella di aprirsi agli altri ed accogliere le diversità, perché la comunità sia accogliente ed inclusiva.
WeMi Piazzetta & Centro per i Servizi al Lavoro
WeMi Piazzetta & Centro per i Servizi al Lavoro
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Giovanni Battista Piazzetta, 2, 20139 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Il WeMi Piazzetta apre nel gennaio 2019 presso la sede della Cooperativa La Strada a Corvetto. L’avvento del Covid ad un anno dalla sua apertura ha fatto sì che lo spazio WeMi abbia fin da subito messo in campo delle iniziative a sostegno dei cittadini più vulnerabili, facendo rete con i servizi economici ed i banchi alimentari.
L’obiettivo dei diversi Sportelli WeMi attivi nel territorio milanese è quello di fornire un servizio di prossimità al cittadino, individuandone i bisogni e, laddove necessario, orientandolo ai diversi servizi del territorio. A tal proposito il WeMi può contare su di una ricca rete di enti con cui collabora, anche in virtù della presenza storica della Cooperativa La Strada sul territorio. I motivi per cui un cittadino può rivolgersi allo Sportello WeMi sono dei più svariati: dall’orientamento alle misure di sostegno al reddito, dal supporto per le pratiche Inps all’orientamento per gli asili nido ed i centri estivi per i ragazzi, fino al supporto per le prenotazioni mediche. Il servizio WeMi si rivolge quindi anche a quei cittadini con poche competenze digitali o con difficoltà linguistiche che qui trovano degli operatori in grado di supportarli nelle diverse pratiche, ma non solo. Vi sono una serie di servizi a prezzo calmierato, come l’attività di doposcuola per ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento DSA.
Per poter usufruire del servizio, è possibile contattare il WeMi online, per via telefonica o semplicemente recandosi di persona allo sportello. E’ anche possibile prenotare tramite lo 02.02.02.
Il WeMi ha al suo interno uno spazio dedicato a chi sta cercando lavoro, sia offrendo la possibilità di usufruire del PC per una ricerca in autonomia, sia con un supporto nella stesura del CV e nella ricerca attiva. Nel caso in cui la persona necessitasse di una presa in carico più corposa, verrà piuttosto orientata al Centro per il Lavoro accreditato presso la regione Lombardia e gestito sempre dalla Cooperativa La Strada.
Quando una persona si rivolge al Centro per il Lavoro, per prima cosa si cercherà di capire quanto essa sia distante dal mondo del lavoro e fare un bilancio delle sue competenze- spiega Cristina, referente di WeMi e del Centro per i Servizi al Lavoro della Cooperativa La Strada. Si proporranno quindi dei percorsi mirati, che possono variare dall’accompagnamento nella scrittura del cv e dalla simulazione di colloqui, all’attivazione di tirocini formativi ed alla ricerca di corsi di formazione, di cui alcuni completamente gratuiti. Al Centro per il Lavoro si rivolgono sia Italiani che stranieri, molti giovani ed in prevalenza donne rispetto agli uomini.
Rispetto alle politiche attive per il lavoro, in questo momento è attiva la politica GOAL – Garanzia Occupabilità al Lavoro - che offre alle persone che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro consulenze gratuite e possibilità di tirocini, anche se l’iter è complesso e molto burocratizzato. Vi sono poi diverse progettualità, come iniziative rivolte a donne in difficoltà o ai giovani in dispersione scolastica. L’auspicio è quindi uno snellimento della burocrazia e maggiori azioni ad hoc a supporto dei giovani.
La Cooperativa La Strada opera da quarant’anni nel quartiere di Corvetto ed è una realtà ben radicata sul territorio. Attualmente la sede è una vecchia scuola e chi è cresciuto qui ricorda di quando frequentava questa scuola. Il quartiere di Corvetto è molto presidiato dal terzo settore in quanto zona di case popolari e con alcune criticità, motivo per cui risulta fondamentale perseguire l’inclusione e la coesione sociale.
Rivista Africa
Rivista Africa
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Fabio Massimo, 19, 20139 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
La Rivista Africa nasce cento anni fa - centouno per la precisione- nel solco dell’editoria missionaria. Per lungo tempo è stata gestita dai missionari di Padre Bianchi fino a quando, sette anni fa, è stata rilevata dall’editore Internationalia Srl, una piccola impresa fondata da giornalisti appassionati di Africa.
Marco è il Direttore della rivista e si occupa del continente africano da quando aveva diciassette anni. Da giovane ha lavorato come giornalista per Radio Popolare e come Freelance, fino a quando è approdato nella Rivista Africa oltre quindici anni fa, lavoro che gli ha permesso di conciliare il suo mestiere con la passione per l’Africa. Oltre al periodico, la rivista offre diverse opportunità di approfondimenti tematici, attraverso l’organizzazione di webinar, seminari, corsi di formazione e viaggi, sempre con il fine di colmare il vuoto informativo legato al continente.
Infatti, nella narrazione comune il continente africano è spesso sinonimo di guerre e crisi umanitarie. La Rivista Africa si ripropone quindi di raccontare l’Africa come continente giovane, vitale e dalla grande ricchezza culturale (non una sola Africa ma cento Afriche, come titola la rassegna annuale della rivista). C’è quindi una grande curiosità nel voler scoprire il continente al di là dei cliché, degli stereotipi, della paura del diverso e della narrazione della ‘grande invasione’ portata avanti da alcuni politici. Nel fare questo, la rivista non ha sicuramente l’ambizione di farsi portavoce del continente o di rappresentarlo, correndo il rischio di una rappresentazione eurocentrica, ma piuttosto di fornire dei megafoni perché siano le voci degli africani stessi a raccontarsi.
La redazione della rivista si trova nella periferia di Milano, tra Corvetto e Porto di Mare, dove è ospite del Centro Internazionale di Quartiere. Quando si è dovuto scegliere la sede operativa quattro anni fa e diverse erano le opzioni al vaglio, in molti avevano sconsigliato il quartiere di Porto di Mare in ragione del degrado. La rivista ha però voluto cogliere la sfida e venire in periferia e il quartiere si è poi rivelato un posto ricco di giovani talenti con la voglia di mettersi in gioco. Oggi il Centro rappresenta un vero presidio culturale, avendo restituito alla cittadinanza uno spazio sottratto alla criminalità e poi riempito di contenuti, iniziative e vitalità. La Rivista Africa dà il proprio contributo all’animazione del Centro con l’organizzazione di eventi e manifestazioni in tema africano. Tra queste manifestazioni, sicuramente di rilievo è la rassegna delle Cento Afriche, una ‘tre giorni’ di concerti, laboratori, presentazioni di libri, dibattiti, mostre fotografiche e sfilate di moda completamente gratuiti, organizzati dalla Rivista Africa e dalle diverse realtà associative che si occupano del continente.
L’auspicio è quello di continuare a crescere nonostante sia un momento difficile per l’editoria in generale, in quanto i costi della rivista ad oggi sono coperti principalmente dagli abbonamenti di chi è appassionato e continua a mostrare fiducia nel lavoro della rivista.
Mercato Morsenchio
Mercato Morsenchio
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Largo Anselmo Guerrieri Gonzaga, 1, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Sergio è il presidente del Consorzio Morsenchio, ente gestore del mercato coperto, e di Assofood, un’associazione agroalimentare di Confcommercio che rappresenta i mercati comunali e gli alimentaristi di Milano in generale.
Sergio vive in Brianza, gli piacciono infatti la quiete e la natura, ma lavora nel mercato da trentatré anni, anche se lo frequentava già da prima essendo stato suo nonno fruttivendolo qui. Negli anni novanta la situazione era molto diversa: i mercati comunali avevano ancora una funzione calmieratrice dei prezzi per cui al loro interno ospitavano due negozi per tipologia, in modo da assicurare la concorrenza e garantire la continuità del servizio durante le festività. Oggi la situazione commerciale è di molto cambiata e non ha più senso avere dei doppioni all’interno del mercato. La funzione stessa del mercato è cambiata: da calmieratrice di prezzi, a presidio sociale. Di fronte alla concorrenza della grande distribuzione, i mercati oggi sopravvivono se riescono a sviluppare una relazione di vicinato con gli abitanti, unendo alla vendita e alla ristorazione spazi per la socializzazione e mantenendo un forte legame con il territorio ed il quartiere. In questo è importante anche sapersi adattare alla vita di quartiere. Il mercato Morsenchio, ad esempio, apre la mattina prima dell’inizio delle scuole, per venire incontro alle esigenze delle famiglie che qui passano per comprare la merenda o gli articoli di cartoleria. E' poi popolato dagli anziani del quartiere che si ritrovano la mattina a prendere un caffè e dagli impiegati che comprano il pranzo e chiude dopo pranzo quando il quartiere ‘va a dormire’, per poi riaprire nel pomeriggio.
Fondamentale al suo rilancio è stata la ristrutturazione che ha interessato il mercato, i cui costi sono stati interamente a carico degli operatori. Oltre ad aver adeguato la struttura alle norme antisismiche e anti incendio vigenti ed aver aggiunto delle modernizzazioni che lo rendono più fruibile - come la climatizzazione - la ristrutturazione ha creato degli spazi liberi con tavolini e sedie per poter consumare in loco o semplicemente sedersi a chiacchierare. In questo, il mercato rappresenta l’unico spazio di aggregazione libero in quartiere ed ospita il Comitato di Quartiere che qui si incontra e fa le sue riunioni. Prima del Covid, il mercato organizzava ogni mese delle serate a tema, ad accesso libero su prenotazione, serate che portavano molte persone al mercato in dei veri e propri momenti di festa e aggregazione.
Rispetto al quartiere, Sergio apprezza che sia ben servito dai mezzi e la dimensione di paese. Le olimpiadi porteranno delle novità, come il Palazzetto del Ghiaccio, che Sergio auspica siano fruibili anche dopo l’evento sportivo. L’auspicio per il futuro è quello di continuare a lavorare ed avere il riscontro che hanno, adattandosi alla città in continua evoluzione.
Artàporter
Artàporter
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 14, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Artàporter nasce da un’agenzia di comunicazione e marketing, quando un gruppo di artisti ha deciso di rilevare la problematica del poco spazio occupato dall’arte nel nostro quotidiano. Artàporter è quindi un progetto di arte diffusa, in grado di valorizzare spazi che hanno bisogno di bellezza e artisti che hanno bisogno di spazi. Per vocazione quindi, Artàporter predilige i luoghi periferici e i luoghi del quotidiano, come bar, ristoranti, fiorai, edicole e negozi di ogni genere, che diventano spazi espositivi o 'micro galleries'. Il progetto, nato a Torino, oggi è cresciuto estendendosi a città come Roma e Milano e a borghi del Piemonte e della Liguria, con oltre cinquecento artisti e trecentocinquanta micro galleries in tutta Italia.
Artàporter è una start up che ripensa gli stereotipi dell’arte, che da ‘elitaria ‘, come viene comunemente percepita, diventa accessibile ed invade i luoghi comuni e decentrati. In una città come Milano ad esempio, in cui l’arte è molto presente, la sfida è stata portarla nelle periferie e nella provincia, dove Artàporter ha trovato terreno fertile con molta voglia di fare ed ampli spazi, perché anche chi vive in periferia merita bellezza. Di particolare successo è stata la rassegna Diffusissima Unfair che ha avuto luogo a Marzo 2023 a Milano che ha coinvolto una quarantina di location in tutta la città.
Per partecipare al progetto, come artista o come espositore, basta collegarsi sul sito di Artàporter e fare domanda nella sezione ‘onboarding’. Per degli eventi più ad hoc, vengono pubblicate anche delle ‘call for artist’ a cui è possibile fare domanda sempre tramite la sezione dedicata sul sito. Ogni due mesi le opere cambiano di location per dare la possibilità alle persone di incontrare sempre artisti nuovi. Accanto alle opere viene posizionato un QR code per cui chiunque fosse interessato può acquistare l’opera che mantiene dei prezzi accessibili con una media di trecento- quattrocento euro. Artàporter è un’arte a portata di mano quindi anche perché fruibile ed acquistabile immediatamente.
Per il futuro la start up conta portare, oltre alle arti visive, anche performance dal vivo, come teatro, ballo, musica e danza, con delle vere e proprie 'art competitions'. La raccomandazione quindi è di continuare a seguire e sostenere il progetto.
Flo
Flo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Largo Anselmo Guerrieri Gonzaga, 1, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
Flo ha fatto la scuola per parrucchieri ed ha iniziato a lavorare come parrucchiera fin dalla terza superiore. E’ sempre vissuta in Viale Ungheria, posto che definisce vivace, accogliente e con molti giovani.
“Casa mia è qui”, afferma. Qui infatti è andata a scuola ed è cresciuta, e molti sono i ricordi di quando era piccola: primo tra tutti, quando sua mamma la portava al Mercato per la merenda pomeridiana. Adesso che ha un bambino di due anni, vorrebbe che crescesse come è cresciuta lei: in una zona tranquilla, dove le persone si conoscono, dove i bambini possono giocare al parchetto. Qui Flo ha anche la sua rete di supporto, che le permette, in caso di imprevisti, di aver qualcuno su cui fare affidamento per andare a prendere il bimbo a scuola.
Il quartiere ha tutto l’essenziale: le scuole, il verde, il supermercato, la farmacia … e poi ovviamente c’è il mercato coperto con fruttivendolo, cartoleria, pescheria, macelleria, polleria, panetteria, lavanderia, parrucchiere, bar ed anche un polivendolo. Il mercato è un luogo di incontro e socializzazione: per gli anziani, che possono trovare tutti i beni di prima necessità e passare del tempo ai tavolini, chiacchierare …. Ma anche per i bambini, che vengono a far merenda e comprare giochi in cartoleria, e per i giovani, che possono sedersi per un aperitivo. Anche se il luogo preferito dai giovani rimane la Promenade di Santa Giulia. Il mercato è quindi un luogo di aggregazione per tutte le età.
Per Flo comunità significa innanzitutto aiutarsi nelle difficoltà, ed a questo proposito il mercato è il cuore della comunità di Viale Ungheria, un luogo di incontro molto bello. Per il futuro Flo vorrebbe una gelateria ed un posto dove poter fare ginnastica o dei corsi di danza, in più dei campi da calcio che già esistono e della vicina piscina. L’auspicio più grande però è che il quartiere, e soprattutto il mercato, rimanga così com’è, un posto tranquillo dove far crescere i figli. Per sé, l’augurio è quello di aprire un giorno un negozio di sua proprietà, sempre in Viale Ungheria.
StraRogoredo Santa Giulia
StraRogoredo Santa Giulia
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
La StraRogoredo Santa Giulia riprende una corsa che veniva organizzata negli anni settanta dall’oratorio di Rogoredo. La corsa si svolgeva prevalentemente nel quartiere della vecchia Rogoredo, occupando anche gli spazi che poi sono stati ‘inghiottiti’ dallo snodo della tangenziale. L’evento è poi stato sospeso fino al 2018, quando è rinato nel suo nuovo formato che percorre i quartieri di Rogoredo, Santa Giulia e, recentemente, il nuovo quartiere di Merezzate.
Si tratta di una corsa non competitiva, in cui partecipano corridori ma anche famiglie con bambini, che diventa quindi un’occasione di festa e aggregazione tra i quartieri. Gli abitanti vogliono molto bene a questa manifestazione, come testimonia la grande partecipazione di iscritti - circa seicento a manifestazione - sponsor e organizzazioni locali. L’organizzazione della manifestazione sportiva unisce infatti tutte le realtà locali: dai comitati di quartiere, alle scuole, i commerci, le organizzazioni e l’oratorio. Il percorso si snoda lungo cinque kilometri e richiede la partecipazione di oltre venti volontari per la messa in sicurezza del percorso. La corsa si svolge infatti tra le strade della città ed è in questo anche un’occasione per scoprire scorci e spazi nuovi del quartiere che non percorriamo nella nostra quotidianità.
Nonostante ci siano altre iniziative trasversali ai quartieri, come quella di Tessere Legami che rappresenta un tavolo di confronto tra tutte le associazioni locali volto alla definizione di un calendario condiviso ed alla nascita di idee progettuali, la StraRogoredo Santa Giulia ha il merito di far lavorare concretamente le associazioni ad un’iniziativa comune, ed in questo l’entusiasmo di lavorare assieme è stato grande.
La partecipazione di sponsor locali permette, oltre all’organizzazione dell’evento in sé, di raccogliere dei fondi che vengono reinvestiti totalmente sul territorio, con l’assegnazione di premi alle scuole e, presto, con eventi comuni ai tre quartieri dal brand “StraRogoredo Santa Giulia”.
Il quartiere di Santa Giulia nasce sotto lo slogan “La città nella città”: il progetto edilizio era quindi quello di un quartiere autonomo, una città nella città appunto. Ad oggi il progetto iniziale non è ancora stato completato ed il quartiere si scopre privo di alcuni servizi essenziali nonché di attività sociali presenti invece a Rogoredo, fattore che ha contribuito all’avvicinamento dei due quartieri.
L’auspicio è poi che si riesca a costruire un percorso permanente che attraversi i quartieri e permetta di correre in sicurezza, favorendo momenti di incontro e rafforzando il sentimento di appartenenza. Da genitori, Roberto e Oscar auspicano anche degli spazi che permettano ai giovani dai dodici anni in su di socializzare, coinvolgendoli in attività in cui si ritrovino e di cui si facciano loro stessi promotori.
Elisabetta
Elisabetta
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
Originaria di Treviso, Elisabetta è arrivata a Milano negli anni ottanta seguendo un sogno: quello di diventare teatrante. Appassionata del teatro di animazione per ragazzi, del teatro di figura e del teatro con burattini, Elisabetta ha seguito la scuola di animazione teatrale del Piccolo Teatro e poi del Teatro Verdi.
Come spesso però succede, la vita l’ha portata su di un binario inaspettato. Diplomata alle magistrali, Elisabetta faceva l’insegnante per potersi mantenere ed aveva fatto domanda per insegnare all’estero. Così nell’ottantasei è arrivata la chiamata per andare ad insegnare in una scuola elementare ad Asmara, in Eritrea, dove è rimasta per sei anni. Di ritorno in Italia dopo l’esperienza all’estero, il rientro è stato inizialmente difficile, rimaneva il desiderio di partire nuovamente. D’altronde a vent’anni si pensa di poter cambiare il mondo. Quando il preside della scuola di Corvetto dove lavorava le ha proposto di diventare insegnante facilitatrice per nomadi stranieri, si è presentata l’occasione di mettere in valore l’esperienza maturata all’estero ed Elisabetta ha svolto questo ruolo per sei anni. L’esperienza in Eritrea è oramai lontana, ma di quegli anni Elisabetta ha fatto tesoro della consapevolezza di sentirsi in prima persona uno straniero e di doversi integrare in un paese che non è il proprio. Questa sensibilità e l’attenzione alla diversità, Elisabetta l’ha portata nel suo lavoro con gli alunni stranieri in Italia.
Elisabetta lavora oggi alle scuole elementari di Rogoredo, da diversi anni. Di quando è arrivata a Rogoredo ricorda il forte senso di collaborazione che si è venuto subito a creare con il comitato genitori e la vivacità della scuola, elementi che l’hanno portata ad investirsi nelle attività delle associazioni di quartiere in più di quelle scolastiche. Il quartiere è stato quindi accogliente ed inclusivo, terreno fertile per chi avesse voglia di mettersi in gioco. E’ quindi con dispiacere che Elisabetta constata che oggi le famiglie sono più chiuse, minore è la voglia di partecipare e sentirsi parte di un progetto comune, ed è più difficile riuscire a coinvolgere le persone. In questo pensa che la scuola sia lo specchio della società di oggi.
La comunità ideale per Elisabetta dovrebbe essere aperta, collaborativa ed inclusiva. Guardando lo spazio comune di Merezzate, Elisabetta immagina uno spazio di animazione continuo, oltre che un luogo per feste e momenti di socializzazione.
Centro Internazionale di Quartiere C.I.Q.
Centro Internazionale di Quartiere C.I.Q.
- Merezzate/Santa Giulia
- SN
- Via Fabio Massimo, 19, 20139 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Il Centro Internazionale di Quartiere nasce nel 2018. Il Centro dispone di una sala cinema, una sala concerti, una biblioteca, un giardino, un ristorante … tutti spazi polifunzionali che possono essere utilizzati per diverse attività. “Una volta creato il contenitore, ci vogliono poi i contenuti” – dice Modou, tra i fondatori del Centro. Così il C.I.Q. si è arricchito di corsi di Italiano, Inglese, musica, danza, teatro, laboratori per bambini, conferenze e presentazione di libri, rassegne musicali, eventi …
Prima di arrivare qui a Porto di Mare l’Associazione Sunugal disponeva di un piccolo spazio alla Fabbrica del Vapore. Quando poi il Comune ha aperto il bando per la rivalorizzazione della Cascina Casottello, dove si trova oggi il C.I.Q., l’Associazione ha presentato la sua proposta culturale ed ha ottenuto l’assegnazione dello spazio. In molti avevano sconsigliato Modou di trasferirsi qui, in ragione del degrado del quartiere. “Ma la cultura si può fare anche dentro al Bronx” e l’ostinazione di Modou ha ripagato, in quanto il Centro ha ospitato negli anni moltissime rassegne musicali - dal jazz al blues, rock, punk, afrobeat - e eventi di successo, quali il Festival Do Re Mi Fa Sud, che è oggi alla sua sesta edizione e vede la partecipazione di molti artisti stranieri e del Nord e Sud Italia.
In questi cinque anni il quartiere è cambiato molto grazie anche agli sforzi del Comune di Milano e oggi è un luogo pulito e ordinato. In particolare Modou apprezza le persone che lo popolano ed i negozi di quartiere, come il bar, il tabacchi, il ferramenta, il rivenditore indiano, il negozio marocchino, il mercato. E’ fondamentale che l’offerta culturale non si concentri nel centro città ma sia decentralizzata, in quanto anche gli abitanti delle periferie meritano arte, relazioni e cultura, e che il turista in visita a Milano non si limiti a Piazza Duomo ma venga anche qui, perché la periferia è viva e non deve essere abbandonata a se stessa, in quanto il degrado culturale nasce dallo stato di abbandono.
Il Centro si ripropone di essere quindi un luogo di cultura accessibile a tutti, nella sua semplicità. A tal proposito Modou vorrebbe che il Centro fosse popolato in tutti gli orari della giornata, da giovani e bambini. Un giorno auspica di poter disporre di spazi ancora più ampli, per poter organizzare dei grandi concerti. In questi anni di attività Modou ha avuto moltissime soddisfazioni, nel vedere dei nuovi gruppi esibirsi qui, persone di diverse culture e lingue incontrarsi e conoscersi … in questo il Centro è un esempio di condivisione, dialogo, confronto, partecipazione: qualità che la Comunità dovrebbe avere. “Ma la Comunità è grande come il mare”, mentre loro sono solo un piccolo gruppo di persone che però ce la sta mettendo tutta.
Comitato Genitori ICS Pasquale Sottocorno
Comitato Genitori ICS Pasquale Sottocorno
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Popera, 12, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
Il Comitato Genitori dell’ICS Pasquale Sottocorno organizza ogni anno diversi momenti di convivialità, il cui ricavato viene devoluto interamente alla scuola. Silvia, rappresentante del Comitato, menziona come esempio le feste di Halloween, Natale, San Valentino, la festa dell’intercultura che si tiene a Marzo e il festone di fine anno dove i bambini si esibiscono con dei balli. Le attività sono state interrotte negli anni di pandemia e solo quest’anno sono riprese parzialmente.
Silvia è mamma di due bambini, uno delle elementari e uno delle medie, che frequentano entrambi l’ICS Sottocorno. Da piccola ha anch’essa frequentato questo istituto e ricorda che allora vi erano solo due sezioni. Da allora la scuola si è ampliata, merito anche dell’allargamento del quartiere con la costruzione di Santa Giulia e Merezzate. Le domande di iscrizioni sono aumentate negli anni al punto da necessitare la costruzione di un nuovo edificio, inaugurato a Merezzate un paio di anni fa, che accoglie oggi le scuole medie, mentre la sede storica di Rogoredo ospita le classi elementari. In questo modo la scuola ha contribuito enormemente all’integrazione ed allo scambio tra i due quartieri: quello storico e quello nuovo.
Di quando era piccola Silvia ricorda la festa di quartiere organizzata dall’oratorio, in cui le vie di Rogoredo venivano allestite con i colori delle diverse contrade che competevano tra di loro con dei giochi. Con l’ampliamento del quartiere questa tradizione è purtroppo venuta a mancare, come anche quella dimensione di paese tipica di Rogoredo, seppur rispetto a molti quartieri di Milano, Rogoredo rimanga comunque una zona protetta, in cui ci si conosce e ci si sente parte di una comunità.
Silvia auspica più luoghi di aggregazione per i bambini e i giovani, per attività ricreative e di doposcuola. Oggi infatti l’unico luogo di aggregazione è il Parco Trapezio, molto frequentato nella bella stagione, oltre all’oratorio che rimane un riferimento importante per il quartiere. A tal proposito la scuola potrebbe svolgere un ruolo importante di aggregazione e socializzazione e diventare quindi un luogo non solo per lo studio ma dove si possano effettuare diverse attività ricreative. Il Comitato potrebbe anche svolgere un ruolo importante, organizzando momenti di festa che contribuiscano a rafforzare i legami comunitari. Un altro auspicio è quello di maggiori strutture sportive per i ragazzi e per la comunità in generale: essendosi il quartiere ampliato, quelle esistenti rischiano di essere insufficienti.
Comitato di Quartiere Milano Santa Giulia
Comitato di Quartiere Milano Santa Giulia
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 06-2023
- Sito web
Cesare e Luca sono rispettivamente il Presidente e il Segretario del Comitato di Quartiere Santa Giulia. Il Comitato nasce nel 2007, inizialmente come gruppo informale su internet, costituito da coloro che avevano acquistato casa nel quartiere allora in costruzione, al fine di costruire una piattaforma di scambio dove confrontarsi sulle problematiche legate ai lavori. Il merito del Comitato è stato quindi di creare dei legami tra futuri vicini di casa e fare gruppo per affrontare le difficoltà. Nel 2008 il Comitato si è costituito formalmente e da allora ha rappresentato un punto di riferimento importante per il territorio.
Quando i primi abitanti si sono trasferiti qui, nella bella pedonale ora ricca di bar, tavolini all’aperto ed alberi c’erano terra e buche. Le case erano come cattedrali nel deserto, circondate unicamente da cantieri. Una volta finiti i lavori, ci sono poi stati problemi legati alla bonifica dei terreni e che hanno portato alla riapertura dei cantieri, con lo svuotamento e poi il riempimento del Parco Trapezio appena ultimato. Sul tema delle bonifiche, il Comitato era riuscito, grazie ad una raccolta fondi degli abitanti del quartiere, ad acquistare una pagina dedicata sul Corriere della Sera.
Con gli anni il Comitato, oltre a seguire l’evoluzione dei cantieri, ha anche promosso diverse iniziative volte all’incontro e alla costituzione di legami comunitari, come biciclettate, partecipazione a mostre, feste di quartiere. Il Comitato ha infatti avuto in gestione per qualche anno il chiosco del Parco Trapezio, utilizzato per questo tipo di iniziative: avere uno spazio da poter utilizzare è quindi fondamentale in quanto ad oggi i principali luoghi di aggregazione sono la promenade e il parco trapezio. Il Comitato è poi tra i promotori della StraRogoredo Santa Giulia, un bellissimo evento che nasce da una corsa storica di Rogoredo e che poi si è esteso ai quartieri di Santa Giulia e più recentemente Merezzate. La StraRogoredo Santa Giulia ha visto negli anni una grande partecipazione ed ha il merito di unire per un giorno i diversi quartieri in una unica, grande manifestazione.
L’ultimazione del quartiere di Merezzate ha portato al completamento di un’area, con nuovi servizi quali un supermercato e dei bar, tuttavia rimangono aree dismesse ed edifici abbandonati ed il progetto iniziale è ancora ben lontano dall’essere ultimato. In vista delle Olimpiadi si parla dell’apertura di un grande parco, un’arena, un supermercato più grande e molto altro … nonostante le incertezze sui tempi, le prospettive per il futuro sono quindi rosee.
A.N.P.I. Rogoredo
A.N.P.I. Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Rogoredo, 39, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
- Sito web
Sviluppatosi attorno alle fabbriche della Redaelli, Montecatini e Tana, Rogoredo è stato a lungo un quartiere operaio in cui tutti si conoscevano. I fumi rossi delle fabbriche sporcavano i balconi di fuliggine e rilasciavano nell’aria un odore sgradevole. Poche erano le auto e i ragazzi giocavano in strada come per le strade di un paese.
Storicamente Rogoredo è un quartiere antifascista, anche perché proprio qui era stata aperta una sede fascista e le urla delle persone torturate echeggiavano nelle vie del quartiere. Inoltre, diversi partigiani e operai del quartiere che parteciparono agli scioperi del 43 e del 44 furono deportati dai fascisti.
Domenico è il settimo presidente della sezione A.N.P.I. Rogoredo. Tra le ricorrenze storiche celebrate da A.N.P.I. a Rogoredo ricorda la tradizionale fiaccolata organizzata la sera del 24 aprile, la ricorrenza del giorno della memoria il 27 gennaio- in cui vengono ricordati non solo i numerosi ebrei, ma anche gli avversari politici, i rom e sinti, gli omosessuali, i militari dissidenti e tutte quelle persone invise al partito fascista che furono deportate e uccise- la festa del tesseramento e la festa del 2 giugno.
Alla domanda sul perché sia importante festeggiare il 25 aprile oggi, celebrazione contestata da alcuni politici e personaggi pubblici, Domenico ribadisce che la Repubblica Italiana è nata dalla resistenza ed è importante ricordarlo. La generazione di Domenico ha avuto la fortuna di avere familiari che hanno vissuto l’epoca fascista e che hanno potuto trasmettere la violenza e repressione di questo periodo. Con il tempo, la memoria storica è andata scemando, al punto che i giovani oggi hanno un’idea molto vaga di quel momento storico. Per questo è importante fare attività nelle scuole con i ragazzi e A.N.P.I. Rogoredo, che può contare sulla memoria di un partigiano ancora lucido, oltre alle testimonianze di video e foto dell’epoca, organizza diverse attività nelle scuole. In terza media A.N.P.I. porta i ragazzi a visitare il binario 21 sotto la stazione centrale, da dove partivano i treni diretti ai campi di concentramento, e il bunker in Piazza Grandi, in cui si vede in che difficoltà vivevano le persone durante i bombardamenti. In seconda media organizza una giornata con un rapper in cui i ragazzi elaborano alcuni articoli della costituzione in chiave rap. In prima media tiene degli incontri con degli psicologi che spiegano ai ragazzi i rischi legati ai social, come il cyber bullismo e l’adescamento.
Talvolta vengono organizzate delle mostre come quella sui bambini di Terezin, un campo di concentramento in cui venivano deportati i bambini, la mostra ‘pane nero e pane bianco’, che illustrava le difficoltà alimentari durante la guerra quando lo stato razionava il cibo e ogni persona aveva diritto solamente a 150 grammi di pane al giorno, e la recente mostra sulle diciannove donne che hanno partecipato alla costituente.
Della vecchia Rogoredo a Domenico mancano gli spazi di aggregazione, liberi e accessibili a tutti, che oggi si sono ridotti ai bar di quartiere. Lamenta anche la chiusura di diversi negozi storici, schiacciati dal commercio online e dalla grande distribuzione. Si augura quindi l’apertura di attività commerciali, più attività per i giovani ed in generale più attività culturali, perché il quartiere non si trasformi in quartiere dormitorio. Per l’associazione invece, l’auspicio è che i giovani si avvicinino ad A.N.P.I. per proseguirne l’attività in difesa della costituzione, dei valori della democrazia e della memoria.
Verde Festival
Verde Festival
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Piana, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
- Sito web
Alberto si definisce un cittadino attivo di Rogoredo. Arrivato qui quando aveva poco più di un anno, ha sempre vissuto il quartiere facendosi promotore di iniziative cittadine. Il suo attivismo è iniziato quando aveva 16 anni, quando assieme ad altri ragazzi si ritrovava al bar del Cral di Rogoredo (il dopolavoro della Redaelli) una volta a settimana. Nel 77 è stato poi tra gli occupanti di uno spazio comunale, il deposito degli spazzini nello scantinato della scuola elementare. Qui hanno costituito una biblioteca, organizzato attività di doposcuola per gli studenti e avviato un giornalino politico, chiamato “Magliette a strisce”.
Per diversi anni è poi stato membro attivo del Comitato di Quartiere di Rogoredo, che, oltre ad aver avuto in gestione la biblioteca della Ex Redaelli, ha promosso diverse iniziative di pulizia del quartiere, ripulito la discarica adiacente alle docce comunali trasformandola in un giardino, organizzato attività nelle scuole, istituito il giornale di quartiere e, soprattutto, ripristinato i filari di alberi di via Rogoredo - abbattuti per la costruzione della metro - facendone un percorso botanico con l’etichettatura delle piante.
Nel 2013 nasce con degli amici l’idea di organizzare una rassegna che portasse la poesia fuori dai salotti: è l’inizio di “Cortili in Versi”, una manifestazione che per una settimana vede i cortili di Rogoredo e gli spazi comuni, come la COOP, trasformarsi in luoghi di decantazione di poesie. L’associazione Verde Festival si costituisce ufficialmente un anno dopo e, oltre alla rassegna dei “Cortili in Versi”, si è occupata di diverse attività culturali, tra cui la riqualificazione con murales di Largo Redaelli e del Tunnel Jannacci, sotto il ponte dell’autostrada. L’associazione si è anche fatta promotrice di un progetto di riqualificazione degli Orti di via Feltrinelli e della costituzione di una pista ciclabile che arrivi fino a Chiaravalle, progetti ad oggi non ancora realizzati dalle amministrazioni locali.
Dal 2019 Verde Festival ha in gestione lo spazio delle Docce, in cui sono stati organizzati eventi in collaborazione con altre associazioni, come concerti, cinema, scambio di libri e centri estivi. Da qualche mese lo spazio ospita anche il GAS di quartiere.
Le Docce rappresentano un luogo simbolico di Rogoredo. Qui per anni venivano a lavarsi gli abitanti dei palazzi di ringhiera, quando nelle case vi era esclusivamente un WC ma non un vero e proprio bagno. Dopodiché le docce sono state utilizzate per anni da senzatetto e cittadini stranieri, fino alla decisione dell’assessore di chiuderle e adibire gli spazi ad altro uso.
Le pecore sono il primo ricordo che Alberto ha di Rogoredo. Negli anni sessanta infatti, Rogoredo era un borgo storico con attorno tutti campi. Così da piccolo si ricorda quando si è svegliato ed ha visto i campi davanti casa maculati di pecore al pascolo. Di quando era giovane ricorda anche la spensieratezza di quegli anni senza cellulari, in cui ci si ritrovava tra ragazzi tutti i giorni ai giardini.
Alberto si rallegra dei nuovi progetti dell’arena e del conservatorio e per il quartiere si augura un miglior collegamento ciclabile con Chiaravalle, Forlanini, Porto di Mare e San Donato, oltre alla riqualificazione degli orti.
Squadra di Baskin
Squadra di Baskin
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
La squadra di BaskIn di Rogoredo si presenta e ci spiega cos’è il BaskIn.
“Un modo per stare insieme nello sport, comprendendosi nelle diversità”
“Un bellissimo sport che permette a persone di ogni età e con qualsiasi livello di abilità di potersi realizzare a livello sportivo”
“Una valvola di sfogo, un’occasione per stare con altre persone, un appuntamento fisso nella routine settimanale”
“La possibilità di fare sport senza dover dimostrare qualcosa, di essere il più bravo. Vince chi sa fare squadra e stare insieme agli altri”
“Un’occasione per stare insieme ad amici e mantenersi in forma in allegria”
"Più di un gioco di squadra, una famiglia"
“Un insieme di regole, ma la cosa più importante è quella di giocare con un unico scopo, quello di stare insieme”
“Un gioco inclusivo in cui tutti possono partecipare, nessuno escluso”
“Un momento di condivisione con i compagni”
“Un gioco divertente dove c’è il contatto fisico, la sfida, il gioco di squadra … un gioco dove si è tutti diversi ma uniti dallo scopo di vincere”
“Un momento di condivisione che sfocia subito nell’amicizia, nella solidarietà, nell’aiutarsi”
“La gioia dei compagni quando faccio canestro”
“Una valvola di sfogo, un momento in cui tutti i problemi passano in secondo piano perché si pensa solo a divertirsi e a giocare”
“Uno sport senza pregiudizi, in cui entri in campo e giochi senza paura di sbagliare quello che stai facendo”
Il BaskIn, il basket “inclusivo” o “integrato”, è una disciplina sportiva che fa giocare nello stesso campo persone di sesso diverso e con capacità tecniche e motorie differenti. E’ quindi uno sport per tutti, in cui vengono assegnati dei ruoli in base alle capacità tecniche e motorie di ciascuno, così che ogni giocatore si possa confrontare unicamente con giocatori con caratteristiche simili dal punto di vista fisico e tecnico.
Camilla
Camilla
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Popera, 16, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
Camilla è stata attratta dai colori fin da bambina, quando dipingeva i muri di casa di mamma e papà. Ha scoperto l’arteterapia da adulta, dopo un diploma da perito aziendale ed una laurea in scienze dell’educazione. Ha quindi intrapreso la scuola di arteterapia e si è diplomata al Liceum Academy di Milano.
Dovendo spiegare in cosa consista l’arteterapia, Camilla la definisce un spazio dove accogliere quei bisogni che, se non ascoltati, si manifestano nella vita come problemi e difficoltà. La parola ‘bisogno’ ha infatti in sé la parola ‘sogno’: se impareremo quindi a dar voce ai nostri bisogni, potremo dar voce ai nostri sogni. Rispetto ai principali bisogni rilevati nel corso della sua esperienza, menziona il desiderio di essere ascoltati e visti per quello che si è, l’imparare ad accettare le proprie emozioni e tirar fuori i pesi emotivi, così come il desiderio di non sentirsi soli.
L’arteterapia si contraddistingue dai corsi di disegno o pittura in quanto nell’arteterapia è importante il processo: non interessa quindi il prodotto finale nella sua qualità estetica ma il processo creativo che viene innescato dall’incontro con i materiali e le emozioni. L’arteterapia è quindi uno spazio di ascolto del nostro paesaggio interiore ed è adatta a tutte le età, dai bambini agli anziani. Oltre a lavorare in uno studio privato a Rogoredo e a collaborare con le scuole, Camilla ha anche svolto delle attività con gli anziani, tra cui una signora di ben centodue anni.
In arteterapia si possono usare sia materiali ‘classici’ - come matite, pastelli, acquarelli, tempere - che materiali destrutturati - come foglie, bastoncini, sabbia, materiali di scarto … Questi materiali del mondo naturale aprono immaginari (sabbia e conchiglie ci porteranno in una spiaggia mentre legno, muschio e foglie ci porteranno in un bosco), aprendo le porte a paesaggi esteriori ed interiori. Rispetto all’utilizzo dei materiali di scarto, questo processo si avvicina al kintsugi giapponese, che consiste nel riassemblare oggetti rotti con l’oro: le ferite diventano quindi non più difetti da nascondere ma segni da valorizzare.
Oltre all’arteterapia, Camilla tiene dei laboratori di scrittura creativa ed ha una passione per le danze, in particolar modo per quelle popolari. Alla domanda su come si immagini una comunità, Camilla risponde colorata, variegata, partecipata, iridescente. La comunità deve essere un luogo di scambio, in cui ognuno contribuisce con la propria diversità e in cui ci si sostiene l’un l’altro.
Rispetto al quartiere si auspica più punti di incontro per tutte le età e più attività culturali, mentre per se stessa l’auspicio è di continuare a diffondere l’arteterapia e le sue possibilità trasformative ed aiutare le persone a ricontattare la loro parte creativa.
BiblioShare
BiblioShare
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
- Sito web
Paolo è informatico di professione: ha lavorato qualche anno in azienda tra Roma e Milano e ora lavora come libero professionista. E’ arrivato a Santa Giulia nel 2009, quando il quartiere è stato inaugurato. Il quartiere gli ha fatto da subito una buona impressione: è infatti nuovo e strategicamente collegato al centro.
BiblioShare nasce nel 2015 come iniziativa del suo condominio a Santa Giulia. In particolare, nasce dall’esigenza di dare una seconda vita ai numerosissimi libri di cui Paolo dispone a casa, essendo sua moglie una lettrice appassionata. BiblioShare è infatti una libreria virtuale composta dai libri messi a disposizione dagli utenti iscritti: per iscriversi è necessario registrare almeno un libro, ma i libri possono essere molti di più (ed infatti c’è chi ne ha messi a disposizione più di ottanta). Il libri non vengono ceduti ma rimangono nei propri scaffali finché uno degli utenti della propria comunità ne richiede il prestito. Inizialmente si era posto un problema di sicurezza, tuttavia da quando è nata BiblioShare non è mai stato annoverato un furto ed i libri sono sempre stati restituiti al proprietario. La comunità di Santa Giulia – Rogoredo conta oggi oltre diecimila libri registrati. L’iniziativa ha poi suscitato un certo interesse mediatico, con articoli pubblicati su Il Sole 24Ore, Repubblica e Il Corriere della Sera. Nel giro di poco tempo sono quindi nate delle community in tutta Milano ed in tutta Italia. Oltre alle community di quartiere, sono nate delle community tematiche, di appassionati di un determinato genere letterario, così come delle community aziendali.
Diverse sono le differenze tra BiblioShare ed un tradizionale bookcrossing. Innanzitutto con BiblioShare è possibile fare una ricerca per autore e titolo e quindi scegliere il libro tra un’amplia collezione. A quel punto diventa possibile contattare il proprietario secondo le modalità da lui indicate e ci si accorda per lo scambio. Il prestito di libri comporta quindi un contatto tra persone che hanno degli interessi in comune ed in questo senso BiblioShare contribuisce alla creazione di legami comunitari ed ha fatto nascere negli anni amicizie di lunga durata.
A Merezzate il Living potrebbe essere il luogo ideale per favorire l’incontro tra persone. A tal proposito Paolo si augura la nascita di luoghi di aggregazione per attività culturali anche nel suo quartiere, a Santa Giulia. Altri servizi che vorrebbe veder nascere sono una biblioteca, un centro sportivo con piscina … ed uno sportello bancomat.
Per il futuro Paolo si augura che il progetto di BiblioShare si espanda, magari con la creazione di una App, e che i giovani leggano più libri, continuando ad alimentare gli scaffali virtuali della BiblioShare.
Gruppo Non Violento di Autocoscienza Maschile GNAM
Gruppo Non Violento di Autocoscienza Maschile GNAM
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Freiköfel, 1, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
- Sito web
Lo GNAM, ovvero il Gruppo Non Violento di Autocoscienza Maschile, nasce negli anni novanta da giovani studenti universitari membri di associazioni pacifiste e non violente. E’ quindi un gruppo informale che prende forma dal desiderio non solo di raccontarsi, ma anche di riflettere sui diversi modi di vivere la maschilità. La voglia di confrontarsi con altri uomini su questi temi nasce dal sentimento di non riconoscersi nei modelli di maschilità proposti. In questo senso è bene distinguere tra ‘stereotipi’, che in quanto tali vengono criticati, e ‘modelli’, che invece sono culturalmente accettati.
Dagli anni novanta sono nati diversi gruppi di autocoscienza maschile e si è generata una certa autocritica da parte della maschilità eterosessuale nei confronti del patriarcato. Allo stesso tempo, si è sviluppata anche una cultura reazionaria che rivendica i modelli di maschilità del passato e che talvolta sfocia in aggressività violenta e linguaggio sessista. Si potrebbe quindi parlare di un maschilismo di ritorno che è diventato più aggressivo proprio perché si sente minacciato. A cambiare rispetto al passato è l’attenzione mediatica rispetto ad alcuni temi che tuttavia non si traduce necessariamente in un cambiamento di costumi.
Recentemente, il gruppo ha pubblicato un libro intitolato “Maschilità Smascherata - L’esperienza del gruppo GNAM”, nel quale si affrontano temi quali la maschilità, la violenza sulle donne, il rapporto con l’omosessualità e, più in generale, i cambiamenti generati dal percorso intrapreso con il gruppo. L’idea di pubblicare un libro nasce già una decina di anni fa, quando ci si è accorti di quanto l’esperienza con il gruppo fosse stata significativa, anche se la spinta finale che ha portato alla pubblicazione è stata data dal periodo di lockdown. In seguito alla pubblicazione, il gruppo è stato chiamato per diverse interviste, presentazioni del libro e ha anche ricevuto un invito a parlare con i ragazzi nelle scuole. L’idea è quindi di far partire altri piccoli gruppi proponendo una modalità di lavoro consolidata sulla base dell’esperienza del gruppo GNAM. L’auspicio è perciò di poter facilitare la creazione di altri gruppi autonomi di autocoscienza maschile e che questi gruppi portino all’attenzione del dibattito pubblico i temi legati alle infinite possibilità di vivere la maschilità, così come il rifiuto netto di ogni forma di violenza (maschile) sulle donne.
Ottavanota - Scuola di Musica
Ottavanota - Scuola di Musica
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Marco Bruto, 24, 20138 Milano MI, Italia
- 05-2023
- Sito web
Elisabetta è la direttrice di Ottavanota, una scuola di musica nata dodici anni fa e il cui nome anticipa un’intrinseca disposizione a valorizzare il capitale umano: <<Le note sono sette e l’ottava-nota è chi la musica la fa>> spiega infatti Elisabetta, ponendo l’accento sulla dimensione antropica dell’attività. La direttrice incontra la musica da bambina al conservatorio, attraverso lo studio di clavicembalo e organo. Desiderosa di trasmettere la bellezza della musica sceglie il ramo della didattica. Inizia in una scuola privata ma in seguito percepirà le mura come un limite. Ottavanota nasce e si prefigura come sistema aperto verso il quartiere e il territorio. La musica, sottolinea, è bella quando si condivide.
Chiamare Ottavanota una scuola è, per la direttrice, un modo riduttivo di presentarne l’ampio spettro identitario. Molti sono infatti i progetti e le collaborazioni che porta avanti (progetti ludici, musicali, didattici e culturali) attraverso un continuo lavoro di rete con gli altri attori nel territorio. L’obiettivo è aprirsi a tutte le realtà culturali esistenti con un lavoro artistico a 360° (promuovendo ad esempio laboratori e mostre di pittura).
La scuola propone una didattica per qualsiasi livello, per ogni età (dai 6 mesi ai 75 anni) e con tutti gli strumenti. Per i piccolissimi sono state pensate delle classi di propedeutica musicale (6-36 mesi e 3-5 anni). Sono disponibili corsi collettivi di tastiera e chitarra, ma si prediligono lezioni individuali affinché ogni allievo possa esprimersi pienamente attraverso una relazione privilegiata.
Un’equipe di 34 professori altamente specializzati (dal classico, al jazz e al tanghero) segue una squadra di ormai 280 allievi. Il lavoro di rete attuate nel territorio viene coltivato innanzitutto all’interno delle mura scolastiche, perseguendo la collaborazione tra i docenti e incentivando gli allievi a suonare insieme e a costituire, ad esempio, piccole band che accompagnino chi studia canto moderno.
Tra le numerose attività proposte, ce ne sono alcune di cui Elisabetta racconta con grande orgoglio e commozione:
- Progetti didattici: comprendono un’alta formazione in canto lirico, workshop in pianoforte e masterclass in direzione d’orchestra. Centrale è il progetto “CANTOALATO” mirato allo studio e al perfezionamento del canto moderno, a cui partecipano artisti molto prestigiosi e allievi da tutto il mondo. Nonostante l’impatto un po’ invalidante della Pandemia, le attività proseguono con concerti all’interno di location speciali e suggestive (Teatro alla Scala, Museo Bagatti Valsecchi, Circolo Alessandro Volta, etc).
- Progetto OttavaBand: rivolto agli adolescenti con appuntamenti durante tutto l’anno. Occorre avere una base conoscitiva dello strumento, si lavora su brani pop arrangiati dai docenti, con un’equipe professionale si realizza la video registrazione della performance che l’allievo può poi conservare nel suo portfolio professionale.
- Progetto Orchestra: orientato ad un repertorio vario, specialmente pop e colonne sonore. Nasce nel quartiere con il progetto sociale “Agorà” del 2017 e il sostegno di Mediafriends. È orchestra sociale che ha come obiettivo far stare bene i ragazzi, potenziare incontri e relazioni attraverso la musica. Si avvale del metodo “Abreu” sviluppato in Venezuela: il maestro Abreu in un’intervista a Repubblica del 2005 afferma che <<è molto di più che studiare la musica>>. Significa <<entrare in una comunità, in un gruppo che si riconosce come interdipendente”. L’importanza di tale metodo non è dunque solo artistica ma sociale: tramite esso la musica assume un significato di via primaria per la promozione ed il riscatto sociale e intellettuale.A Milano il Progetto Orchestra è uno dei pochi progetti aperto a tutti i ragazzi, indipendente da età o ceto sociale. Non è necessario saper suonare, vengono forniti aule strumenti e insegnati, tutte le settimane.
- Progetto Contastorie: nelle case di riposo i ragazzi (11-20 anni) dell’orchestra intervistano gli anziani circa le loro esperienze con i vecchi dispositivi (radio e grammofoni) e condividono con loro aspetti contemporanei della musica. Lo cambio generazionale che si genera è molto emozionante.
La scuola segue anche diversi progetti nelle scuole dell’infanzia e primarie del quartiere, che hanno l’obiettivo di far emergere i racconti personali dei bambini attraverso laboratori e spettacoli di narrazione e musica. Un nodo cruciale della nostra società, secondo Elisabetta, è infatti la mancanza di ascolto, soprattutto verso i più piccoli.
La musica è il linguaggio universale capace di abbracciare tutti, soprattutto in un contesto milanese multiculturale, insegnando a stare insieme in maniera sana e dialogante. <<Non c’è musica se non c’è ascolto!>> Per diventare bravi musicisti bisogna saper ascoltare. In una società individualista come la nostra, la musica rappresenta una forza incredibile per poter stare insieme.
Gli elementi di ricchezza che identifica nel quartiere sono la voglia di fare rete dei suoi membri (attraverso ad esempio iniziative come “Tessere Legami”) e la natura fortemente inclusiva dei progetti del territorio. Per Elisabetta, ciò che occorre potenziare è uno spazio di espressione per le persone, dove ascoltare, raccogliere, valorizzare e condividere le storie e i desideri delle persone.
Un sogno di Elisabetta è spezzare la settorialità tra settori e individui, valorizzare l’apertura verso la differenza e la fragilità. <<Non si tratta solo delle istituzioni o delle scelte politiche. Siamo noi che possiamo fare la differenza>>.
Per Elisabetta comunità significa, essenzialmente, stare insieme, nonostante i muri fisici, sociali e politici. Per rappresentare questo concetto non sceglierebbe un brano ma uno strumento, il pianoforte. Il pianoforte ha 88 tasti, 88 voci che vibrano insieme, diversamente da altri strumenti, coinvolgendo simbolicamente e contemporaneamente più parti, più attori. Una comunità, un pianoforte, sono fatti di tante voci che si mettono insieme per creare un'unica sinfonia.
Alessio
Alessio
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Alessio ha ventidue anni ed abita a Rogoredo da sei anni. Ha scoperto l’ecologia seguendo Greta Thunberg sui social media e poi, durante il lockdown, ha deciso di passare all’azione con iniziative di pulizia del Parco Trapezio e del quartiere di Santa Giulia. La sua iniziativa ha attirato le attenzioni degli abitanti del quartiere fino ad avvalergli un articolo su “Il Giorno”. Così Alessio ha aperto una pagina Instagram dove molte persone lo contattano chiedendogli di potersi unire a lui nella pulizia del quartiere. Il suo desiderio è quindi che più persone che già lo seguono sui social si uniscano a lui partecipando di persona alle sue iniziative domenicali.
Oltre all’ambiente, Alessio ha la passione per gli animali, in particolare per i gatti. Infatti, oltre ad averne uno a casa, si prende cura assieme ad un’amica della colonia felina di Merezzate.
Rispetto al quartiere, Alessio ci dice che Rogoredo è molto migliore della reputazione diffusa dai media. Definisce il quartiere una famiglia, un paesino dentro la città. In particolare Alessio frequenta l’oratorio e le diverse iniziative promosse dalla parrocchia. Per quattro anni ha infatti fatto l’animatore in oratorio e recentemente ha proposto dei workshop per bambini su temi quali il riciclo e la raccolta differenziata. Oltre alle iniziative di sensibilizzazione ambientale, gli piacerebbe ci fosse uno spazio per i giovani per poter studiare e socializzare: ad oggi infatti esiste solo la parrocchia come luogo di aggregazione.
Alla domanda su cosa voglia fare da grande, Alessio risponde l’operatore ecologico. Ci mostra gli oggetti che usa nelle sue operazioni volontarie di pulizia e che gli sono stati donati dall’Ansa, come la pinza raccogli rifiuti, i guanti ed il gilet.
Nel tempo libero Alessio gioca a Baskin e scrive poesie. La passione per la poesia è nata alle medie grazie ad un suo professore che lo ha incoraggiato a scrivere.
Alessio dice che la costruzione di Merezzate ha avuto il merito di avvicinare Rogoredo e Santa Giulia al quartiere di Viale Ungheria, così come l’apertura della scuola media di Merezzate ha ugualmente avuto il merito di unire i quartieri facendo spostare le famiglie. Ciononostante, i quartieri rimangono ad oggi divisi e Alessio si auspica una maggiore unità tra i quartieri.
Come auspicio per la comunità, Alessio si augura una maggiore pulizia del quartiere in quanto ad oggi la sensibilità ambientale è ancora poca, mentre per sé l’auspicio è di vincere i campionati di Baskin.
Spazio Melotti
Spazio Melotti
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Piana, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
L’associazione Spazio Melotti nasce nell’ambito di un progetto Cariplo riguardante i quartieri di Santa Giulia e Rogoredo. Inizialmente avrebbe dovuto aver sede nella palazzina abbandonata degli “Ex chimici”, l’ultimo residuato dello stabilimento Redaelli. In ragione dei costi elevati delle ristrutturazioni e della necessità di una bonifica del suolo, Spazio Melotti è stato invece ospitato in un negozio situato nel quartiere di Santa Giulia, non lontano dalla Promenade. L’associazione è nata quindi per gestire uno spazio fisico che offrisse iniziative culturali e sociali proposte dagli abitanti stessi. Così un volantino è stato diffuso chiedendo agli abitanti di presentare delle idee sull’utilizzo dello spazio. Diverse le associazioni che hanno proposto iniziative: da Verde Festival a Parlami, da Auser a Ottava Nota … Spazio Melotti ha anche accolto la proposta di costituire un gruppo GAS che durante il lockdown è stato un punto di riferimento fondamentale per il quartiere. Oltre ad attività di sensibilizzazione sul benessere e lo star bene, piccoli concerti e spettacoli teatrali, attività ludiche per i bambini, iniziative di book crossing, Spazio Melotti ha anche ospitato feste di compleanno ed altri eventi ricreativi. Purtroppo lo spazio è stato messo in vendita e l’associazione ha dovuto spostarsi, trovando temporanea dimora allo spazio delle Docce a Rogoredo. Secondo Alberto, Spazio Melotti ha veramente contribuito ad attivare il quartiere di Santa Giulia dove ad oggi non ci sono realtà associative, fatta esclusione per il Comitato di Quartiere. La chiusura dello spazio ha quindi lasciato un vuoto importante al punto che gli unici luoghi di aggregazione che il quartiere offre per i giovani sono i bar. La principale esigenza è quindi costituire un luogo di aggregazione per attività culturali, luogo che potrebbe essere rappresentato dal Chiosco situato nel Parco Trapezio che oggi è gestito dal Municipio e poco utilizzato.
Reb Milano - centro di riabilitazione
Reb Milano - centro di riabilitazione
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Bruno Cassinari, 20/22, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Reb Milano – back to your balance è un poliambulatorio specializzato in servizi di riabilitazione con un ricco ventaglio di offerte per la comunità. Ad accoglierci ci sono Mattia e Lavinia, entrambi classe ’94 e con una lunga appartenenza al quartiere. Mattia, il proprietario, lavora principalmente con gli sportivi in ambito riabilitativo mentre Lavinia, osteopata di formazione, si occupa soprattutto di mamme e bambini.
Il centro, raccontano, nasce a Santa Giulia nel Luglio del 2021, poco dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid19. Dopo anni di sollecitazioni da parte di amici e conoscenti, spinti da una forte appartenenza al quartiere, hanno deciso di mettere insieme le loro competenze professionali per creare qualcosa di bello con e per la comunità.
Reb Milano ha un’impostazione reticolare e ampiamente inclusiva: si avvale infatti della collaborazione di innumerevoli professionisti (come medici, nutrizionisti e operatori della salute mentale) ed estende il suo raggio di competenza dall’area neonatale a quella geriatrica. Santa Giulia, spiega Mattia, è una realtà residenziale con una popolazione molto eterogenea, in cui era ed è presente una forte domanda da parte di giovani e famiglie. Per quest’ultime, ad esempio, è stato pensato lo “Spazio Mamma”, un servizio gratuito di aggregazione che, attraverso un lavoro di équipe tra ostetricia e osteopatia, si propone di accogliere le mamme del quartiere affinché si conoscano, si confrontino, facciano rete e sentano di avere un punto di riferimento per qualsiasi necessità. Il poliambulatorio, raccontano, vuole configurarsi anche come iniziativa “sostenibile”, nell’approccio e nelle iniziative condivise con la comunità: nel loro piccolo, in quanto attività commerciale di consumo, si impegnano ad utilizzare prodotti 100% ecologici. Al di fuori del centro seguono e promuovono attività di volontariato ambientale (come ad esempio la pulizia delle strade) perché secondo Mattia <<considerate le condizioni verso cui stiamo andando, come pianeta>> è importante educare a dare un contributo per il prossimo e per l’ambiente.
Parlando con Lavinia e Mattia, è inevitabile farsi travolgere dalla freschezza, dalla passione e dalla spinta altruistica e aggregativa che anima il loro lavoro. Reb Milano si è sviluppato e continua a crescere grazie all’ascolto e alla ricerca empatica a fianco della popolazione: il progetto, nato con lo sguardo rivolto ai bisogni di prossimità, continua ad espandersi con una forte spinta motivazionale grazie al legame affettivo con il territorio. Legame che porta professionisti come Mattia e Lavinia a riconoscersi contemporaneamente promulgatori di servizi e utenti degli stessi, a pensarsi quindi responsabili verso la comunità e sfruttando -ad esempio- la loro visibilità per veicolare messaggi e tematiche rilevanti per il prossimo.
Relativamente al quartiere di Santa Giulia, entrambi lo descrivono come un contesto ricco di potenzialità così come di margini di miglioramento: sono molti i progetti attuativi in corso, anche nella zona limitrofa di Rogoredo, come il nuovo Palazzetto del Ghiaccio previsto per le Olimpiadi del 2026 e i lavori urbanistici disseminati nel territorio.
Tra i bisogni principali, Lavinia indica la mancanza di punti di ritrovo per i giovani (come una libreria o un centro di aggregazione) nonostante rappresentino sempre di più una fetta centrale della popolazione.
Per il futuro del centro Lavinia e Mattia si augurano di consolidare un’identità forte che vada oltre le prestazioni erogate dal poliambulatorio. Il loro sogno è che, accanto all’attività riabilitativa, l’intento collaborativo e propositivo del centro venga sempre più compreso e vissuto dalla comunità, diventando così un punto di riferimento per tutti.
Martina
Martina
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Martina è cresciuta in zona Corvetto, ha poi abitato qualche anno in un monolocale in Città Studi e da qualche tempo si è trasferita a Merezzate. Merezzate infatti è una delle poche realtà dove le case hanno mantenuto dei prezzi accessibili a quanti abbiano uno stipendio ‘normale’ grazie al canone concordato. Adesso Martina abita in un bilocale con balcone e posto auto che condivide con il compagno ed il fatto di avere due ambienti separati, la zona giorno e la zona letto, ha migliorato notevolmente la sua qualità della vita. Il quartiere è bello ed accogliente, a parte qualche piccolo danno causato dai ragazzini del quartiere. Nonostante sia ben collegato al centro con i mezzi pubblici, Martina auspica un miglior collegamento stradale con il centro e più piste ciclabili. Del quartiere apprezza in particolar modo la disponibilità di uno spazio comune per delle attività condivise. Martina si è proposta per delle giornate di co-working e co-studying e le piacerebbe poter partecipare maggiormente alle iniziative di speak up, pilates, thai chi e agli orti comuni, cosa che attualmente non le è possibile perché studia e lavora allo stesso tempo. L’idea del co-working/- studying è nata dalla necessità di trovare un ambiente confortevole dove studiare e creare allo stesso tempo delle occasioni che permettessero alle persone di conoscersi e interagire. Attualmente l’apertura dello spazio comune dipende dalla disponibilità degli abitanti: Martina vorrebbe che ci fosse piuttosto un referente che aprisse lo spazio quotidianamente in modo da renderlo più accessibile.
Il sogno di Martina è poter lavorare nella ricerca, in particolare nelle applicazioni fisiche alla medicina. Martina ha già una laurea in filosofia ed ha lavorato quattro anni in un’azienda in cui si occupava di catena produttiva e relazione con i fornitori. Il Covid ha poi fornito l’occasione per iscriversi alla seconda laurea in fisica, una passione che si porta dietro dal liceo. Alla domanda su cosa accomuni la passione per la fisica con quella per la filosofia, Martina risponde l’interrogarsi sulla realtà. La fisica infatti ci dice come succedono le cose, mentre la filosofia cerca di spiegare perché succedono le cose: infatti, molti filosofi della storia, come Galileo, Newton e Cartesio, hanno anticipato grandi scoperte della fisica.
L’idea che Martina ha della comunità è quella di una famiglia in cui ci si aiuta e in cui ognuno dà rispetto alle proprie possibilità. Una comunità equa, in cui ognuno riceve in base ai propri bisogni, è infatti diversa da una società egalitaria in cui ognuno riceve nella stessa misura, indifferentemente dai mezzi di cui già dispone. La comunità deve essere anche un posto dove ci si aiuta, ci si rispetta, in cui ognuno sia libero di esprimere la propria opinione e in cui le persone si mettono in gioco per il bene comune.
Rispetto ai suoi interessi, Martina si definisce una persona eclettica: appassionata di musica e sport, le piacciono le materie umanistiche così come quelle scientifiche. Le piacerebbe poter organizzare delle serate simposio in cui ci si ritrova per discutere di temi di attualità o di carattere filosofico e scientifico. L’auspicio per il futuro è quello di vivere in armonia e serenità con la sua comunità e che lo spazio comune sia più aperto e accessibile a tutti quanti vogliano proporre delle attività. Purtroppo succede che le divergenze di visioni creino dei fraintendimenti tra vicini, ma per Martina l’importante è sapersi concentrare sulle soluzioni piuttosto che sui problemi e vedere il lato positivo delle cose.
Calcio Freestyle
Calcio Freestyle
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Il calcio freestyle è una disciplina acrobatica che consiste nell’eseguire dei ‘tricks’ con un pallone da calcio, facendo dei movimenti spettacolari e usando tutte le parti del corpo, dalla testa ai piedi. Diverse sono poi le specializzazioni: lo stile upper comprende evoluzioni con la parte alta del corpo, lo stile lower comprende evoluzioni con la parte bassa del corpo e il sit down comprende evoluzioni fatte stando seduti.
Davide si è appassionato al calcio freestyle quando aveva quattordici anni. Si è formato da autodidatta guardando dei video su youtube, iniziando con dei tricks semplici fino ad arrivare a quelli più complessi. Dopo un anno di pratica ha lasciato il calcio per dedicarsi interamente a questa sua passione. Allora non avrebbe immaginato di poter fare della sua passione un lavoro e di raggiungere dei livelli tecnici così elevati. Nel 2020 infatti Davide ha vinto i campionati mondiali di calcio freestyle per due delle sei categorie.
Qualche anno fa è nata l’idea di impiegare questa sua abilità come forma di spettacolo in eventi e celebrazioni. Non di rado succedeva infatti che durante degli allenamenti le persone si fermassero a guardare e si interessassero alla disciplina. Così è nato un gruppo di freestyle composto da cinque persone, quattro freestyler ed una freestyler, provenienti da tutta Italia.
Da sportivo, di Merezzate Davide apprezza gli spazi aperti per allenarsi, come i prati, il campo da basket e l’area per gli esercizi a corpo libero. Mancherebbe giusto una fontanella per le ore di arsura estiva. Definisce il quartiere futuristico e minimalista, in ogni caso bello e tranquillo. Dello spazio condiviso Davide è venuto a conoscenza con il passaparola ed ha partecipato alle giornate di coworking : lo spazio è ben arredato e silenzioso, ottimo per chi lavora smart. Uno spazio da sfruttare quindi al massimo con eventi ricreativi e conviviali per incentivare le persone a conoscersi, oppure per organizzare workshops tematici.
Per Davide una comunità dovrebbe essere basata sul rispetto reciproco e la condivisione. Ai giovani Davide consiglia di seguire le proprie passioni : scegliere quanto ci fa star bene è infatti sempre la scelta giusta. Nel suo caso, la passione gli ha aperto delle porte che non pensava possibili.
Oltre alla passione per lo sport in generale, a Davide piace viaggiare, scoprire culture diverse. In questo si ritiene fortunato perché il suo lavoro gli permette di conoscere persone provenienti da tutto il mondo.
Quello che lo spinge ancora ora ad andare avanti è il sorriso sul volto delle persone, così come l’interesse dei più giovani che si avvicinano a questa disciplina. Per il futuro l’auspicio è quindi di continuare ad avere la stessa passione e carica che lo contraddistinguono ancora oggi.
Birrificio di Ringhiera
Birrificio di Ringhiera
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Rogoredo, 119, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Valerio e Stefano si conoscono da quando erano giovani. Hanno sempre condiviso la passione per la birra, da cui la decisione di partecipare a fiere del settore, iscriversi a corsi di degustazione e rendere questa passione una professione. Stefano, il mastro birraio, si è formato in Italia e, come tutti i mestieri artigiani, ha migliorato la sua tecnica facendo esperienza. Inizialmente producevano birra per consumo personale e per la loro cerchia da amici, poi la decisione di affittare un locale in Via Rogoredo e costruire un impianto più grande. L’occasione è arrivata con un bando del Comune di Milano per start up di periferia a cui hanno deciso di partecipare assieme ad altri tre amici. Per loro, l’essere basati in una periferia ha quindi rappresentato una opportunità piuttosto che un limite.
Rispetto al tipo di prodotto venduto, Valerio ci spiega come le loro birre cerchino di valorizzare i prodotti del territorio, utilizzando il malto del riso prodotto in Pianura Padana, il mais utilizzato nella polenta e lo zafferano locale. Anche i loro salumi e formaggi sono a kilometro zero.
Rispetto al quartiere di San Martino, restando questo un po’ separato dalla città, c’è ancora uno spirito comunitario e delle dinamiche da paese di provincia più che da grande città. Per esempio, quando hanno aperto, sono state le realtà del territorio a prendere contatto con loro, incuriosite dalla novità. Il quartiere è a misura d’uomo pur offrendo tutte le comodità della città. E’ una zona di confine, al limitare della città, per cui vi sono anche numerose cascine e aziende agricole, oltre ai parchi e le aree verdi. Valerio auspicherebbe più spazi di socialità che siano fruibili ed accessibili agli abitanti, oltre alla risoluzione di alcune problematiche legate alla zona di spaccio non molto distante. L’augurio è quindi che le Olimpiadi siano un’occasione per valorizzare il tessuto sociale e migliorare il quartiere in modo sostenibile senza stravolgere la dimensione comunitaria.
Per Valerio la principale difficoltà che incontrano molti giovani che vorrebbero avviare una start up è il difficile accesso al credito. Nel loro caso sono stati facilitati dal bando del Comune di Milano in cui il capitale sociale richiesto era accessibile. Tuttavia questi bandi sono ancora oggi un’eccezione e le istituzioni dovrebbero investire maggiormente nelle nuove generazioni che hanno molte idee ma pochi mezzi. Loro stessi avrebbero potuto avviare l’impresa prima se ne avessero avuto la possibilità, avendo maturato l’idea dieci anni fa.
Per il futuro Valerio si augura di essere ancora presenti nel quartiere come azienda: significherebbe che ce l’hanno fatta.
Gruppo Acquisto Solidale GAS
Gruppo Acquisto Solidale GAS
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Piana, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Sonia ha un dottorato in ingegneria ed ha lavorato diversi anni in un centro di ricerca in ingegneria nucleare. A Febbraio 2023 ha vinto un assegno di ricerca sull'analisi del consumatore nell’ambito della sostenibilità e dell'agrifood, per cui ha dovuto sospendere la seconda laurea in biologia della nutrizione. La passione per la sostenibilità e l’alimentazione Sonia la ha già da qualche tempo, passione che l’ha portata ad attivare un Gruppo di Acquisto Solidale a Santa Giulia, Rogoredo e Merezzate. Inizialmente ha lavorato come volontaria per una realtà che poi nel 2018 ha chiuso. Quando l’associazione Spazio Melotti ha diffuso i volantini di una 'call for ideas' su come utilizzare lo spazio, lei ed una sua amica si sono proposte per attivare un GAS. Inizialmente utilizzavano un Google Form, poi, quando in pandemia son passate da venti a settanta famiglie, hanno dovuto appoggiarsi ad una piattaforma online sviluppata da un gasista di Novara. Molti ringraziano Sonia ancora oggi per il supporto che il GAS ha fornito al quartiere in pandemia, supporto che è stato reso possibile dal lavoro di molti volontari impegnati nella distribuzione. Recentemente il gruppo ha dovuto spostarsi da Santa Giulia a Rogoredo, dove utilizzano lo spazio condiviso delle Docce. Qui hanno potuto organizzare una cena nel giardino con i prodotti del GAS, evento che è stato molto apprezzato e che contano di ripetere.
Sonia è arrivata a Santa Giulia nel 2009, quando la Promenade non era ancora stata completata. Ha visto quindi il quartiere popolarsi e crescere. E’ un quartiere a misura di famiglia, che Sonia ha cominciato ad apprezzare veramente quando si è investita in attività associative e di volontariato. Allora ha cominciato a sentirsi veramente parte di una bella comunità e si auspica che la partecipazione degli abitanti diventi ancora maggiore. La comunità è infatti una comunità effervescente, con molte potenzialità e molte realtà locali che propongono diverse attività. L’augurio è che ci sia una maggiore integrazione tra quartieri e associazioni e che questo porti le persone a mettersi in gioco in prima persona. A tal proposito il GAS è trasversale ai quartieri di Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate, contribuendo all'integrazione urbanistica, oltre a sensibilizzare su tematiche quali il consumo sostenibile.
Tondo Cafè
Tondo Cafè
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Cengio, 6, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Luca è nato e cresciuto a Rogoredo ed è titolare di Tondo Cafè, bar storico della zona, di proprietà della sua famiglia da più di 40 anni. Le sue più grandi passioni sono l’enologia e i vini di qualità - che produce nell’Oltrepò e che ama servire ai propri clienti –, lo sci e la montagna.
Definisce il suo bar un’enoteca di qualità, in cui vende anche vini di sua produzione. Ama profondamente il suo lavoro. Ritiene che il locale sia un punto di incontro e di riferimento per una tipologia variegata di clientela: dagli anziani ai giovani che vengono per un aperitivo, fino ai pranzi di lavoro dei lavoratori della zona, come i dipendenti di Sky. Un luogo ben integrato nell’area, apprezzato dai diversi tipi di avventori che accoglie.
Luca ritiene che il quartiere, a cui lui è molto affezionato, sia cresciuto moltissimo negli ultimi anni. Nonostante la “cattiva pubblicità” e la narrazione legata allo spaccio e al consumo di droga nel cosiddetto "bosco" di Rogoredo, che non vuole minimizzare, ritiene che la zona sia stata riqualificata in maniera importante. Luca è molto legato a Rogoredo, che reputa una zona ben collegata a Milano ma in cui permane un’atmosfera da paese, con un grande senso di coesione, comunità e appartenenza delle persone che ci vivono. Cita il fermento per la prossima apertura del Palaitalia e del Conservatorio, e l'ormai integrato stabilimento di grandi società come Sky e Saipem, che hanno un impatto positivo sul quartiere.
Pensa che il quartiere sia molto migliorato grazie alle persone che si sono trasferite anche negli ultimi anni, che apprezzano la vivibilità e la dimensione comunitaria della zona, oltre alla solidarietà tra le persone e gli abitanti del quartiere. Considera Merezzate, Santa Giulia e Rogoredo un tutt’uno e crede che il quartiere dovrebbe essere pensato e vissuto come unico e unito: è convinto infatti che la sua forza stia nell’unione delle anime che lo compongono e non vuole concepirle come distinte.
Crede che gli elementi su cui bisognerebbe investire, oltre alle nuove infrastrutture in programma, siano le attività commerciali. Evidenzia infatti come troppo spesso, negli ultimi anni, alcuni negozi abbiano chiuso troppo in fretta. Crede dunque che servirebbero attività funzionali alla vita e alle esigenze di chi vive e transita nel quartiere, per continuare a farlo crescere. Cita alcuni esempi riusciti, come la nuova cartoleria Live Bridge e il circolo Mondini, che propone spettacoli teatrali, corsi di ballo e molto altro.
Un altro aspetto essenziale che evidenzia Luca è la necessità di coltivare un contesto sicuro e tranquillo per gli abitanti e le famiglie che ci vivono. Sarebbe inoltre utile per il quartiere avere, per esempio, una piscina, di cui si sente la mancanza.
Ha grande fiducia nel futuro della zona e sulle sue prospettive di crescita. Ritiene che i servizi siano da continuare a sviluppare nella direzione intrapresa per continuare a migliorare il quartiere e i suoi diversi punti di forza.
Studio Immobiliare Carlino Fabbretti
Studio Immobiliare Carlino Fabbretti
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Palombino, 8, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Classe '33, nato a Ficulle in Provincia di Terni e conosciuto da tutti come "Carlo", il signor Fabbretti si definisce uno << che è partito e non si è fermato più >>. Lo studio immobiliare che gestisce da ormai vent'anni è solo la punta di un iceberg ricco di esperienze. Legato da sempre al mondo dei consorzi, è in uno specializzato nell'analisi dei cementi che inizia il suo percorso. Sono gli anni della guerra, la sua famiglia numerosa conta quasi ventidue membri, le condizioni di vita sono precarie. Con le Imprese Riunite lavora alla costruzione di una diga in provincia di Terni, una mansione faticosa che rievoca con il sorriso << uscivamo imbrattati, però era bello >>. Una volta maggiorenne viene selezionato per un progetto di rifinitura di alcuni impianti ad Alessandra d'Egitto: un'opportunità questa che in diversi periodi della vita lo porta lontano, soprattutto dagli affetti più cari, lasciandogli una sensazione dolceamara di novità, incertezza e nostalgia. In patria decide di allargare i propri orizzonti verso Milano e a San Donato inizia a lavorare per ENI e SNAM, una società di infrastrutture energetiche. A cavallo tra gli anni ottanta e novanta, poco dopo aver deciso di andare in pensione, viene nuovamente coinvolto in un progetto di valutazione e vendita di alcuni terreni e decide poi di rilevare e prendere in gestione lo studio immobiliare.
Carlo ha assistito e contribuito alla trasformazione di Rogoredo da terreno agricolo a terreno industriale, grazie all'insediamento di aziende e stabilimenti (come la famosa Acciaieria Redaelli) che ne hanno guidato lo sviluppo, come anche Sky in tempi più recenti. E sono proprio società come queste che, secondo Carlo, hanno rappresentato un grande elemento di risorsa attraverso posti di lavoro e spinte progettuali. Anche la futura apertura di una seconda sede del Conservatorio è un'occasione preziosa che, come è avvenuto in passato, porterà un grande numero di ragazzi ad implementare il tessuto sociale e culturale del quartiere.
Evidenzia alcune fragilità negli interessi economici e nelle diatribe burocratiche che spesso accompagnano lo sviluppo dei territori; in particolare per il contesto di Rogoredo ritiene necessario rivedere il coordinamento delle attività commerciali (affinché si possano individuare e si possa investire in servizi utili alla comunità) e stimolare, soprattutto nelle nuove generazioni, un atteggiamento non solo performante ma anche paziente e perseverante. Carlo crede molto nell'importanza della collaborazione per la realizzazione di idee e progetti, una collaborazione basata sull'equilibrio tra un pensiero critico individuale e le proposte, le competenze della collettività.
Il signor Fabbretti è una memoria storica del quartiere e delle sue trasformazioni. Racconta di voler scrivere un libro e di essere sempre stato un membro attivo della comunità, svolgendo anche corsi di formazione in ambito immobiliare. A partire dalle avventure che ha vissuto, si descrive come una persona responsabile, discreta e con un forte spirito di iniziativa. Nonostante l'età, dimostra di sentirsi ancora recettivo e desideroso di seguire gli sviluppi che interesseranno il territorio.
Antonio
Antonio
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Antonio, impiegato in una catena di grande distribuzione, arriva a Santa Giulia nel 2010. Si presenta da subito con molteplici sfumature: da un lato timido e discreto, dall'altro autentico, ardente e perseverante quando si tratta di dedicarsi a qualcosa in cui crede e che lo coinvolge profondamente.
Il calcio, ad esempio, è la sua passione più grande: la carica emotiva, la spinta motivazionale, il senso di appartenenza e di gratuità che gli consente di esperire, sono solo alcuni degli aspetti che rendono questo sport così significativo nella sua vita. Attraverso il calcio si è scoperto portatore di un curioso talento: la capacità, cioè, di ricostruire e collocare con esatta precisione eventi biografici (suoi e di altri) attraverso le date specifiche di alcune partite.
Il lavoro è diventato negli anni una dimensione identitaria preziosa, altamente formativa, dove i riconoscimenti per l’impegno dimostrato hanno via via alimentato la fiducia in se stesso, lo spirito di iniziativa e la sfera relazionale: in un momento di delicata condivisione racconta come, finito il liceo, si sentisse spaventano per il futuro e titubante a esprimersi pienamente. Attraverso il lavoro si è riscoperto più consapevole, portatore di un valore utile anche per gli altri.
Guardando al futuro, Antonio afferma di voler continuare a migliorarsi ed esplorare quanti più orizzonti possibili, in primis attraverso il viaggio. Desidererebbe scoprire la peculiarità con cui gli altri del mondo affrontano la vita, amplificare la comprensione della realtà ma anche di se stesso, mettere in discussione (e potenziare) competenze come l’autonomia e l'inventiva. Ad attrarlo di più, specialmente in Asia e in Sud America, sono i contesti ancora incontaminati, lontani dall’occidentalizzazione moderna e in cui si respirano tradizioni autentiche. Tradizioni che nei territori milanesi più prossimi, afferma, si evolvono e si intrecciano in fucine di eterogeneità e mutamenti.
Negli anni Antonio è stato infatti spettatore delle trasformazioni urbanistiche e generazionali che hanno interessato la città e in particolare il quartiere di Santa Giulia. L'aumento progressivo di famiglie e persone giovani, così come il potenziamento architettonico ancora in atto, hanno delineato un ambiente tranquillo, sicuro e vivibile. E' cresciuto il numero di servizi tra commerci e spazi adibiti allo sport. Le prospettive future, legate soprattutto alle Olimpiadi Invernali del 2026, lasciano presagire continui sviluppi, come il Palazzetto dello Sport in fase di realizzazione.
Antonio si augura che vengano implementate soprattutto le risorse per le nuove generazioni: a suo avviso, tra gli aspetti di debolezza, c'è infatti la carenza di luoghi di aggregazione culturale. Un teatro o una biblioteca (come la Valvassori Peroni presente a Lambrate, ad esempio) dove i ragazzi possano incontrarsi per studiare, divertirsi e creare legami in un luogo accogliente con servizi accattivanti.
Rendere il quartiere uno spazio vivibile, attrattivo e accessibile non solo per i residenti ma anche per il resto delle città è, secondo Antonio, un aspetto prezioso a cui guardare nel lavoro di progettazione per il territorio. Infine, con un approccio generativo, sottolinea l'importanza di sostenere le famiglie affinché i più piccoli siano protetti e accompagnati nel loro percorso di crescita che, come per il quartiere stesso, può e dev'essere ricco di potenzialità.
Arcieri San Bernardo
Arcieri San Bernardo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Carlo Feltrinelli, 12, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Giuseppe, detto Pippo, ha lavorato come cineoperatore per cinquant’anni: film, documentari, pubblicità … In particolare, la specializzazione in steadycam presa a Los Angeles gli ha permesso di lavorare come pioniere in Italia: sperimentata per la prima volta con il film Rocky e consacrata poi dal film Shining, la steadycam era allora sconosciuta in Italia.
Questo lavoro gli ha permesso di viaggiare e conoscere altre culture. Quello che lo ha affascinato è che in tutto il mondo esiste il tiro con l’arco: dalla Cina al Giappone, dalla Mongolia all’Africa … Lo definirebbe quasi una filosofia, il tiro con l’arco: non ci vuole necessariamente forza, ma equilibrio e concentrazione. E’ uno dei pochi sport in cui si può effettivamente raggiungere la perfezione.
L’associazione Arcieri San Bernardo nasce da una prima esperienza a Novegro. L’associazione si è poi trasferita all’abbazia San Bernardo di Chiaravalle - da cui ha preso il nome- fino a quando, essendo cresciuta in numero di associati, si è trasferita qui a Rogoredo. L’Associazione ha instaurato un’ottima relazione con il Municipio Quattro che ne ha riconosciuto il contributo al quartiere, avendo recuperato uno spazio abbandonato e mal frequentato.
Il tiro con l’arco è per tutte le età: dai bambini agli anziani. Il loro socio più anziano ha infatti ottantotto anni. Molte sono anche le donne iscritte e le persone con disabilità che praticano lo sport competendo con quelle senza disabilità.
Con il progetto per le olimpiadi Milano- Cortina il quartiere è destinato ad ampliarsi e popolarsi maggiormente. Pippo si augura che nei progetti del nuovo quartiere rimanga del verde e non ci siano solo costruzioni.
Quello che lo spinge ad andare avanti è la passione per una disciplina che rimane ancora oggi poco conosciuta. L’auspicio è di trovare qualcuno che voglia dedicarvisi con altrettanta passione e portare avanti la compagnia.
Milano Basket Stars
Milano Basket Stars
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Giacomo Medici del Vascello, 33, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
- Sito web
Odontoiatra di professione, Alberto ha sempre avuto la passione per lo sport. Al basket si è avvicinato all’età di otto anni ed ha poi continuato a praticare questa disciplina in modo assiduo, fino a diventare giocatore e gareggiare nei campionati. Quando poi ha avuto due figlie femmine ha deciso di avviarle ugualmente al basket.
Allora non c’era molta offerta per il basket femminile a Milano, da cui l’idea di costituire una società che con gli anni si è poi allargata, trasformandosi da società di genitori a vera società sportiva, che annovera una squadra in serie B che per ben tre volte ha disputato la finalissima per accedere alla serie A2. L’associazione è presente in diversi quartieri del municipio quattro, tra cui Merezzate e Santa Giulia, dove ha lasciato il segno avvicinando molte ragazze al basket. Il basket femminile sta crescendo molto in questi ultimi anni - come lo sport femminile in generale- riuscendo ad essere molto coinvolgente. Veder le ragazze avvicinarsi allo sport ed appassionarsi è quello che da sempre motiva Alberto, oltre ai valori che questo sport trasmette, come l’impegno costante per il raggiungimento di un risultato non immediato: valori che possono essere applicati anche ai diversi ambiti della vita, dallo studio al lavoro.
Il quartiere di Merezzate- Santa Giulia è in fase di grande espansione, per cui le strutture sportive esistenti potrebbero iniziare ad essere insufficienti. Le autorità locali dovrebbero quindi investire in infrastrutture sportive come investimento per il futuro. Infatti, portare i ragazzi nelle palestre - piuttosto che lasciarli nei bar e per strada - significa investire in una società migliore. In una società contemporanea dove proliferano atti di sopraffazione e violenza, in particolare nei quartieri periferici, lo sport potrebbe, come sempre ha fatto, dare un contributo importante, veicolando valori quali il rispetto delle regole - anche nel fronteggiarsi l’un l’altro, il fare squadra e l’aiutarsi l’un l’altro. Questi messaggi che lo sport trasmette sono infatti alla base di ogni convivenza civile.
L’auspicio è quello che ci sia una maggiore identificazione del territorio nelle squadre di basket locali ed un maggior coinvolgimento nel supportarle assistendo alle partite.
Anthony
Anthony
- Merezzate/Santa Giulia
- PE
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Anthony è arrivato a Milano all’età di sette anni e da allora ha vissuto in diversi quartieri della città fino ad arrivare a Merezzate tre anni fa. Nato in Perù, non ricorda molto del suo paese natale se non la scuola e la casa. Gli piacerebbe un giorno poter tornare per visitare e conoscere meglio il paese e rivedere parte della famiglia rimasta lì.
Poco dopo essere arrivato nel quartiere ha proposto come attività comune il karaoke. A Merezzate si sperimentano infatti forme di abitare collaborativo e uno spazio, il Living, è a disposizione degli abitanti per delle attività comuni. Il karaoke è stato accolto con entusiasmo: una vicina l’ha aiutato a fare delle locandine che sono state affisse nel quartiere ed alle fermate del bus. Lui invece ha provveduto al microfono ed all’attrezzatura. Rispetto al suo arrivo, l’impressione che Anthony ha del quartiere è cambiata in positivo: le persone iniziano a conoscersi di più, divertirsi assieme e molte sono le attività gratuite proposte. Quando si condividono delle attività infatti, ci si inizia a vedere in modo diverso. Ad Anthony piacerebbe una comunità in cui ci si aiuta l’un l’altro, in cui si ha fiducia nell’altro, senza distinzione tra culture. Un posto dove le persone siano unite e nasca la fiducia tra inquilini e vicini. Come contributo alla comunità, Anthony offre il suo tempo e la disponibilità a rendersi utile. Come auspicio per il futuro, gli piacerebbe un maxi schermo nello spazio comune per delle serate cinema e delle telecamere per una maggiore sicurezza. Quello che apprezza di più del quartiere è il verde, l’area giochi, i bei palazzi e i bar e ristoranti sorti nei quartieri limitrofi.
Francesco
Francesco
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Chimico fisico di formazione, Francesco insegna alle superiori ed all’università, oltre a dedicare parte del suo tempo alla divulgazione scientifica con il suo blog “pillole di chimica”. Ricorda che fin da bambino aveva una curiosità innata nel voler carpire i segreti della natura e capire il motivo dietro ad un fenomeno naturale. Del suo lavoro apprezza sia l’aspetto accademico che quello divulgativo: da un lato quindi fare ricerca, dall’altro trasmettere questa passione agli altri. Nel suo blog Francesco si rivolge sia a quanti abbiano già delle nozioni scientifiche, sia a quanti si approccino alla scienza per la prima volta. C’è una grande necessità di informazione scientifica in Italia, infatti molti uomini di scienza non fanno divulgazione perché è più difficile parlare di scienza alle persone non addette ai lavori.
Francesco ha anche pubblicato alcuni libri: alcuni più tecnici, come uno studio sulle biomolecole, altri più divulgativi, come un libro sulla chimica degli alimenti e uno sulle fake news. La passione per la lettura la deve a sua madre che era insegnante di lettere. Sarà anche per questo che a Merezzate partecipa al club del libro che è stato avviato tra gli abitanti di quartiere.
Francesco è a Merezzate da tre anni: il quartiere ha destato da subito un grande interesse in lui in quanto ha trovato l’idea della ‘città nella città’ molto innovativa e rara in una metropoli come Milano. Quello che spinge le persone a partecipare alle attività comuni è secondo lui la voglia di conoscersi, di condividere una passione con gli altri, di sentirsi parte di una comunità. D’altronde siamo animali sociali. Una comunità dovrebbe essere innanzitutto felice. Spesso la vita ci porta infatti ad essere stressati e quindi isolarci, mentre tornare dal lavoro e sentirsi veramente a casa, in un luogo dove puoi essere te stesso e spensierato, ci fa sentire più tranquilli e felici. Persona attiva e a cui piace sperimentare in generale, il contributo che Francesco potrebbe dare alla sua comunità è quello di mettere a disposizione le proprie competenze e dare un aiuto come forza lavoro per l’organizzazione delle attività in generale.
Rispetto al quartiere, ci sono tutti i presupposti perché sia un luogo ideale: gli spazi verdi, le costruzioni innovative e sostenibili … Dopodiché è compito nostro renderlo tale perché i luoghi li fanno le persone che si prendono cura del posto che amano.
Il suo auspicio personale è continuare ad aver voglia di fare quello che fa e avere la spinta per andare avanti, mentre per la collettività è quello di avere a cuore il posto in cui si vive come fosse casa propria, rispettare la libertà degli altri, venirsi incontro e sentirsi una comunità.
La Corte degli Artisti
La Corte degli Artisti
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 1, 20138 Milano MI, Italia
- 04-2023
Elisa è insegnante di tecniche pittoriche con una specializzazione in arte terapia. Inizialmente ha lavorato come perito agrario. L’amore per l’arte l’ha poi portata a coltivare questa passione e formarsi in questo ambito, fino alla scelta di aprire un’associazione nel 2018 a Rogoredo, nella corte di una vecchia carrozzeria, poi asilo, ora rinominata “Corte degli Artisti”. La passione per il disegno la porta avanti da quando era bambina ed ha avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno assecondato questo suo interesse. Per qualche anno Elisa è stata insegnante alla scuola di arti applicate del C.R.A.L. del Comune di Milano, dove ha imparato ad interagire con persone differenti tra cui persone della terza età. Le definisce un pozzo di sapere e non a caso la Corte è frequentata da giovani e anziani, tra cui la socia più anziana di oltre novant’anni. Molte sono anche le culture che qui si incontrano: dal Brasile, alla Polonia, la Corte è catalizzatrice di persone da tutta Italia e da tutto il mondo. Luogo di contaminazione culturale, la Corte ha ospitato corsi di pittura tradizionale giapponese, oltre a tecniche di acquarello e pastello. Di tanto in tanto vengono organizzate anche delle mostre, come quella che si terrà a Maggio al Kiss Bar dedicata al tema della Primavera. Della formazione in arte terapia Elisa porta con sé la concezione dell’arte come luogo di benessere ed alla portata di tutti.
Nata e cresciuta a Rogoredo, lo considera un paese nella città. Infatti c’è ancora l’abitudine del caffè e del ritrovo al bar per le persone anziane. Auspicherebbe più attività culturali per gli anziani e più possibilità di incontro tra le persone di diverse fasce di età, un po’ come succede qui alla corte in cui giovani e anziani collaborano assieme. Elisa parla di due momenti importanti di contaminazione del quartiere: un primo momento in seguito alla costruzione delle case popolari e all’arrivo di un gruppo di eritrei, ed un secondo momento con la costruzione di Santa Giulia che ha portato all’arrivo di molte famiglie giovani. Questo ha portato la Rogoredo storica ad aprirsi verso l’esterno, al punto che oggi Rogoredo è un quartiere variegato e multietnico. Per il quartiere Elisa auspica che nella crescita che interesserà il quartiere in vista delle olimpiadi venga mantenuta la stessa qualità della vita e che cadano definitivamente alcuni marchi posti dai media che non appartengono al quartiere.
Maria Luisa
Maria Luisa
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Maria Luisa è nata a Rogoredo nel 1942, durante la seconda guerra mondiale. Essendoci la ferrovia, si temeva che potessero buttare una bomba nei pressi della stazione, per questo i genitori l’hanno mandata a Pavia dalla nonna, dove ha fatto l’asilo. Maria Luisa è poi tornata a Milano all’età di sei anni, una volta finita la guerra. Ricorda il momento in cui ha conosciuto il suo futuro marito, per strada, quando, essendo finita contro un recinto, lui le disse: “finalmente ti fermi”. Dopo essersi frequentati si sono poi sposati all’età di venticinque anni. Maria Luisa ha lavorato alla Montedison ventun anni, poi quando i genitori si sono ammalati, ha rilevato la loro salumeria in centro a Rogoredo. Si trattava di una salumeria storica che è rimasta aperta dal 1942 al 1998, mezzo secolo.
Quando era giovane a Rogoredo c’era una sala da ballo - dove adesso c’è la Coop, che era uno dei principali centri di ritrovo assieme all’Arci Mondini. Di quando è arrivata la metropolitana ricorda quando, a causa dei lavori, avevano dovuto spostare il mercato verso San Donato. Lei ed altri concittadini avevano poi portato le firme al Comune per ottenere che il mercato fosse rispostato a Rogoredo, dov’è tuttora. Di quando era giovane le manca il cinema e si augura che ne riaprano uno in quartiere. E’ comunque felice che il quartiere si stia rivalutando e si augura che rimanga quel senso comunitario che qui è ancora molto forte.
ARCI Mondini
ARCI Mondini
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Freiköfel, 1, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
- Sito web
L’ARCI Mondini offre diversi corsi di ballo, teatro, musica per bambini, ragazzi e adulti. Un ricco palinsesto di serate con musica e ballo arricchisce poi l’offerta dei corsi, sempre più numerosi e variegati. L’iniziativa “Femminile Plurale” sugli stereotipi di genere è stata promossa dall’ARCI Mondini in collaborazione con l’ARCI Bellezza, Maschile Plurale e ActionAid, coinvolgendo diverse associazioni presenti sul territorio come Mare Culturale Urbano e Verde Festival. L’idea progettuale è nata durante il lockdown, quando l’ARCI Mondini aveva avviato un palinsesto di trasmissioni in streaming in cui venivano affrontate tematiche quali l’amore, il potere e la bellezza con una lente di genere. Dalla risposta positiva degli abitanti è scaturita la necessità di sviluppare ulteriormente queste tematiche, organizzando dei talk con la partecipazione di professionisti della materia, attivando delle rassegne teatrali e cinematografiche ed organizzando dei workshop che andassero a scardinare dei preconcetti di genere, come laboratori di cucito per uomini e di officina meccanica per donne. Grazie all’organizzazione di una mostra fotografica diffusa nei negozi di prossimità in cui venivano ritratte le donne del quartiere nelle loro occupazioni quotidiane, le persone, rivedendosi, si son sentite parte di un progetto comune, di una comunità. Il progetto è stato quindi importante nella ricostituzione dei legami comunitari dopo la fase pandemica, ricucendo delle relazioni che nel quartiere son sempre state molto forti.
A Rogoredo esiste infatti un forte senso comunitario, una dimensione di paese, grazie alle moltissime associazioni attive nel quartiere che creano continue occasione di scambio e di incontro. I nuovi progetti urbanistici, quali l’apertura di una sede del conservatorio, dovrebbero portare nel quartiere una presenza importante di giovani che dovrebbero dare une nuova spinta positiva. L’auspicio è che l’impegno sul territorio di realtà come l’ARCI e le molteplici associazioni di quartiere sia maggiormente sostenuto dalle istituzioni.
Rached
Rached
- Merezzate/Santa Giulia
- TN
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Rached vive a Milano da trentatré anni: ora abita e lavora a Merezzate ma prima ha abitato in zona San Siro, Navigli e Giambellino. Adesso Rached fa il piazzaiolo ma in passato ha fatto il manovale, il piastrellista, l’imbianchino … Tuttavia la sua passione è la cucina fin da quando era piccolo.
Ricorda infatti di quando andava al mercato con sua mamma a Biserta, la sua città natale. Biserta è una cittadina di mare nel nord della Tunisia, il punto più alto dell’Africa. Di Biserta gli manca il mare, il pesce, la verdura, l’aria, il sole… il clima del Nord Africa è ben diverso da quello di Milano. Di Milano Rached apprezza però le possibilità lavorative, il sistema sanitario, l’organizzazione…
Rached sente di avere due case: una in Italia ed una in Tunisia. In Italia Rached si è costruito una famiglia: i suoi figli vanno a scuola qui ed avranno un futuro qui. Tuttavia Rached ha mantenuto un forte legame affettivo con la Tunisia e ci tiene affinché i suoi figli passino del tempo nel paese delle sue origini, perché essere a metà tra due culture è una grande ricchezza. Rached stesso parla Tunisino, Arabo, Italiano e Francese.
Di Merezzate pensa che sia un posto tranquillo, a misura di famiglia. Apprezza il campo da basket, le attrezzature, lo spazio comune allestito, … si sente fortunato a vivere e lavorare qui. Alla domanda su quale sia il contributo che sente di poter dare alla sua comunità risponde “delle ottime pizze perché la felicità è nel cibo”. Rached ama fare la pizza, anche se il suo piatto preferito resta il cous cous. Per Rached la comunità dovrebbe essere unita, senza distinzione tra culture. Per il futuro Rached auspica la pace in tutto il mondo.
Circolo PD di Rogoredo
Circolo PD di Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Palombino, 2, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
- Sito web
Fabrizio è il Responsabile del Circolo PD di Rogoredo. Fabrizio è nato a Rogoredo ed ha visto il quartiere cambiare. Si ricorda ancora di quando c’erano le acciaierie Redaelli e di quando in Corso Lodi c’era una moltitudine di piccole fabbriche che facevano materiale elettrico, turbine ed altre componenti. Adesso, lungo l’asse Rogoredo- Porta Romana, sono scomparse tutte le fabbriche. I primi ricordi del quartiere sono di quando andava a scuola e si trovava con gli altri ragazzi a giocare a calcetto. Ricorda anche il Circolo Mondini come luogo storico di aggregazione nel quartiere, oltre alla parrocchia. La sua famiglia è di sinistra da generazioni: i suoi nonni e poi i suoi genitori erano iscritti al PC, per cui lui porta avanti la tradizione di famiglia con l’impegno politico e sul territorio.
Tra le iniziative del Circolo ricorda le oltre 700 firme raccolte nel quartiere in seguito al trasferimento del medico di base che serviva 1.500 famiglie. Grazie a questa petizione ed al dialogo con le istituzioni, è stato possibile avere un nuovo medico di base che opera tutt’ora a Rogoredo. Il Circolo del PD è quindi sempre stato un punto di riferimento della partecipazione dal basso. Il Circolo si è anche attivato a favore del progetto che vede l’apertura di una sede del conservatorio a cui Fabrizio tiene molto personalmente: l’apertura del conservatorio porterebbe infatti a Rogoredo una moltitudine di giovani legati al mondo della cultura e della musica.
La comunità di Rogoredo è sempre stata tollerante e accogliente. Infatti a San Martino c’è stato il primo centro di accoglienza di Milano, poi chiuso per questioni politiche. L’auspicio è quindi che la comunità rimanga così com’è: accogliente e che non lascia indietro nessuno.
Vinicio
Vinicio
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Nato a Varese e trasferitosi a Milano all’età di ventisette anni, Vinicio è stato tra i primi abitanti di Merezzate. Ricorda quando il quartiere era ancora in via di costruzione e al posto dei palazzi c’erano gli scavi. I primi abitanti sono arrivati durante il lockdown, per cui si respirava un’atmosfera di quiete surreale. Ora il quartiere si è popolato ed assumerà un volto ancora nuovo in ragione della riqualificazione delle zone circostanti in vista delle Olimpiadi Milano- Cortina.
Vinicio ha partecipato alla costituzione del Comitato di Quartiere, con il quale ha portato avanti diverse istanze vis-à-vis della proprietà e delle istituzioni pubbliche, perché nei nuovi progetti che riguardano il quartiere siano tutelati gli interessi degli abitanti.
Attualmente è impegnato nella costituzione di un’associazione di quartiere che gestirà lo spazio condiviso, ‘il Living’, con attività legate allo sport, alla cultura, al benessere, al gioco. Ad oggi le attività capaci di aggregare il maggior numero di persone sono quelle legate allo svago e ai momenti di convivialità, come il corso di balli latini e le feste di quartiere. A tal proposito gli abitanti di Merezzate collaborano con quelli del complesso residenziale Moneta che si sono già costituiti in associazione ed hanno aperto una redazione per informare delle attività svolte su diversi canali a seconda delle fasce d’età: dalle locandine, alle comunicazioni mail e whatsapp, ai post su facebook e instagram.
Per Vinicio un abitare collaborativo è un luogo in cui le persone hanno allo stesso tempo degli spazi privati e degli spazi per attività comuni, come lo spazio Living e il campo da basket. La comunità deve essere innanzitutto inclusione, partecipazione e crescita personale. Resta ancora da costituire una rete di supporto alle persone più fragili, come gli anziani, così come l’attivazione di una portineria di quartiere che offra dei servizi base agli abitanti.
Il contributo che Vinicio sente di dare già alla sua comunità è il suo tempo, il bene più prezioso, le sue capacità pratiche ed organizzative e l’impegno a coinvolgere sempre più persone. Nel tempo libero dal lavoro e dalle attività comuni, a Vinicio piace organizzare delle uscite al mare e in montagna o riservarsi del tempo con gli amici.
Per il futuro Vinicio vorrebbe veder nascere una maggior ricchezza di servizi, come una palestra o un centro medico, e una maggiore attenzione per il bene comune. L’auspicio è infine di riuscire a costruire una comunità partecipata e la nascita di un’associazione di quartiere.
Centro Icare
Centro Icare
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Freiköfel, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Il centro Icare nasce nei primi anni duemila ma è stato preceduto da diverse esperienze, quali una ludoteca gestita da un gruppo di genitori che avevano l’esigenza di una gestione condivisa del tempo libero dei figli. Attualmente il centro offre attività di doposcuola ad una dozzina di ragazzi della scuola media ed ospita le riunioni di un comitato di persone che si occupa dei problemi urbanistici legati al quartiere.
Daniele è stato professore universitario all’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali. Fin da quando si è trasferito a Rogoredo nel 1985 ha partecipato a titolo volontario a diverse iniziative, come attività di doposcuola nella ‘casa bianca’ di Via Feltrinelli, un insediamento di edilizia popolare per famiglie sfrattate, ed attività legate alla prima esperienza della scuola di italiano per stranieri con un gruppo di donne eritree. E’ stato inoltre presidente del Circolo Mondini per sei anni.
Quando è arrivato a Rogoredo esistevano diversi spazi aggregativi che ora han chiuso, come la birreria e l’ex cooperativa, oggi supermercato Coop. Il problema della mancanza di spazi di aggregazione, soprattutto per i più giovani, è un problema che si tocca con mano. Rogoredo è infatti un quartiere in espansione demografica: le case abitate dagli operai della Redaelli sono state col tempo occupate da famiglie più giovani, così come l’aumento dei prezzi delle case ha spinto in certi casi le persone anziane a trasferirsi nell’hinterland. Più che di un quartiere, Daniele parla di un insieme di quartieri - San Martino, Rogoredo Vecchia, Santa Giulia, Merezzate - con identità diverse e talvolta scollegate urbanisticamente. Il lavoro delle molteplici associazioni mira a cercare di sviluppare un’identità comune e di fornire soluzioni condivise a problemi comuni come la viabilità, la mancanza di spazi di aggregazione, la carenza di medici di base e l’assenza di alcuni servizi come un’edicola. Per il futuro, l’auspicio è che i quartieri si mescolino e che ci sia un rinnovato desiderio di partecipare e occuparsi dei problemi collettivi.
Gestore Sociale
Gestore Sociale
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Luigi lavora per il Gestore Sociale di Redo Merezzate e si occupa delle questioni amministrative legate alla manutenzione e gestione del condominio. Ha lavorato per diversi complessi di housing sociale in diversi quartieri e da un annetto lavora a Merezzate. In questi ultimi sette anni Luigi ha lavorato per diverse aziende, occupandosi sempre della parte amministrativa. Nato a Napoli, quello che più gli manca della sua città Natale è lo sguardo sull’orizzonte osservando il mare.
Occupandosi di manutenzione e segnalazioni, è spesso a contatto con le persone. Entrare nelle case delle persone per questioni tecniche legate a delle segnalazioni è un po’ come entrare nel vissuto e nella storia delle persone. Luigi gestisce anche le consegne degli immobili ai nuovi arrivati, per cui ha visto la comunità costituirsi. Partecipa ad alcune delle iniziative comuni, come gli eventi e le feste, così come ad alcuni aspetti legati alla gestione dello spazio Living, lo spazio comune. Chi arriva a Merezzate infatti sperimenta un nuovo modo di abitare e stare assieme e lo spazio Living è un luogo messo a disposizione degli abitanti per incontrarsi e promuovere delle attività volte a conoscersi meglio. Merezzate è un quartiere molto variegato, per età, vissuto e provenienza. E’ quindi un luogo dove persone con esperienze e provenienze diverse si incontrano e si mescolano. Una comunità per Luigi dovrebbe essere spensierata ed inclusiva, non solo delle diversità ma anche delle opinioni altrui. Per il futuro Luigi si augura rispetto, partecipazione e che questa esperienza possa essere da modello per altre esperienze di abitare collaborativo in tutta Italia.
Jorgelina
Jorgelina
- Merezzate/Santa Giulia
- AR
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Jorgelina è arrivata dall’Argentina nel febbraio 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia. E’ arrivata per fare un viaggio nella terra dei suoi avi, essendo il suo bisnonno calabrese, ed è poi rimasta in Italia. Ha vissuto un anno e mezzo in Valtellina e poi si è trasferita a Milano, ospite di un’amica. L’inizio è stato difficile: ha dovuto adattarsi al freddo della montagna ed imparare la lingua. Oggi Jorgelina, Koki per gli amici, studia graphic design e lavora in un bar caffetteria a Merezzate. Prima di lavorare qui ha fatto esperienza nella ristorazione e nel reparto di customer service di un’azienda internazionale, dove teneva i contatti con la Spagna. Nata e cresciuta a Buenos Aires, le piace la dimensione cittadina e a Milano si è costituita la sua comunità, fatta di colleghi, compagni di scuola e vicini. Il suo sogno è quello di lavorare da remoto per poter girare il mondo in un camper. Appassionata di comunicazione, oltre al lavoro e lo studio fa volontariato in una radio locale e spera di poter lanciare presto un suo podcast. La comunicazione è infatti per lei un modo per farsi vicini alle persone, non farle sentir sole, creare empatia ed affrontare temi in cui le persone possano identificarsi.
Alla domanda su cosa faccia una comunità tale, Jorgelina risponde l’empatia, l’accettazione della diversità, la comunicazione e la felicità. Il suo posto ideale dovrebbe avere uno spazio di mutuo aiuto, un centro culturale libero e accessibile a tutti ed essere partecipato. L’auspicio per la sua comunità è che ognuno possa trovare qualcosa che ama fare perché la felicità rende le persone più buone.
Edoardo
Edoardo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Edoardo è laureato in statistica e si sta specializzando in data science. Si tratta di una figura professionale relativamente nuova che si occupa di analisi dati e collabora con i data analyst. Il data science è una scienza che si occupa dello studio e interpretazione del dato e di come questo possa diventare fruibile e comprensibile al pubblico. E’ quindi una disciplina che si può applicare a qualsiasi ambito: medico, demografico, sociale, marketing, …
A Edoardo piace viaggiare: è infatti recentemente tornato da un anno di Erasmus in un paesino della Norvegia e si sta ancora riadattando alla vita cittadina. Da qualche anno abita a Santa Giulia: si ricorda quando ancora non c’erano la promenade, il parco trapezio e i palazzi nuovi. Oggi il parco e la promenade sono luoghi vissuti, ed è un quartiere popolato da molte famiglie giovani con figli. Quelli di Rogoredo, Santa Giulia e Merezzate sono quartieri dove c’è ancora una dimensione di paese, tra ragazzi ci si conosce tutti e ci si ritrova spesso al bar oppure al parco. A parte questi luoghi di aggregazione manca però un posto per il doposcuola, per cui Edoardo vorrebbe costituire un gruppo di ragazzi universitari che supportino i più giovani nel percorso scolastico, sia con un aiuto compiti che con dei percorsi di orientamento. Attraverso l’incontro con laureati e giovani lavoratori e la loro esperienza infatti, i più giovani potrebbero scoprire nuovi interessi ed interessarsi a dei percorsi professionali. Oltre a questo progetto personale, Edoardo ha un interesse per il giardinaggio e si è reso quindi disponibile come volontario per l’iniziativa degli orti condivisi di Merezzate.
Baskin Rogoredo
Baskin Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Il Baskin nasce a Cremona venti anni fa dall’idea di un papà con una figlia con disabilità motorie ed un insegnante di educazione fisica. L’idea del basket “inclusivo” o “integrato” è infatti quella di uno sport che possa far giocare nello stesso campo persone di sesso diverso e con capacità tecniche e motorie differenti. E’ quindi uno sport per tutti, in cui vengono assegnati dei ruoli in base alle capacità tecniche e motorie di ciascuno, così che ogni giocatore si possa confrontare unicamente con giocatori con caratteristiche simili dal punto di vista fisico e tecnico. E’ un gioco che si può giocare in qualsiasi campo da basket, con l’aggiunta di due canestri più bassi che vengono posizionati lungo la riga del metà campo.
L’iniziativa del Baskin a Rogoredo nasce all’interno della società sportiva Primavera 2005 da un gruppo di amici appassionati di sport e con una sensibilità per il mondo delle disabilità. Il Covid ha ritardato l’inizio dell’attività sportiva che è stata avviata nell’Ottobre 2021, inizialmente con un gruppo ristretto che si è andato via via allargando. Oggi la squadra si compone di genitori e giovani con disabilità e non, che vengono anche da quartieri e paesi vicini.
Luca, tra i fondatori del Baskin Rogoredo, abita nel quartiere da qualche anno. Rogoredo è un quartiere bello e dinamico, con molte associazioni impegnate nel territorio ed in continua espansione. Recentemente sono arrivate molte famiglie con bambini per cui il quartiere è in forte espansione demografica. Quello che lo motiva ad investirsi nel volontariato è la passione per lo sport e l’inclusione, che per lui significa il sapersi accogliere come si è, con i difetti, i limiti e le caratteristiche di ognuno. L’auspicio è che cresca l’interesse per questo sport e che nascano sempre più realtà di basket inclusivo a Milano e altrove.
Stefania
Stefania
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Stefania è una persona dai molteplici interessi: ha lavorato all’assessorato alla cultura del Comune di Milano, poi per una casa editrice ed attualmente si occupa di orientamento ed organizzazione di eventi per la scuola di design del Politecnico di Milano.
E’ stata tra i primi abitanti di Merezzate ed ha da subito trovato la quiete nel quartiere riposante. Le è sempre piaciuto organizzare e condividere momenti di socialità con gli amici, per cui quando è venuta a conoscenza del progetto di social housing ha subito fatto domanda. Avvicinandosi l’età della pensione, le piace pensare a forme di abitare collaborativo tra vicini e si è quindi proposta per tenere un club di lettura nello spazio comune di Merezzate. La partecipazione a queste attività, come il club di lettura o le serate di speak up, sono un’occasione per conoscersi e raccontarsi.
Tra i suoi luoghi preferiti ci sono gli orti nel quartiere vecchio e quando può le piace andare a fare delle passeggiate in montagna. Per il futuro spera di poter avere più tempo da dedicare a se stessa e di condurre una vita dai ritmi meno frenetici. Per il quartiere auspica l’apertura di negozi di prossimità come un fruttivendolo, un giornalaio oppure una libreria indipendente.
La sua idea di abitare collaborativo è quella di un quartiere capace non solo di offrire delle occasioni di svago e incontro per giovani e famiglie, ma anche in grado di supportare le persone più fragili come gli anziani.
Antonella
Antonella
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Largo Anselmo Guerrieri Gonzaga, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Antonella lavora da quando aveva diciassette anni: è stata impiegata in diversi uffici per poi arrivare alla Rinascente di Piazza Duomo, dove ha lavorato dieci anni negli uffici amministrativi e diciotto anni nel reparto vendita. Ha preso una pausa dal lavoro quando ha avuto i figli ed ora è in pensione da meno di un anno. Nata in Viale Ungheria da genitori pugliesi, ha sempre vissuto nel quartiere. Si affeziona molto ai luoghi, per cui non c’è un altro posto dove vorrebbe abitare. Da quando è in pensione si è riappropriata del proprio tempo: prima era una vita frenetica, tra lavoro, famiglia e casa, ora invece sta riscoprendo gli hobby, come leggere, disegnare e fare lavoretti in casa. Di quando era piccola ricorda i moltissimi negozietti che popolavano il quartiere: i negozi di giocattoli, casalinghi, la drogheria … e la merceria Kiss dove vendevano intimi e capi d’abbigliamento. Oggi molti negozi hanno chiuso a causa della concorrenza della grande distribuzione. E’ rimasto il mercato comunale, ancora frequentato dagli abitanti del quartiere. Alla domanda su cosa spinga le persone ad andare al mercato ancora oggi, Antonella risponde la voglia di dialogare, scambiare due parole, conoscersi … il contatto con le altre persone. C’è ancora un certo senso di comunità, forse maggiormente tra gli adulti in quanto i giovani preferiscono altri quartieri come la vicina Santa Giulia. Lei stessa ama passeggiare fino a Santa Giulia per andare a prendere un caffè con le amiche. Antonella rifiuta di considerare il Viale come un quartiere dormitorio e anzi lo definisce delizioso, anche se desidererebbe un maggiore decoro urbano con dei bei marciapiedi, delle panchine e dei bei baretti allestiti.
Da piccola passava molto tempo in cortile: le porte delle case erano aperte ed i bambini si ritrovavano a giocare nei cortili. Oggi la vita di cortile non esiste più e mancano dei luoghi di aggregazione per ragazzi e bambini, fatta eccezione dell’area gioco e del campo da calcio. Ha chiuso anche la biblioteca comunale.
Antonella è volontaria al Comitato di quartiere di Viale Ungheria. L’interesse per il bene pubblico viene da lontano: da giovane era iscritta al sindacato ed ha frequentato per molto tempo la sezione del partito a cui era iscritta. Ha sempre dato molta importanza alle relazioni con le persone ed oggi, disponendo di tempo libero, desidera dare il suo contributo alla comunità con volontà e impegno.
Comitato di Quartiere Viale Ungheria e Dintorni
Comitato di Quartiere Viale Ungheria e Dintorni
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Largo Anselmo Guerrieri Gonzaga, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Il Comitato di Quartiere di Viale Ungheria e Dintorni nasce nel 2016 con l’intento di migliorare la vivibilità e la coesione sociale del quartiere, così come con quello di dialogare con le istituzioni per cercare delle soluzioni alle istanze dei cittadini. A tal proposito Fabrizio, Presidente del Comitato nonché uno dei membri fondatori, ricorda l’impegno con cui il Comitato si è battuto durante quattro anni per migliorare l’illuminazione pubblica nel Viale.
Tra le iniziative del Comitato si possono menzionare la realizzazione di panchine rosse in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, la pulizia del viale con Legambiente, dei momenti di aggregazione ed il progetto “Mind The Gap” in collaborazione con ActionAid, attualmente nella sua seconda edizione. Il progetto propone diverse attività di doposcuola completamente gratuite a bambini, ragazzi ed adolescenti ed effettivamente la mancanza di un luogo di aggregazione, non solo per i giovani ma anche per i senior, era e rimane una delle principali esigenze sentite dagli abitanti. Esigenza che si fa sentire oggi più che mai in ragione del ritrovato desiderio di socialità emerso dopo la pandemia.
Fabrizio abita il quartiere da cinquant’anni. Tra i ricordi belli del passato menziona i concerti organizzati al parco dell’Abbazia Monluè. Diverse sono poi le personalità nate nel quartiere: dal portiere Zenga ai cantanti Francesco Sarcina delle Vibrazioni e Malika Ayane. Di bello il quartiere di oggi ha gli spazi verdi, la buona connessione grazie ai mezzi pubblici e la coesione sociale che ancora oggi caratterizza il quartiere. A tal proposito il Mercato Comunale ristrutturato rimane un punto di riferimento per gli abitanti nonché un luogo di incontro.
Dopo una vita dedicata all’insegnamento ed al servizio pubblico, non solo come Presidente del Comitato ma anche nella passata esperienza di Consigliere di municipio, l'auspicio di Fabrizio è che le istituzioni continuino a dialogare con i cittadini e che i risultati ottenuti spingano i cittadini ad una ancor maggiore partecipazione.
Associazione Parlami
Associazione Parlami
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Popera, 16, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
- Sito web
L’Associazione Parlami nasce nel 2018 dall’esigenza di mettere al servizio della cittadinanza diverse professionalità. Oggi l’associazione si compone di logopedisti, psicologi, osteopati, biologi nutrizionisti, arte terapisti e psicomotricisti dell’età evolutiva, con l’obiettivo portare avanti attività di sensibilizzazione e prevenzione rivolti a bambini ed adulti. L’associazione nasce a Rogoredo non solo per il legame con il territorio delle sue fondatrici ma anche in ragione della necessità di offrire agli abitanti dei servizi specialistici allora assenti.
Tra le iniziative di particolare successo, possiamo menzionare il ciclo di incontri “mio figlio cresce”, che ha portato sui diversi aspetti legati alla crescita: affrontare dal punto di vista emotivo l’ingresso alla scuola elementare, prevenire abitudini che possono portare a disfunzioni masticatorie e del linguaggio, prevenire i disturbi alimentari e del linguaggio, etc. L’associazione collabora anche con le associazioni locali sportive grazie ai suoi nutrizionisti e osteopati e con le scuole proponendo agli insegnanti laboratori sull’utilizzo della voce. Il grande valore aggiunto dell’associazione è l’approccio olistico e l’interdisciplinarità con cui vengono affrontati i temi grazie alla collaborazione tra i diversi specialisti che la compongono.
Durante la pandemia l’associazione ha continuato la sua attività di sensibilizzazione con l’organizzazione di webinar che hanno avuto un grande successo. Adesso invece a prevalere è una rinnovata voglia di stare insieme e di partecipare ad attività culturali e ricreative in presenza.
Della “vecchia Rogoredo” Annamaria, presidente dell’associazione, ricorda con nostalgia i negozietti di quartiere, come la drogheria, la salumeria, … oggi diversi negozi hanno chiuso in ragione della diffusione dei supermercati e dell’e-commerce. Delle Rogoredo attuale Annamaria apprezza la connessione con il centro grazie al trasporto pubblico ed il grande lavoro di riqualificazione della zona circostante alla stazione. Di grande valore è inoltre il senso comunitario degli abitanti del quartiere, rafforzato dal fatto che Rogoredo non è un quartiere di passaggio in quanto chiuso tra la ferrovia e la tangenziale. I diversi luoghi di aggregazione, come i giardinetti di Via Rogoredo, il Parco trapezio, le scuole, la parrocchia e le diverse iniziative itineranti delle associazioni stanno favorendo l’integrazione tra la Rogoredo storica ed il quartiere nuovo di Santa Giulia, prima poco comunicanti.
Quello che spinge Annamaria a fare questo lavoro dal 1985 è la passione, il contatto con le persone, la curiosità scientifica e l’arricchimento dato dal poter lavorare con professionisti a lei complementari.
Laura
Laura
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Laura si definisce una persona eclettica: nella vita è stata insegnante, impiegata, contabile ed edicolante. Moltissimi sono gli hobbies: ufficiale di gara di judo, cantante e tesoriera di un coro, ama il bricolage e le attività manuali così come tutto quanto abbia a che fare con hardware e software. Attualmente tiene un laboratorio gratuito di alfabetizzazione digitale per adulti ed in passato si è già fatta promotrice di un laboratorio di scrapbooking, ovvero l’arte di fabbricare album fotografici e altri oggetti personalizzati con carta e altro materiale da riciclo, e dell’iniziativa degli orti comuni.
Milanese da generazioni, nata e cresciuta in zona Navigli, Laura si è trasferita a Merezzate un paio di anni fa. Aveva visto il bando e le piaceva l’idea di condivisione e socialità che sta alla base del co-housing, anche se lamenta una scarsa partecipazione alle iniziative comuni da parte degli abitanti. Quelli che invece partecipano alle iniziative sono spinti dalla voglia di condividere, stare assieme e creare amicizie e Laura stessa afferma di aver creato in quartiere delle solide amicizie. Alla domanda su quale sia la principale risorsa del quartiere, Laura risponde indubbiamente la possibilità di avere un bellissimo spazio comune per poter organizzare delle attività condivise.
Di tempo libero Laura ne ha molto poco: infatti, oltre a proporre dei laboratori, è rappresentante di scala – un lavoro a tempo pieno afferma- e presidente del Comitato di Quartiere di Merezzate. Il Comitato è stato creato due anni fa e si ripropone di fare da tramite tra abitanti ed istituzioni rispetto ad alcune istanze, come la riqualificazione dei palazzi abbandonati e la possibilità di avere una fermata del bus più vicina. Per alcune di queste iniziative si stanno coordinando con il Comitato di Quartiere di Santa Giulia: ad esempio, stanno organizzando un incontro con il municipio ed il comune per illustrare agli abitanti come cambierà il quartiere in vista delle olimpiadi. A tal proposito i progetti sono veramente molti: dai nuovi quartieri che sorgeranno, alla nuova sede del conservatorio, il Palaitalia, gli esercizi commerciali … si parla anche di una connessione Milano- Cortina in un’ora di treno. Laura auspicherebbe anche una maggiore ricchezza di servizi e commerci, magari un centro commerciale. Il quartiere è indubbiamente molto bello, bisogna però che ci sia la volontà di prendersi cura del bene comune e a tal proposito menziona alcuni atti di vandalismo.
Rispetto alla domanda su cosa la spinga ed impegnarsi per la sua comunità, Laura risponde l’empatia ed il desiderio di essere d’aiuto.
Domenico
Domenico
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Domenico si è trasferito a Milano dalla Campania cinque anni fa, per cercare lavoro dopo aver conseguito la laurea. Si occupa di analisi dati ma è anche appassionato di grafica, video editing e di tutto quanto abbia a che fare con l’informatica. Abita a Merezzate da tre anni, anche se, lavorando già in zona Rogoredo, ha visto la costruzione dei palazzi e la nascita del quartiere. Quando poi sono stati pubblicati i bandi per le case, ha deciso di fare domanda per poter essere più vicino al lavoro. Oggi il tempo risparmiato negli spostamenti casa- lavoro lo investe in attività di volontariato utili alla sua comunità.
Domenico è infatti tra gli organizzatori delle serate in lingua Inglese aperte a tutti gli abitanti del quartiere e partecipa ad attività promosse da altri, come le serate giochi e le riunioni di quartiere. Queste serate sono diventate l’occasione per conoscere i propri vicini e creare un sentimento di comunità e gli hanno permesso di trovare persone con interessi a lui affini come il trekking, il tennis, i viaggi. Appena trasferitosi, l’organizzazione di queste attività è stata un po’ difficoltosa a causa delle limitazioni imposte dal Covid, ora invece chiunque può proporre delle attività nello spazio comune, il “Living”, purché siano aperte ed accessibili a tutta la comunità. Nella App di quartiere è possibile visionare in calendario l’insieme delle attività promosse e prenotarsi.
Gli abitanti sono consapevoli di essere fortunati ad avere uno spazio ampio ed arredato a disposizione della comunità, così come della responsabilità derivante dalla gestione di questo spazio comune per il coinvolgimento di tutti. Alla domanda su cosa lo spinga ad impegnarsi per la sua comunità, Domenico risponde “il piacere di vedere la gente che sorride, si saluta, si incontra e fa due chiacchiere”: creare relazioni crea un ambiente migliore, di condivisione, una qualità della vita migliore. Dove abitava prima non c’erano queste occasioni di incontro tra vicini. Già prima dell’assegnazione delle case sono stati organizzati degli incontri tra futuri vicini per favorire la conoscenza reciproca e la comprensione dell’Abitare Collaborativo. In uno di questi, è stato chiesto di fare un lavoro comune ed il suo gruppo ha lavorato assieme alla realizzazione di un cortometraggio.
Domenico ricorda ancora la prima impressione di quando è arrivato a Merezzate: gli ampi viali, gli spazi verdi … sembrava di stare in una villeggiatura. E’ una zona sempre più vissuta e frequentata, e lo sarà sempre di più con i lavori in vista delle Olimpiadi. Essendo una ex zona industriale, rimangono ancora molti spazi da riempire, come terreni ed edifici abbandonati: l’auspicio è che la comunità venga coinvolta nella presa di decisione riguardo a questi luoghi. A tal proposito, delle sinergie si stanno creando tra i comitati dei quartieri di Merezzate, Santa Giulia e Viale Ungheria. Del quartiere Domenico apprezza i luoghi di aggregazione, come il Parco Trapezio dove va a correre e la promenade ricca di bar. Auspicherebbe degli impianti sportivi come piscine, campi da tennis o da calcio.
L’auspicio per il futuro è che aumenti la partecipazione alle attività di quartiere e che si rafforzi lo spirito di comunità. Per sé, Domenico auspica di crearsi un giorno una famiglia qui a Merezzate.
Stefano
Stefano
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Cengio, 8, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
Stefano si è trasferito a Rogoredo dal quartiere Corvetto sette anni fa, quando ha avuto la sua bambina. Nato a Milano, la sua famiglia è originaria del Sud Italia, per cui lui stesso fatica a definirsi Milanese. Rogoredo è un quartiere con molto da offrire per le famiglie con bambini: il Parco Trapezio è un luogo di incontro durante la bella stagione, così come il circolo Arci e l’oratorio che organizza spettacoli e feste. Il quartiere è in continua evoluzione: intere aree sono state riqualificate recentemente, come la zona circostante alla stazione con il nuovo food district. Ci sono poi i principali servizi e molte aree verdi. Un quartiere che si rinnova e che sta destando interesse crescente per chi cerca casa.
Prima Stefano lavorava in un altro quartiere di Milano, cosa che lo ha portato a vivere poco Rogoredo. Poi la scelta di aprire una cartolibreria nel centro storico di Rogoredo: una scelta che nasce dalla volontà di aprire una propria attività dopo aver lavorato per anni come impiegato nel mondo bancario assicurativo. L’occasione è stata data dalla chiusura della cartoleria storica di Rogoredo e dalla necessità di offrire questo servizio per le famiglie e per le scuole. Rispetto al precedente lavoro, Stefano apprezza poter stare a contatto con le persone ed instaurare un rapporto di conoscenza e fiducia con i propri clienti.
Le principali difficoltà legate al mestiere sono dovute al fatto che, nonostante ben collegato al centro, il quartiere non è una zona di transito, motivo per cui i clienti si limitano principalmente agli abitanti della zona. A tal proposito i lavori di riqualificazione legati alle Olimpiadi dovrebbero aprire nuove prospettive.
La Servente
La Servente
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Cengio, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 03-2023
- Sito web
La Servente Magic Shop è un negozio di magia situato a Rogoredo che si occupa di vendita al dettaglio, produzione e commercializzazione, in Italia ed all’estero, di giochi di prestigio. La Servente offre inoltre la possibilità, sia ai prestigiatori esperti che ai neofiti della magia, di corsi individuali per migliorare le proprie tecniche.
La Servente nasce come e-commerce nel 2018 dalla passione del suo titolare, informatico di formazione ed allora consulente in comunicazione digitale per un’agenzia di Crema. Dopo due anni di attività online la scommessa di aprire un negozio nel centro di Rogoredo, nello spazio della lavanderia storica del quartiere, e di farne la propria attività principale. L’apertura del negozio ha coinciso con la pandemia per cui inizialmente il negozio ha beneficiato della curiosità degli abitanti “babbani” del quartiere, essendo le esibizioni dei professionisti temporaneamente sospese. Attualmente il lavoro è tornato ai tempi pre-pandemia con la ripresa di fiere di settore e spettacoli dal vivo.
Trattandosi di un settore di nicchia, La Servente lavora con tutta Italia, Europa e altri paesi del mondo, motivo per cui del quartiere vengono apprezzate le facilità logistiche legate alla presenza della ferrovia – inclusa l’Alta Velocità, della metropolitana e della tangenziale.
In questi anni il quartiere ha cambiato volto e sta tornando l’interesse ad acquistare casa qui. La qualità della vita è molto alta in quanto in quartiere è rimasta una dimensione comunitaria difficile da trovare altrove, c’è poco traffico e si beneficia della vicinanza al centro grazie alla metropolitana. Ci sono i servizi necessari come il supermercato, la farmacia, la posta, il tabacchi ed una serie di negozi di quartiere. La scorsa estate ha aperto il nuovo food district vicino alla stazione e nuovi negozi apriranno nei prossimi mesi. La nuova sede del conservatorio, con un campus per giovani studenti, dovrebbe aprire a breve.
L’auspicio è che riaprano i negozi: alcuni colleghi hanno infatti dovuto chiudere in ragione delle difficoltà legate all’impatto dell’e-commerce sul commercio al dettaglio ed al cambiamento nelle abitudini dei clienti con la diffusione dell’acquisto online. La voglia di ripartire e l’interesse per il quartiere fanno ben sperare per il futuro.
Associazione LopLop
Associazione LopLop
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 14, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
- Sito web
L’Associazione Lop Lop nasce a Roma dieci anni fa per iniziativa di alcune giovani neolaureate in Storia dell’Arte e si occupa di educazione all’arte ed al patrimonio rivolgendosi ai pubblici più diversi: da famiglie con bambini ad adolescenti, adulti ed anziani. In questi anni l’associazione si è ampliata ed ha attualmente sede a Milano, dove opera nei quartieri di San Siro, Cascina Merlata e Redo Merezzate. L’attenzione ai quartieri di periferia nasce dalla constatazione che, in grandi città come Milano, l’offerta culturale tenda a concentrarsi nelle zone centrali. Questo ha portato negli anni alla creazione di quartieri dormitorio percepiti dagli abitanti stessi come privi di significato in quanto hanno poco da offrire dal punto di vista dell’offerta culturale.
L’Associazione Lop Lop porta quindi delle proposte culturali volte a cambiare il modo in cui gli abitanti guardano al proprio quartiere perché inizino a percepirlo come un luogo ricco di patrimonio. Un esempio è il progetto “Nuovi Occhi Sul Quartiere” che coinvolge famiglie con bambini, adolescenti ed anziani in attività interdisciplinari che spaziano dalla fotografia alla danza ed alla poesia con un approccio intergenerazionale.
A Merezzate l’associazione ha attivato dei laboratori per famiglie e bambini a tema “la cultura ed il cibo”, oltre ad eventi tematici come una festa di natale. La partecipazione a questi laboratori sta aumentando grazie al passaparola degli abitanti ed alle relazioni di fiducia che si stanno istaurando con le famiglie.
Nell’elaborare la propria proposta, l’associazione parte dal dialogo con le famiglie e l’ascolto dei loro bisogni e desideri. Una serie di Tavole Rotonde saranno organizzate nei tre territori al fine di co-progettare la proposta culturale per il 2023, che avrà come tema principale la contemporaneità. La prima tavola rotonda a Cascina Torrette ha visto la partecipazione di genitori e bambini, insegnanti e professionalità legate al mondo dell’educazione. Da questa prima giornata di confronto è emerso come dopo la pandemia ci sia un gran bisogno di ricostruire relazioni di senso, riscoprendo non solo la vicinanza emotiva ma anche fisica. La fisicità è intesa non solo come bisogno di stare insieme fisicamente e di riscoprire la comunicazione nelle sua totalità, inclusa quindi la sfera della comunicazione corporea, ma anche come riscoperta del proprio corpo per capire, imparare e trasmettere emozioni. Fisicità che è altrettanto centrale nell’esperienza artistica dove il corpo è lo strumento per capire l’opera d’arte, vivere i colori, esprimere la creatività … Emerge quindi il bisogno di riscoprire l’arte come esperienza fisica rispetto all’approccio didattico basato sullo studio.
Danila
Danila
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Largo Anselmo Guerrieri Gonzaga, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
Danila abita in Viale Ungheria dal 1959. Ragioniera di formazione e da poco in pensione, Danila ha lavorato in amministrazione e nelle risorse umane. Del vecchio Viale ricorda i moltissimi negozi di quartiere: negozi di abbigliamento, alimentari, macellerie, salumerie, panetterie … oltre al mercato comunale che esiste tuttora. Danila ricorda anche la gioia di quando è arrivato il tram nel Viale, tram che oggi collega il Viale al centro in una ventina di minuti. Oggi il quartiere è forse tra le periferie meglio collegate al centro.
In passato l’oratorio fungeva da luogo di aggregazione per i più giovani e per gli anziani che lì si trovavano a giocare a carte. Oggi è rimasto il centro sportivo e il campo da calcio, ma mancano biblioteche e centri o iniziative culturali. Il Comitato di Quartiere di Viale Ungheria, dove Danila fa la volontaria da circa un anno, ha attualmente attivato un progetto che promuove diversi laboratori per ragazzi nel doposcuola, per far fronte al bisogno molto sentito della mancanza di luoghi di aggregazione per i giovani.
Disponendo di tempo libero, le ore spese in volontariato sono il suo contributo per la comunità. Delle istanze promosse dal comitato presso le pubbliche amministrazioni, Danila ricorda quella volta a migliorare l’illuminazione pubblica nel Viale e l’attuale campagna per il rifacimento del manto stradale. L’auspicio per il futuro è che ci possa essere una zona pedonale e che ci sia un maggiore senso civico e rispetto per il bene comune da parte degli abitanti. Del quartiere di oggi Danila apprezza il senso comunitario: molte sono le persone nate e cresciute qui e che in età adulta hanno deciso di tornare ad abitare nel Viale. Il Mercato comunale rappresenta a tal proposito un luogo di incontro soprattutto nei fine settimana.
Mare Culturale Urbano
Mare Culturale Urbano
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 14, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
- Sito web
Mare Culturale Urbano si ripropone di attivare i territori attraverso la cultura, con una particolare attenzione per i territori periferici della città di Milano. Nel 2016 Mare Culturale Urbano apre una sede in Cascina Torrette, nella zona di San Siro, con l’attivazione di una programmazione artistica ed attività laboratoriali. Da allora la Cascina diventa il cuore di Mare Culturale Urbano, che nel 2020 si estende aprendo tre nuovi spazi a Cascina Merlata, San Cristiforo e Merezzate. Si tratta di “Food Hubs”, ovvero luoghi di convivialità dove il cibo diventa il canale per favorire l’incontro e la costituzione della comunità.
Michele è il community manager di Mare Culturale Urbano e ci porta l’esempio di un laboratorio gratuito di scrittura creativa avviato nel 2018 a Cascina Torrette che è stato in misura di canalizzare i bisogni e desideri degli adolescenti del quartiere. Questo laboratorio ha infatti dato vita al Progetto “Voci di Periferia”, in cui una quarantina di giovani rapper e trapper trovano uno spazio a Mare per esprimersi ed esibirsi con cadenza mensile. Il laboratorio di scrittura creativa sarà attivato anche a Redo Merezzate, oltre a laboratori di street art e teatro.
A Merezzate Mare Culturale Urbano si inserisce in un contesto di housing sociale, in un quartiere nuovo dove una parte delle abitazioni è a canone concordato per far fronte all’emergenza abitativa della città di Milano. Qui Mare ha due locali: un bar caffetteria ed una pizzeria. I nuovi abitanti hanno cominciato ad occupare le abitazioni un paio d’anni fa, nel periodo in cui la pandemia limitava gli scambi e le interazioni sociali. Quello che è emerso con il ritorno alla normalità è stato il desiderio di stare insieme, ritrovarsi e costruire quelle relazioni di mutuo aiuto che costituiscono il perno del vivere insieme.
Qui a Merezzate Mare Culturale Urbano ha già attivato dei laboratori per bambini e famiglie, degli spettacoli ed eventi culturali e delle residenze artistiche. Le residenze artistiche sono il tratto distintivo di Mare, intese come una occasione in cui degli artisti abitando il territorio entrano in contatto con gli abitanti e costruiscono con loro un percorso che culmina in un piccolo evento finale. Lo scorso anno la residenza era stata curata da una compagnia italo-francese che aveva fatto un percorso con gli abitanti partendo dalla panificazione, raccogliendo ricette ed esperienze legate alla panificazione da ogni parte del mondo, facendo dei laboratori di panificazione e chiudendo con un banchetto finale che aveva visto una buona partecipazione.
L’auspicio di Michele è quello di continuare a ritrovarsi e costruire un progetto comune con e per la comunità.
Rita
Rita
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
E’ un tecnico di igiene ambientale Rita e si occupava di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ha fatto formazioni sulla sicurezza e seguito lo smantellamento dell’amianto dai tetti dei prefabbricati di alcune aziende. Nata a Milano, ha abitato e lavorato a Trezzano sul Naviglio, L’Aquila e Villa Rosa sul mare, in Abruzzo. Si è trasferita a Merezzate due anni e mezzo fa, avendo vinto un bando per affitti a canone concordato, per stare più vicina alla figlia in seguito a dei problemi di salute che hanno portato a diverse operazioni.
Prima di accedere alla casa ha dovuto partecipare a diversi incontri sul collaborare e vivere assieme, incontri che sono stati utili per conoscere delle persone del quartiere, non avendo nessuna conoscenza del luogo. Ora Rita li conosce tutti i suoi vicini: è di carattere aperto e portare fuori il cane ha facilitato l’incontro con l’altro. Si offre quindi per fare delle piccole commissioni, come ritirare la posta o fare del baby sitting, così come ha sempre trovato persone del quartiere disposte a dare una mano quando le è capitato di sentirsi poco bene.
Ci parla dello spazio living, uno spazio interamente arredato, con servizi igienici e cucina, e delle attività che vi vengono organizzate da e per gli abitanti: Il laboratorio di lettura, lo spazio di coworking, il pilates e il thai chi, le serate giochi, i laboratori di Inglese, le serate cinema, i corsi di alfabetizzazione informatica … lei partecipa al laboratorio di lettura ed alle uscite al cinema, anche se la sua passione rimangono il teatro e il ballo. Per chi abita da solo, queste sono occasioni di socializzare, chiacchierare e stare in compagnia. Ricorda con particolare piacere il laboratorio di panificazione, a cui aveva seguito una festa in giardino con del cibo e balli dei diversi paesi del mondo. In quell’occasione c’era stata una grande partecipazione ed entusiasmo da parte degli abitanti.
Del suo quartiere Rita apprezza particolarmente il giardino e la prossimità con il supermercato. Si augura che ci possano essere in futuro anche uno studio medico, uno sportello psicologico o di ascolto.
Il suo auspicio per il quartiere e per il mondo, ci dice infine, è quello di essere uniti nonostante le diversità, come dice la bandiera della pace esposta sul suo balcone.
Coro della Scuola Media Pasquale Sottocorno
Coro della Scuola Media Pasquale Sottocorno
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via del Futurismo, 13, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
Alessandro è insegnante di musica alla scuola secondaria di primo grado Pasquale Sottocorno di Merezzate dall’anno della sua inaugurazione quattro anni fa. La scuola - che oltre alle aule conta diversi spazi comuni, come la palestra ed il campo da basket, uno spazio polifunzionale, una biblioteca, aule di musica ed informatica- è stata inaugurata dal Sindaco di Milano e dagli Assessori all’Educazione e all’Urbanistica nel 2019. Oggi tutte le sezioni sono al completo, al punto che la scuola non è in grado di assorbire l’insieme delle domande di iscrizione. Questo in ragione della crescita demografica del quartiere che si è rivelata superiore alle previsioni. Situata al crocevia dei quartieri di Merezzate e Santa Giulia, nonché punto di riferimento per i quartieri limitrofi di Rogoredo e Morsenchio, questa scuola rappresenta un luogo di integrazione di diverse realtà, accogliendo ragazzi e ragazze di diverse estrazioni sociali e paesi di provenienza.
Docente da vent’anni, Alessandro spiega come la scuola di oggi dia molta importanza alle attività laboratoriali, integrando quindi elementi di educazione non formale, come il tutoraggio tra pari e i lavori di gruppo. Gli insegnanti stessi possono far affidamento su di un pool di psicologi ed esperti capaci di guidare i ragazzi alla scoperta di se stessi, come nel caso dei laboratori di educazione all’affettività. Alessandro stesso tiene dei laboratori pomeridiani di canto corale cha hanno visto crescere il numero di partecipanti nel corso degli anni, essendo stato in misura di intercettare il bisogno di socialità e l’entusiasmo dei giovani. Per coinvolgere i ragazzi oggi – afferma- bisogna saper farli appassionare, saper tirar fuori il meglio in un’età complessa di transizione dall’infanzia all’adolescenza.
Per i giovani i quartieri di Merezzate – Santa Giulia offrono diversi spazi di aggregazione, come la pedonale, i parchi, le aree giochi ed il campo da basket.
Angelino
Angelino
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Eugenio Colorni, 4, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
Nato nel lodigiano ma residente a Milano da una cinquantina d’anni, Angelo abita a Merezzate da due anni e mezzo. Si è trasferito qui al momento della pandemia ed ha da subito apprezzato il verde e gli spazi comuni all’aperto. Da circa un anno si occupa degli orti comuni e ci mostra le coltivazioni attese per la prossima estate: melanzane, peperoni, angurie, finocchi … oltre alle spezie -come il prezzemolo e il rosmarino, le sempreverdi insalate, e i tulipani e le viole piantate dai bambini dell’asilo di Merezzate. L’orto è accessibile a tutti gli abitanti di Redo che possono quindi usufruirne gratuitamente.
E’ stata una vita in viaggio quella di Angelo, che ha lavorato per delle multinazionali americane e belghe: Europa, Asia, America … il suo posto preferito rimane Sharm El Sheikh in Egitto, dove tuttora ama recarsi in vacanza. Adesso ama fare una vita tranquilla: passeggiate in bicicletta, visite ai musei, uscite con gli amici. Si rallegra dei nuovi progetti che arricchiranno il quartiere di un nuovo parco e di un palazzetto del ghiaccio in vista delle Olimpiadi Milano- Cortina. Se già quindi i servizi non mancano, presto ne nasceranno altri: un nuovo supermercato, dei nuovi commerci e delle strutture volte ad accogliere i visitatori e gli sportivi delle olimpiadi. In questi tre anni il quartiere è perciò destinato a cambiare completamente volto.
Scuola Popolare di Italiano per Stranieri di Rogoredo
Scuola Popolare di Italiano per Stranieri di Rogoredo
- Merezzate/Santa Giulia
- IT
- Via Monte Peralba, 15, 20138 Milano MI, Italia
- 02-2023
- Sito web
E’ una vita dedita all’insegnamento quella di Fabio, insegnante e Presidente dell’Associazione Scuola Popolare di Italiano per Stranieri di Rogoredo, che da trent’anni dedica una parte del suo tempo libero all’insegnamento della lingua italiana a stranieri. La scuola di Italiano di Rogoredo è una delle prime scuole per stranieri di Milano. Essa nasce infatti trentatré anni fa dall’esigenza di accogliere nel quartiere di Rogoredo un gruppo di donne eritree. Da allora la scuola si è allargata, grazie anche al passaparola dei suoi studenti, ed offre oggi due corsi serali di Italiano per principianti, un corso intermedio ed un corso intermedio avanzato, oltre alle classi diurne rivolte a sole donne, nate per venire incontro alle esigenze familiari delle numerose madri di famiglia presenti nel quartiere.
Milanese nato e cresciuto in Porta Ticinese, Fabio definisce il quartiere di Rogoredo come un quartiere dinamico ed in continua evoluzione. In questi anni il quartiere ha conosciuto diverse ondate migratorie, accogliendo migranti originari dal Medio Oriente- Nord Africa, dall’Est Europa e, più recentemente, dall’America Latina e dall’Africa Sub Sahariana. La scuola si rivolge sia a quanti sono arrivati in Italia da poco tempo e necessitano di imparare i rudimenti della lingua italiana, ma anche a quanti, lavorando in Italia già da diversi anni, desiderano perfezionare la propria padronanza della lingua. L’arrivo in questi ultimi anni di persone analfabete nelle proprie lingue di origine ha spinto la scuola a formare i propri volontari, circa una ventina, con dei corsi di specializzazione nell’insegnamento della lingua ad analfabeti.
La scuola fa parte della Rete Scuole Senza Permesso, che organizza anche attività ricreative e culturali come delle giornate al cinema, delle uscite guidate ai musei e delle gite fuori porta. Il torneo di calcetto degli anni passati ha anche riscosso un grande successo tra i corsisti. Oltre alla barriera linguistica, i migranti oggi devono far fronte a barriere burocratiche e sociali, motivo per cui la scuola si appoggia ad una rete di associazioni ed enti benefici capaci di offrire un supporto legale, burocratico e medico-sanitario in caso di necessità.
A telecamere spente che Fabio ci confessa come, in questi trent’anni di volontariato, senta di aver ricevuto dalla comunità più di quanto ha dato.